Si sente spesso parlare di gatti anallergici; con questa espressione ci si riferisce a quei gatti che non dovrebbero creare problemi a chi soffre di allergia ai gatti; altri preferiscono parlare di gatti ipoallergenici, affermando che non esistono gatti che non causano allergie, bensì gatti che creano minori problematiche da questo punto di vista.
L’argomento è di notevole interesse dal momento che moltissime persone amano i gatti e vorrebbero possederne uno, ma, per loro sfortuna, hanno reazioni allergiche nel caso abbiano contatto con essi o soggiornino in ambienti dove c’è o c’è stata una loro permanenza. È per questo motivo che numerose sono le ricerche su Internet per verificare se esistono razze di gatti anallergici o comunque ipoallergenici. Per la cronaca, sembra che i soggetti allergici ai gatti siano circa il 30% della popolazione.
Gli allergeni del gatto
Popolarmente si parla di allergia ai peli dei gatti; in realtà, chi soffre di allergia ai gatti non è allergico alla loro peluria, ma ad alcune sostanze che i gatti producono e che possono scatenare allergie; tecnicamente si parla di allergeni; a oggi, nel caso dei gatti, sono otto gli allergeni conosciuti, anche se la maggior parte dei casi di allergia ai gatti (>95%) è dovuta a una proteina denominata Fel d1 e prodotta principalmente dalle ghiandole salivari e dai follicoli delle ghiandole sebacee; quindi i peli non sono la causa dell’allergia ai gatti, ma è corretto dire che sono il principale veicolo dell’allergene; e comunque è questo il motivo per cui anche i gatti senza pelo (la razza Sphynx per intendersi) possono essere causa di reazioni allergiche.
Nota – Per sapere quali sono i meccanismi delle allergie si consulti l’articolo Allergia.

L’allergia ai gatti è molto diffusa nella popolazione
Gatti anallergici – Esistono?
Esistono gatti anallergici o, comunque, gatti ipoallergenici? Se facciamo una rapida ricerca in Rete, noteremo che chi tratta dell’argomento è sostanzialmente concorde nell’indicare determinate razze (gatto siberiano e gatto delle foreste norvegesi in primis); in realtà, alcuni autori sono più cauti sulla questione; è innegabile che vi sono molte persone allergiche ai gatti che riscontrano minori problemi con i cosiddetti gatti anallergici, ma, perlomeno al momento attuale, non ci sono studi che hanno provato con certezza che determinate razze sono ipoallergeniche. Sembra più corretto affermare che è più l’esperienza che la scienza in questo caso a dare certe indicazioni. È vero comunque che certi gatti producono quantità minori di proteina Fel d1, così com’è vero che non tutte le persone hanno le medesime reazioni a determinati quantitativi di allergene; in altri termini, in alcune persone si possono avere forti disturbi (occhi arrossati, rinite, iperlacrimazione ecc.) anche nel caso di quantità minime di allergene.
In linea generale, a prescindere dalla razza, è stato osservato che i gatti di sesso maschile sono più “pericolosi” in quanto sembra che producano maggiori quantità di proteina Fel d1, anche se non si può certo affermare che le gatte sono anallergiche.

Molti considerano il siberiano come il “gatto anallergico” per eccellenza
Gatti anallergici – Quali sono le razze che creano minori problemi?
Come detto in precedenza, le indicazioni date generalmente su gatti anallergici o ipoallergenici sono più aneddotiche che scientifiche; ciò premesso, in base all’esperienza di molte persone, le razze di gatto che sembrano dare meno problemi sono le seguenti:
- gatto siberiano
- gatto delle foreste norvegesi
- balinese
- gatto del Bengala
- blu di Russia
- gatto giavanese
- Devon rex
- Cornish rex
- Gatto siamese
- gatto orientale a pelo corto.
Gatti anallergici – Quali consigli?
Sappiamo di dare un dispiacere a molti, ma è corretto precisare che gli allergologi pediatrici non sono favorevoli all’acquisto di un gatto (anallergico o presento tale che sia) a bambini che hanno mostrato reazioni allergiche in presenza di un gatto.
Detto ciò, è possibile che il gatto fosse già presente prima della nascita del bambino oppure che il bambino abbia sviluppato l’allergia passato qualche tempo dall’acquisto del gatto; in questo caso, per evitare di allontanare il gatto, si può provare a ridurre i disagi aumentando l’attenzione alla pulizia dell’animale e delle stanze dove il gatto soggiorna. È opportuno che il gatto non sia fatto entrare nella camera dove riposa la persona allergica.
Una strada che è possibile tentare è quella dell’immunoterapia allergene specifica; ovviamente se ne dovrà prima discutere con il pediatra (nel caso del bambino) o con il medico curante (nel caso di persone adulte). In genere, i risultati sono visibili dopo circa due mesi dall’inizio del ciclo di terapia. Ovviamente dovrà essere individuato con certezza qual è l’allergene responsabile del problema.
Da ultimo, citiamo, per dovere di cronaca, che vi sono aziende che stanno studiando la possibilità di rendere ipoallergenici i gatti attraverso una sorta di vaccinazione che dovrebbe far sì che il gatto produca anticorpi in grado di neutralizzare l’allergene Fel d1.
Al proprio veterinario si possono poi chiedere informazioni su un prodotto a marchio Purina, il Pro Plan® LiveClear®, un alimento per gatti che sembra in grado di neutralizzare la citata proteina.
Un altro prodotto che sembra dare buoni risultati è Allerpet®, uno spray deallergenizzante studiato per gatti. cani e piccoli animali domestici.