Il taekwondo è una famosa arte marziale a contatto pieno codificata negli anni ’50 del secolo scorso in Corea del Sud. Questa arte marziale è nota principalmente per i suoi calci, molto acrobatici e potenti. Il taekwondo, tuttavia, non prevede esclusivamente l’esecuzione di calci, tanto che il nome di questa arte marziale può essere tradotto come “l’arte dei calci e dei pugni”. Il ventaglio di tecniche contemplato da questa disciplina è infatti piuttosto ampio, sebbene preveda esclusivamente tecniche a mani nude. Il taekwondo è una delle arti marziali più praticate al mondo, benché non sia facile reperire il numero preciso di praticanti. Dal 2000 è anche disciplina olimpica. Il taekwondo prevede l’esecuzione di tecniche di combattimento a mani nude dinamiche e veloci. Questa arte marziale in particolare lascia spazio all’esecuzione di calci (chagi), portati sia in modo più statico, in appoggio su una delle due gambe, sia in modo aereo, ovvero calci effettuati in fase di volo, dopo un balzo. Quest’ultima tipologia di calci è incentivata nel contesto del combattimento in quanto durante le competizioni consente l’ottenimento di punti aggiuntivi. Oltre che dai calci, le tecniche fondamentali del taekwondo sono rappresentate da pugni, parate, tecniche di salto e di caduta. Sono invece studiate con minore enfasi le prese e le tecniche di lotta, che non sono consentite nell’ambito delle competizioni ufficiali.
Abbigliamento
Il vestiario omologato per la pratica di quest’arte marziale prevede una casacca tenuta stretta in vita da una cintura, il cui colore indica il grado dell’allievo, e un paio di pantaloni lunghi e comodi. Questa tenuta nel suo insieme prende il nome di dobok. Generalmente il dobok è bianco, ma non sono proibite uniformi di altri colori.
A seconda del fatto che il corso consideri uno stile di combattimento più o meno pieno, durante la pratica è impiegato un certo numero di protezioni, fra cui il caschetto per ripararsi da colpi alla testa, un corpetto rinforzato per il tronco, ma anche paradenti, conchiglia per la protezione dei genitali, guanti e parastinchi.

Abbigliamento per il taekwondo
Cinture
Come avviene per altre arti marziali, come per esempio il karate, anche il taekwondo prevede un sistema di apprendimento a livelli in cui i primi gradi sono indicati dal colore della cintura indossata dal praticante. La prima fase di apprendimento prevede da 8 a 12 livelli, chiamati kup, che vanno a ritroso dalla cintura bianca, l’ottavo o il dodicesimo kup, fino al primo kup, che generalmente è indicato da una cintura rossa (mentre nel karate e nel judo la penultima cintura colorata, prima della nera, è marrone). Da questo punto in poi il praticante prosegue il suo percorso di apprendimento con il sistema dei dan, che si distingue dal precedente in quanto segue un ordine crescente (si va dal primo dan fino all’ottavo) e prevede un’unica cintura, la nera.
I gradi sono conseguiti mediante opportuni esami che prevedono diversi elementi quali l’esecuzione di fondamentali, prove di combattimento, ma anche, in relazione al corso di riferimento, prove scritte o di rottura di tavolette di legno con specifici colpi. La promozione è decisa da una commissione esaminatrice che valuta il livello del praticante che si propone per il passaggio di grado.
Taekwondo – Forme
Il taekwondo è arte marziale molto valorizzata in Corea del Sud, dal momento che rappresenta una disciplina locale e che contribuisce alla valorizzazione della cultura della nazione nel mondo. Tuttavia, come spesso avviene nel mondo delle arti marziali, il taekwondo risulta una pratica molto eterogenea in cui, a seconda del corso e dallo stile di riferimento, diversi elementi risultano spesso differenti in una certa misura, fra i quali il numero delle cinture colorate, i livelli di contatto durante il combattimento, le modalità di esame per il passaggio di grado ecc. Questo in parte dipende dal fatto che il taekwondo nasce dal tentativo di unire in un’unica disciplina diverse tecniche di combattimento presenti in Corea del Sud fra gli anni ‘40 e ’50 del secolo scorso. Ufficialmente si riconoscono:
- Stile tradizionale Kukkiwon, definito circa sessanta anni fa dalla Korea Taekwondo Association (KTA).
- Stile Chang Hon, definito dalla International Taekwondo Federation (ITF).
- Stile sportivo Kukki taekwondo, ovvero una branca dello stile Kukkiwon, creata in modo semplificato (nel senso che definisce un recinto più stretto di tecniche e regole) per poter rientrare fra le discipline olimpiche. È organizzato da un ramo della KTA chiamata World Taekwondo.

Combattimento di taekwondo in un dojang
Taekwondo – Allenamento
Similmente ad altre arti marziali, il taekwondo si pratica a piedi nudi su pavimenti morbidi. Il luogo di pratica prende il nome di dojang. Il taekwondo prevede diverse fasi di allenamento. A seconda del corso è possibile che prevalga l’una o l’altra componente, ma in genere l’allenamento è distinto principalmente fra:
- poomsae, ovvero l’analogo dei kata delle arti marziali giapponesi. Si tratta di sequenze di combattimento prestabilite in cui si simula l’esecuzione di un combattimento reale, generalmente per finalità didattiche o propedeutiche. Possono essere eseguiti in gruppo oppure individualmente. Nel taekwondo i poomsae variano molto in relazione allo stile di riferimento.
- Gyeorugi, ovvero lo studio del combattimento libero. Il combattimento avviene su un pavimento coperto da un tappeto morbido e antiscivolo, analogo al tatami giapponese.
- Gyeokpa, ovvero la rottura, mediante tecniche di combattimento con calci e pugni, di tavolette rigide.
Competizioni
Le competizioni ufficiali sancite dalla World Taekwondo, fra cui quelle dei Giochi Olimpici, prevedono il combattimento fra due avversari, che si confrontano su tre round da due minuti, separati da un minuto di pausa. Durante questi round i due contendenti si colpiscono usando tecniche a piacere fra quelle consentite: le tecniche valide fanno acquisire dei punti, mentre alcune azioni determinano l’assegnazione di una penalità. Alla fine dei tre round vince ovviamente l’avversario che ha ottenuto più punti. In caso di parità è aggiunto un round di un minuto per lo spareggio in cui vince il partecipante che per primo ottiene due punti. Un’altra regola sancisce che se uno due contendenti arriva ad avere un vantaggio di 20 punti sull’avversario, o lo mette KO mediante l’esecuzione di una tecnica valida, ottiene automaticamente la vittoria. Alle tecniche più dinamiche e acrobatiche, come i calci volanti, sono volutamente assegnati più punti per promuovere scontri attivi e spettacolari. Per lo stesso motivo non sono invece assegnati punti a tecniche più statiche, come le prese, che in questo modo non sono incentivate.
Nell’ambito delle competizioni sono assegnati cinque punti per i calci alla testa eseguiti in volo o a mezzo di una torsione, se correttamente eseguiti; quattro punti per calci volanti o con torsione al busto, tre punti per i calci non acrobatici alla testa (per esempio un calcio laterale eseguito con la gamba di appoggio a contatto col pavimento), due punti per i calci non acrobatici al busto e un solo punto per i pugni al busto.
Un aspetto interessante è che nelle competizioni ad alti livelli, per esempio alle Olimpiadi, i contendenti sono equipaggiati con protezioni dotate di sensori che rilevano automaticamente il contatto e fanno scattare, previa convalida degli arbitri, l’assegnazione dei punti (un po’ come avviene per le competizioni di scherma).
Non sono invece permessi pugni alla testa o sotto al livello della cintura. L’esecuzione di colpi vietati determina l’attribuzione di una penalità, chiamata gam-jeon, che si traduce nell’assegnazione di un punto aggiuntivo per l’avversario. I gam-jeon sono assegnati anche se si finisce al di fuori dell’area di gara (generalmente un tatami quadrato avente lato di 8 m), si cade o si mantiene volutamente in stallo il combattimento perché si è in vantaggio. Se si accumulano dieci penalità si è squalificati.
Come per la boxe, i praticanti sono suddivisi per sesso e categorie di peso.
Esistono anche competizioni di poomsae (vedi paragrafo sull’allenamento), in cui si sancisce il vincitore in funzione della qualità e precisione dell’esecuzione e gare di combattimento riconosciute dall’altro grande organismo che promuove il taekwondo a livello mondiale, la già citata International Taekwondo Federation (ITF). In questo caso cambia sostanzialmente il fatto che si predilige un combattimento più leggero, e si sanzionano colpi portati con troppa enfasi e se si mette KO l’avversario si è squalificati. Risulta altresì diverso il sistema di punteggio attribuito ai vari colpi.
Benefici
La pratica del taekwondo contribuisce sicuramente allo sviluppo delle capacità acrobatiche del praticante, dell’agilità, della coordinazione e della propriocezione. Inoltre, la preparazione fisica necessaria al fine di progredire in questa disciplina molto dinamica consente di migliorare il proprio stato di forma, sebbene l’effetto complessivo sulla qualità della vita non possa essere svincolato da tutti gli altri elementi di un buon stile di vita e dalla frequenza e intensità della pratica. Il taekwondo mette anche molta enfasi sulla flessibilità, da migliorare con tecniche di stretching, da praticare con costanza.
A discapito del fatto che si tratta di un’arte marziale a contatto pieno, nei corsi di taekwondo è messa molta enfasi sull’educazione e sul rispetto reciproco durante la pratica. I cinque principi cardine di questa arte marziale sono infatti cortesia, integrità, perseveranza, auto-controllo e spirito intrepido. Viene sempre inoltre incoraggiato l’allievo a non fare un utilizzo errato di quanto appreso in palestra, che anzi dovrebbe contribuire alla sua crescita personale, e a non ricercare mai lo scontro.
Taekwondo – Il video
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