Il tai chi chuan (anche tai chi o tai chi quan o taijiquan) è un’antica e complessa arte marziale cinese, connessa in modo molto stretto con alcune filosofie orientali quali il taoismo, il confucianesimo e il buddhismo. Il nome stesso dell’arte marziale non è di facile translitterazione dal cinese, infatti a volte lo si trova indicato col termine taijiquan, da alcuni considerato più corretto. Il significato del nome di questa arte marziale può essere tradotto approssimativamente come “pugilato in relazione con il taiji”, in cui il termine taiji indica il concetto filosofico dello yin e dello yang, ovvero l’esistenza di una dualità che si oppone e si completa a vicenda. Restando negli aspetti legati alla pratica dell’arte marziale, il tai chi chuan si presenta come una tipologia di kung fu, termine che genericamente indica le arti marziali cinesi (fra l’altro pare che a livello etimologico l’espressione kung fu tragga origine dalla stessa radice da cui deriva il termine chuan di tai chi chuan).
Pratica
Il tai chi chuan è attualmente praticato principalmente in gruppo e all’aria aperta, attraverso l’esecuzione sincronizzata di movimenti lenti e controllati, le cosiddette “forme”, chiamate anche taolu. Le forme sono quindi sequenze di movimenti precodificate, analogamente ai kata di molte arti marziali giapponesi (anche se il paragone potrebbe suonare improprio ai praticanti di tai chi). Ogni forma del tai chi chuan è a sua volta composta da un certo numero di movimenti. Esistono decine di forme per ogni stile di tai chi chuan. Le forme del tai chi derivano dall’esecuzione di tecniche di combattimento, ma si sono sviluppate sotto forma di movimenti eleganti e aventi finalità legate al benessere complessivo del praticante.
Queste forme contemplano sia l’esecuzione a mani nude che quella a mano armata. Fra le armi contemplate dalle forme di tai chi chuan si annoverano:
- la spada corta a due tagli nota come jian
- la sciabola, nota come dao
- il ventaglio, noto come tieshan
- il bastone lungo, nota come gun
- la lancia, nota come
La pratica può anche contemplare attività ancora più legate agli aspetti marziali, anche se forse queste ultime risultano meno note rispetto all’esecuzione delle forme. Fra le attività più vicine al combattimento vi sono la pratica del tuishou e l’applicazione delle tecniche di tai chi in coppia, in quello che di fatto è un combattimento controllato.
Il tuishou indica l’esecuzione di un esercizio nel quale i due praticanti mettono in contatto i propri avambracci e le mani ed eseguono movimenti circolari intervallati da spinte repentine. Tale pratica ha lo scopo di allenare la propria sensibilità a sondare la forza e l’intenzione dell’avversario, per poi sfruttare efficacemente l’energia dell’avversario, nel momento in cui spinge o ha un momento di vuoto per neutralizzarlo (per esempio facendolo cadere).
L’applicazione delle tecniche di combattimento, pur essendo contemplata nel tai chi, è meno frequentemente praticata in questa disciplina rispetto ad altre tipologie di kung fu. Questa forma di pratica è a volte chiamata con il termine sanshou, che però indica anche nello specifico una forma di boxe cinese nota anche con il nome di sanda, e per questo può ingenerare confusione.

Sessione di tai chi in gruppo e all’aria aperta
Tai chi chuan – Stili
Esistono numerosissimi stili di tai chi, che si sono differenziati nel corso dei secoli. Fra essi si identificano principalmente cinque stili di riferimento, ovvero lo stile Yang, lo stile Wu, lo stile Chen, lo stile Sun e lo stile Wu Hao. Lo stile Chen è il più antico, codificato attorno al 1600, mentre lo stile Sun è il più recente e risale al Novecento.
A questi stili tradizionali si aggiunge poi una forma standard creata dal Comitato per lo Sport della Repubblica Popolare Cinese nel 1956, per contribuire alla diffusione del tai chi come forma di ginnastica nazionale per tutti i cittadini cinesi. Tale forma, nota anche come forma 24, si compone appunto di 24 movimenti ed è la forma maggiormente diffusa al mondo, nonché quella dalla quale spesso si inizia l’apprendimento del tai chi.
Tai chi chuan e qiqong
La pratica del tai chi è strettamente legata al concetto di qi, che indica sostanzialmente l’energia vitale secondo la tradizione e la medicina cinese. La finalità del tai chi, oltre agli aspetti legati all’esecuzione di tecniche di combattimento, è anche connessa alla dimensione di benessere del praticante. Per questo è considerata una pratica qi-qong, termine con il quale sono indicate quell’insieme di attività contemplate dal complesso sistema di meditazione e medicina cinese (che, per esempio, includono anche massaggi e canti) aventi il fine di “riequilibrare” l’energia vitale del praticante. Il tai chi chuan è anche indicato come “arte marziale interna” poiché in modo più spiccato di altre arti marziali, si focalizza maggiormente sugli aspetti di benessere complessivo rispetto a quelli legati al combattimento.
La leggenda vuole che nel dodicesimo secolo un monaco taoista (che quindi aveva conosceva e studiava i concetti di taiji e qi), chiamato Zan Sanfeng, abbia inventato questo stile a partire dall’osservazione di una lotta fra un uccello e un serpente. Il serpente ebbe la meglio grazie alla combinazione di movimenti circolari, continui e lenti abbinati a movimenti repentini e veloci. Da questi elementi Sanfeng trasse ispirazione per la creazione del tai chi.

Praticante di tai chi impegnata in un esercizio
Tai chi chuan – Abbigliamento
Attualmente il tai chi chuan non prevede una tenuta specifica, tuttavia spesso sono indossati abiti tradizionali cinesi comodi e dai colori vistosi.
Competizioni
Molti potrebbero essere stupiti dal fatto che il tai chi chuan, a discapito del carattere filosofico di questa arte marziale, preveda dei campionati mondiali che si tengono una volta ogni due anni (e infatti non mancano critiche da parte dei tradizionalisti). Questi eventi sono organizzati dall’International Wushu Federation (wushu è un termine che indica le arti marziali cinesi nel loro complesso, di fatto un sinonimo di kung fu) e prevedono l’assegnazione di un punteggio alle forme praticate.
Esistono anche campionati di tuishou, ovvero la pratica di sbilanciare l’avversario dalla posizione in cui le mani e gli avambracci rimangono in contatto.

La spada è una delle armi contemplate dalla pratica del tai chi
Benefici e commento critico
Il tai chi si presenta come un’arte marziale focalizzata proprio sul benessere complessivo del praticante e questo aspetto è sicuramente interessante e in contrasto con alcune forme di pratica delle arti marziali dove invece il rischio di infortuni è più elevato in funzione del prevalere degli aspetti agonistici e competitivi. Il contraltare di questo approccio è che l’impostazione di questa disciplina, così strettamente legata a pratiche vicine a forme di medicina alternativa, può portare a un’ottimistica sopravvalutazione del tai chi chuan. Non è infatti difficile, cercando in Rete, reperire articoli e documenti che, probabilmente per promuovere la disciplina, descriverebbero la possibilità del tai chi di attivare l’auto-guarigione e simili… Occorre quindi molto spirito critico nell’approcciare queste interessanti forme di arti marziali. Uno dei vantaggi del tai chi è sicuramente legato al fatto che la pratica basata sulle forme permette di esercitarsi bene o male in qualsiasi contesto, e può contribuire al mantenimento di mobilità e flessibilità. D’altra parte, l’esecuzione di movimenti lenti rischia di condurre a un livello di allenamento complessivamente basso, specie qualora le sessioni di pratica siano poco frequenti e non contemplino anche l’esecuzione di esercizi più intensi.
Tai chi chuan – I video
Forma 24
https://www.youtube.com/watch?v=TBvF6r6DOvc
Tuishou
Campionati mondiali di taolu (forme)