L’acromegalia nel gatto è una patologia caratterizzata dallo sviluppo abnorme degli arti, come indica anche l’origine del termine, dal greco acros (estremità) e megalos (grande). Più frequente rispetto all’acromegalia nel cane, la patologia può colpire, anche in modo severo, il gatto.
Nei felini, infatti, la causa più comune è lo sviluppo del un tumore dell’ipofisi, che ha effetti decisamente più gravi dell’acromegalia in sé. Anche se il più delle volte si tratta di un tumore benigno (un adenoma), la sua presenza e la tendenza a crescere in modo significativo può causare problemi alla salute del gatto.
L’adenoma dell’ipofisi ha, tra i suoi effetti, un aumento della secrezione dell’ormone GH, responsabile a sua volta dei sintomi dell’acromegalia. A differenza dell’acromegalia nel cane, in cui i soggetti più colpiti sono le femmine, nel gatto l’incidenza è maggiore nei gatti maschi non sterilizzati; la patologia compare di solito dopo il sesto anno di età.
Acromegalia nel gatto – Sintomi e segni
I principali sintomi del gatto affetto da acromegalia sono i seguenti:
- aumento di alcuni parametri misurati nel sangue, come glicemia, e delle urine (aumento delle proteine totali), in un quadro tipico dell’insufficienza renale
- aumento della mole, in particolare con ingrossamento dei tessuti molli, della lingua e della faringe
- aumento della dimensione degli arti e del collo
- difficoltà respiratoria con emissione di rumori o sibili
- comparsa di mandibola prominente
- aumento dello spazio interdentale
- insorgenza di diabete mellito
- insufficienza cardiaca
- Insufficienza renale
- Dilatazione della pupilla e progressiva perdita della vista, fino alla cecità
- Deficit neurologici
Le conseguenze più gravi dell’acromegalia nel gatto, cioè quelli a carico della vista e in generale dell’apparato neurologico, sono la conseguenza dell’aumentare delle dimensioni del tumore.
Diagnosi
Oltre a questi segni, per confermare la diagnosi è bene effettuare il dosaggio nel sangue dell’ormone GH, ma a causa della variabilità della sua concentrazione, è preferibile misurare il valore di IGF-1, legato alla quantità di ormone GH circolante. Soprattutto è fondamentale eseguire una risonanza magnetica per confermare la presenza dell’adenoma ipofisario.

L’acromegalia nel gatto può dare origine a complicanze cardiache e neurologiche anche gravi
Acromegalia nel gatto – Cura
La soluzione dell’asportazione dell’adenoma all’ipofisi è sicuramente quella risolutiva, ma si tratta di un intervento complesso che non tutte le cliniche veterinarie eseguono: occorre quindi trovare quelle specializzate in neurochirurgia o chirurgia vascolare (l’ipofisi è infatti una ghiandola situata nella scatola cranica). Terapie di supporto prevedono la somministrazione di insulina nei gatti che sviluppano diabete mellito. Ancora da studiare invece l’utilità di farmaci sviluppati per l’uomo per l’analoga patologia.
Nel caso non si tratti opportunamente l’acromegalia, o meglio la comparsa dell’adenoma ipofisario che ne è la causa, l’aspettativa di vita del gatto si riduce notevolmente, soprattutto per le gravi complicanze a carico di reni, pancreas e cuore.