La diarrea nel gatto è un disturbo che, comprensibilmente, crea un po’ di apprensione nel proprietario dell’animale; va però detto che, in molti casi, il problema non ha alla sua origine problematiche particolarmente serie. Allo scopo di evitare inutili preoccupazioni, è bene quindi conoscere quelle che sono le principali cause che possono determinare questo fastidioso disturbo ed essere pronti a gestire l’evenienza nel miglior modo possibile, ovvero saper valutare se sia o no il caso di portare al più presto il nostro amico dal veterinario di fiducia oppure se si può attendere un po’ di tempo e verificare in ambito domestico l’evolversi della situazione.
Innanzitutto si deve ricordare che si può parlare di diarrea quando le feci emesse sono liquide o semiliquide e alterate sia per quanto concerne la quantità (ovvero se il numero delle defecazioni giornaliere è aumentato eccessivamente) sia per quanto concerne la qualità (consistenza, odore, presenza di tracce di sangue o muco ecc.).
Nel caso nelle feci si notino striature o gocce di sangue vivo siamo di fronte a una perdita ematica che proviene dall’ultimo tratto del colon; se è invece presente sangue digerito (proveniente quindi dall’intestino) le feci avranno un colorito particolarmente scuro; nel primo caso si parla di ematochezia, nel secondo caso di melena; quest’ultimo è un segno che solitamente indica un problema più serio.
La diarrea nel gatto può essere acuta o cronica; nel primo caso scomparirà nel giro di pochi giorni, spontaneamente o dopo un’appropriata terapia; nel secondo caso avrà una durata superiore alle due-tre settimane. A differenza di quanto accade con il cane, nel gatto la diarrea tende a cronicizzare più facilmente.
Diarrea nel gatto – Cause
Le cause di diarrea nel gatto sono numerose; fra quelle che provocano diarrea acuta si devono soprattutto ricordare le seguenti:
- allergie o intolleranze alimentari
- errori alimentari (cibi qualitativamente scarsi o repentine modifiche del regime alimentare)
- gastroenterite emorragica
- intossicazioni alimentari
- ingestione di alimenti avariati
- invaginamento intestinale (una condizione caratterizzata dallo scivolamento di una porzione di intestino all’interno di un’altra porzione immediatamente adiacente)
- pancreatite acuta (è possibile la presenza di sangue e/o muco nelle feci)
- parassiti (ascaridi, coccidi, giardia, tenia, strongili)
- patologie infettive (batteriche o virali)
- patologie epatiche
- patologie renali
- sindrome del colon irritabile.
Talvolta il problema è l’effetto collaterale di un farmaco somministrato per trattare una determinata malattia.
Le principali cause di diarrea cronica nel gatto sono:
- insufficienza pancreatica
- intolleranze alimentari
- malattie del fegato
- malattie renali
- parassitosi intestinali croniche
- sindromi da malassorbimento
- tumori
- varie forme di colite (linfoplasmocitaria, eosinofila, ulcerativa, istiocitaria).
Diagnosi
Diagnosticare la causa sottostante che causa la diarrea nel gatto non è sempre immediato; in genere, se non sono associati sintomi di una certa importanza ci si limita a eseguire un esame delle feci e si prescrive una terapia sintomatica. Se il problema si risolve nel giro di breve tempo non si effettuano altri accertamenti; se, al contrario, il disturbo permane o addirittura si aggrava, è necessario effettuare ulteriori accertamenti.
È ovviamente fondamentale che il proprietario riferisca l’eventuale presenza di altri sintomi e segni associati alla diarrea, quali febbre, vomito, perdita di appetito, calo di peso, abbattimento, disidratazione e letargia.
Fra i vari esami che potrebbero essere richiesti si ricordano esami del sangue, analisi delle urine, analisi delle feci, coprocoltura, endoscopia, esami radiografici, test di funzionalità del pancreas esocrino, test per il malassorbimento ecc.
Diarrea nel gatto – Cosa fare
Come comportarsi nel caso di diarrea del gatto? La cosa più importante è, come accennato in apertura di articolo, cercare di capire se è il caso oppure no di contattare il proprio veterinario; in linea generale, se la diarrea è l’unica manifestazione che si riscontra e non si notano perdita dell’appetito, abbattimento e/o vomito, si può tranquillamente optare per una strategia di attesa e rivalutare più avanti la situazione; è però opportuno ridurre un poco l’apporto di cibo, almeno fino a quando la situazione non appaia migliorata.
L’eventuale presenza di sangue vivo nelle feci non deve destare preoccupazioni più del necessario; talvolta infatti è dovuta soltanto alla rottura di capillari intestinali in seguito alle ripetute defecazioni. Degna di maggiore attenzione è invece la situazione nel caso in cui le feci appaiano particolarmente scure perché ciò potrebbe essere indice della presenza di sangue digerito, una situazione che non deve mai essere sottovalutata.
Se la diarrea è particolarmente liquida e si ha un gran numero di emissioni nel giro di poche ore, se non vi è alcun accenno di miglioramento della situazione e si hanno altri sintomi e segni quali rifiuto del cibo, abbattimento, letargia, vomito, febbre è opportuno contattare al più presto il proprio veterinario. È consigliabile, quando ci si reca nel suo studio portare con noi un campione di feci.
Va anche ricordato che la diarrea nel gatto ancora cucciolo è generalmente più critica e quindi è opportuno monitorare la situazione con notevole attenzione.
Nota importante – Eventuali terapie farmacologiche devono essere decise soltanto dallo specialista; le cure fai-da-te non sono consigliabili perché potrebbero portare addirittura a un peggioramento della situazione.

La diarrea nel gatto può essere acuta o cronica; nel primo caso scomparirà nel giro di pochi giorni, in modo spontaneo o grazie alla terapia.
Diarrea nel gatto – Terapia
La terapia nel caso di diarrea nel gatto dipende ovviamente da quella che è la causa che l’ha scatenata; se il veterinario ritiene che il problema sia semplicemente dovuto a un problema banale come un cambio repentino del regime alimentare oppure a una dieta non particolarmente indovinata o qualitativamente insufficiente, consiglierà gli aggiustamenti dietetici che ritiene più opportuni e non prescriverà particolari terapie.
Se invece il problema appare più grave ed è probabilmente dovuto a un disturbo di una certa gravità, ordinerà gli esami di laboratorio e strumentali necessari a una diagnosi certa dopodiché deciderà la cura più idonea. Nell’attesa dei risultati potrebbe ordinare la somministrazione di farmaci sintomatici per alleviare i fastidi derivanti dal disturbo.