La laparoscopia veterinaria mini invasiva (o chirurgia laparoscopica mini invasiva) è una tecnica chirurgica ancora non particolarmente diffusa nel nostro Paese, ma che, con il passare del tempo, sta acquisendo sempre maggiore importanza.
I motivi per cui si ricorrerà sempre di più a questa metodica risiedono sostanzialmente nei diversi vantaggi, sia per gli animali sia per i loro proprietari, che essa consente.
Il primo di questi vantaggi è sicuramente la minimizzazione dell’incisione chirurgica; la laparoscopia mini invasiva (come del resto si evince dalla terminologia) consente, infatti, un accesso agli organi interni addominali attraverso porte operatorie le cui dimensioni sono particolarmente ridotte (si va da un minimo di tre a un massimo di dodici millimetri).
La mini invasività dell’intervento comporta ulteriori vantaggi fra cui riduzione del dolore peri- e post-operatorio (sia perché gli organi interni vengono manipolati minimamente sia perché le dimensioni della ferita sono estremamente ridotte), minore sanguinamento intraoperatorio, minore ricorso a farmaci ad azione analgesica, minori rischi di complicanze operatorie legate alla ferita (processi infiammatori e infettivi o ernie), ridotta formazione di aderenze, rapida ripresa post-operatoria e, cosa di non poco conto, possibilità di non applicare il cosiddetto collare di Elisabetta, ovvero quel particolare collare che viene applicato all’animale dopo gli interventi chirurgici per far sì che non lecchi le fasciature o le danneggi (la curiosa denominazione deriva dal fatto che la regina Elisabetta era solita far indossare ai propri cani dei grandi collari di colore bianco). Altri vantaggi di non poco conto sono poi una migliore visualizzazione del sito operatorio e una conseguente maggiore precisione chirurgica.
Gli interventi eseguibili con la laparoscopia mini invasiva
L’intervento chirurgico in laparoscopia è eseguito attraverso speciali strumenti fra i quali una microtelecamera che consente una perfetta visualizzazione degli organi interni su un grande monitor esterno. Inizialmente viene insufflato del gas (generalmente anidride carbonica) nell’addome dell’animale allo scopo di creare il necessario spazio di lavoro; dai forellini praticati a livello dell’ombelico vengono poi inseriti la microtelecamera e gli strumenti per l’esecuzione dell’intervento.
Gli interventi eseguibili con la laparoscopia veterinaria mini invasiva sono numerosi; si possono infatti effettuare biopsie (fegato, milza rene, pancreas, prostata, masse addominali ecc.), sterilizzazione del cane femmina e sterilizzazione della gatta (ovariectomia e ovarioisterectomia, ovvero rimozione di ovaie oppure di ovaie e utero), asportazione di testicoli criptorchidi (ritenuti), rimozione di calcoli vescicali, rimozioni di cisti prostatiche, surrenalectomia (asportazione delle ghiandole surrenali), gastropessi preventiva (fissazione dello stomaco), gastrostomia e duodenostomia – PEG nel cane e nel gatto, colposospensione per l’incontinenza urinaria, recupero di residui ovarici, ricerca di corpi estranei intraperitoneali nel cane e nel gatto.
Fra gli interventi più diffusi vi sono quello di sterilizzazione di cagna e gatta, quello di asportazione di testicoli ritenuti e la gastropessi preventiva (intervento di rapida esecuzione che consente di eliminare in modo definitivo il rischio di GDV (nota anche come sindrome dilatazione-torsione gastrica, la GDV è una grave patologia che può avere esiti fatali).
Recentemente l’intervento in laparoscopia è diventato comune anche nel caso di pazienti di piccola taglia (quanto più il paziente è piccolo, tanto più gli spazi di lavoro si riducono e sono necessarie una strumentazione adeguata e un’ottima abilità chirurgica).
Per la scelta del tipo di intervento più opportuno per il proprio cane è opportuno consultarsi sempre con il proprio veterinario di fiducia che sarà in grado di fornire tutte le informazioni necessarie.

Fasi pre-intervento
I limiti della laparoscopia veterinaria mini invasiva
Nonostante i numerosi vantaggi illustrati precedentemente, la laparoscopia mini invasiva presenta anche alcuni limiti, per esempio in caso di animali affetti da obesità grave o da peritonite settica. Alcuni problemi potrebbero poi esserci nel caso di pazienti con alterazioni dell’emodinamica o in condizioni instabili.
Altri svantaggi da segnalare sono poi gli alti costi delle attrezzature necessarie, i lunghi tempi di apprendimento delle tecniche operatorie, l’eventualità che l’intervento laparoscopico debba essere convertito in un intervento di chirurgia tradizionale e infine, nel caso di determinati interventi, una tempistica chirurgica più lunga.
Dott. Vittorio Garbagnoli
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