Una divertentissima raccolta di barzellette simpatiche, argute e per niente volgari da raccontare ai vostri colleghi o ai vostri amici per rendere più allegro e divertente un momento di pausa dal lavoro o un incontro conviviale.
Se conoscete barzellette simpatiche o comunque spiritose e divertenti che pensate possano far parte di questa raccolta, scrivete una mail a ufficiostampa@albanesi.it. Buon divertimento!
Genova.
Nei giardini di uno dei parchi cittadini c’è un uomo che ne vede un altro piegato in due per terra che sta mangiando l’erba. Quindi si avvicina e gli chiede: “Signore, ma cosa sta facendo?”.
L’altro risponde: “Vede, io sono molto povero e ho una fame terribile, non ho nemmeno un euro e piuttosto che morire o rubare, mangio l’erba”.
Al che l’altro signore si commuove e dice: “Ma non si possono vedere certe cose! Venga con me che la invito a casa mia.”
E l’altro: “Verrei volentieri, ma anche mia moglie è nella stessa situazione”.
L’altro signore ci pensa un po’ e poi dice: “Va bene lo stesso; noi genovesi siamo un popolo generoso… porti anche sua moglie”.
“La ringrazio di cuore, però ho anche due figli e anche loro soffrono la fame…”.
Il genovese ci pensa ancora un po’ e alla fine, tutto radioso, dice:
“Ma non si preoccupi, porti anche loro, tanto dietro casa mia c’è un campo intero con l’erba alta un metro!”.

“Papà, papà, io vorrei vivere per sempre”! – “Allora sposati”. – “Come? Se mi sposo vivrò per sempre???”. – “No, ma ti passerà la voglia!”.
Carlo d’Inghilterra si reca dal notaio.
“Buongiorno signor notaio; ho deciso di fare testamento”.
“Benissimo principe; a chi lascia il suo patrimonio?”.
“A mia madre”.
Un professore di filosofia entra in classe, mette il suo cappello sulla cattedra e dice:
“Ragazzi, oggi facciamo un compito in classe; dunque, facendo ricorso a tutti gli strumenti logici che avete imparato fino a ora, dimostratemi che questo cappello non esiste”.
Gli studenti si mettono a scrivere, per ore e ore, eccetto che dopo pochi secondi, con grande meraviglia degli altri consegna il lavoro dopo che è trascorso appena un minuto.
Alla fine, il professore rivela i volti e si scopre che è stato proprio lo studente più veloce a ottenere il massimo dei voti.
Il professore quindi legge a tutti quanto lo studente ha scritto:
“Quale cappello?”.
Quasi al termine della celebrazione domenicale un sacerdote dice ai propri parrocchiani:
“Ho alcune notizie per voi. Una cattiva è che, visto il suo pessimo stato, è necessario rifare il tetto della chiesa. Una buona è che abbiamo già i soldi necessari per pagare tutte le spese necessarie”.
A quest’ultima notizia si sente un gran mormorio d’approvazione da parte di tutti i fedeli.
“Infine – riprende il sacerdote – devo darvi un’altra informazione; questi soldi si trovano ancora nelle vostre tasche…”.
Re Artù indice un concorso per arcieri, in cui si deve centrare con una freccia una mela posta sul capo di suo figlio.
Arriva il primo arciere, bellissimo, vestito stupendamente, prende attentamente la mira, e centra la mela. Va da re Artù, e dice: “Hi, I am Guglielmo Tell”.
Arriva il secondo arciere, anche lui molto bello, elegantissimo, prende la mira e scocca la freccia che centra ancora più centralmente la mela, va da re Artù, e dice: “Hi, I am Robin Hood”.
Arriva il terzo arciere, oggettivamente il più bello fra i tre, raffinato ed elegante e con un mantello stupendo; prende la mira, scocca la freccia, ma centra il petto del bambino che rimane ferito gravemente. Va da re Artù, e dice: “Hi, I am sorry!”.
Caserma dei carabinieri.
“Appuntato! Conosce per caso un uomo con un braccio di nome Giovanni?”.
“Mah, non mi viene in mente nessuno… L’altro braccio come si chiama?
Un signore si reca dal dentista.
“Dottore, questo dente mi duole tantissimo, cosa mi consiglia di fare?
“Guardi, se fosse il mio, lo toglierei subito!”.
“Eh, anch’io lo toglierei subito, se fosse il suo”.
Una signora molto in sovrappeso dice a suo marito, decisamente magro:
“Certo che, se uno ti guarda, potrebbe pensare che il mondo stia morendo di fame”.
E il marito:
“Sì, e se guarda te potrebbe pensare che sia colpa tua…”.
Nella notte due scheletri camminano per città e uno di loro si trascina dietro la lapide.
“Scusa, ma perché stai portando con te la lapide?”.
“Non mi piace andare in giro senza documenti”.
Una bionda entra in farmacia e si rivolge al farmacista:
“Buongiorno, avete un test per la gravidanza?”.
“Certamente signora!”.
“E le domande sono difficili?”.
Un signore ubriaco fradicio sta guidando, a un certo punto entra in autostrada, ma si immette nel senso contrario; nel giro di breve tempo si crea un grande scompiglio nel traffico autostradale.
Dall’autoradio poi ascolta una notizia dalla radio di Autostrade: “Attenzione, attenzione; massima cautela: ci è giunta da poco la notizia che un automobilista sconsiderato sta percorrendo contromano l’A26!”.
Uno solo??? – commenta l’ubriaco – Sono decine…”.
Il papa deve compiere un viaggio per una visita pastorale fuori Roma. Arriva dunque il suo autista e gli dice: “Santità, si accomodi pure”.
“Senti carissimo, qui in Vaticano non mi fanno mai guidare; ne ho proprio una gran voglia, siediti al mio posto che oggi guido io”.
“Santità, mi dispiace, ma proprio non posso; se succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai e poi potrei anche perdere il lavoro, dice molto affranto l’autista”.
“Dai, su, cosa vuoi che succeda? E poi ti farò avere anche un bell’aumento di stipendio”.
Il povero autista è riluttante, ma alla fine cede e il papa si mette alla guida.
Riluttante, l’autista sale dietro mentre il Papa si mette al volante.
Fatto appena un chilometro, il papa comincia a premere sull’acceleratore potando l’auto a circa 170 kmh.
L’autista è disperato: “Santità, la prego, rallenti!!”, ma il papa non sente ragioni e continua ad andare velocissimo.
A un certo punto si odono le sirene della polizia e l’autista comincia a piangere: “Ormai è finita, perderò il lavoro”.
Il papa, tranquillissimo, accosta l’auto e tira giù il finestrino. Il poliziotto si avvicina, dà un’occhiata, torna alla sua autovettura e accende la radio di servizio.
“Passatemi il capo”.
Il capo risponde e il poliziotto lo informa di aver fermato un’auto che andava a 170 khm.
“E allora? Portalo qui in questura”.
“Non credo che sia il caso di farlo, è un tipo molto importante…”. Dice il poliziotto.
“Chissenefrega, è una ragione in più per fargli abbassare le arie”.
“No guardi, questo è VERAMENTE importante”.
“Scusa, ma chi sarà mai? Hai lì il sindaco?”.
“Macché, più in alto”!
“Ma è il governatore della Regione?”.
“Di più, di più”?
“Non dirmi che è il presidente della Repubblica”!
“Di più, di più?”.
“Mi dici allora chi cavolo è???”.
“Credo sia Dio”.
“Ma hai bevuto?? Cosa ti fa pensare che sia Dio?”.
“Ha il papa come autista!!!”
Un signore apre un chiosco di bibite accanto a una banca e fa affari d’oro visto che tutti gli impiegati e i clienti della banca si fermano a bere.
Un giorno, un suo amico che se la sta passando male, va da lui a chiedergli un prestito, ma il commerciante gli dice tutto dispiaciuto.
“Guarda, ti darei tutto il denaro di cui hai bisogno, ma proprio non posso; ho un accordo commerciale con la banca”.
“Scusami, ma quale accordo???”.
“Loro non vendono bibite e io non presto denaro”.
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NOTA – Ogni raccolta ha contenuti propri, non sono presenti le barzellette contenute nelle altre.
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