Il pugilato (noto anche con il termine francese boxe oppure, anche se meno frequentemente, con quello inglese boxing) è un celebre sport di combattimento a cui è stato dato risalto anche a livello cinematografico (si pensi a film come la saga del pugile Rocky Balboa con Sylvester Stallone oppure al film “Toro scatenato” con Robert De Niro). Fondamentalmente, nel pugilato due avversari si confrontano colpendosi esclusivamente con tecniche di pugno, indossando appositi guantoni. Il pugilato è stato praticato, in varie modalità, fin dall’antichità. Era per esempio una disciplina già presente nelle Olimpiadi dell’antica Grecia. Questa modalità di combattimento riprese successivamente piede principalmente in Inghilterra nella seconda metà dell’800, per poi diffondersi in tutto il mondo e specialmente negli Stati Uniti, grazie soprattutto al business nato dalle scommesse e dalla spettacolarizzazione degli incontri. Il pugilato (nella forma cosiddetta “amatoriale”) è una delle attuali discipline olimpiche.
Tecniche
Come noto, il pugilato consiste nell’esecuzione di diverse tecniche di pugno. Non è possibile usare nessun’altra tipologia di colpo. Non è per esempio possibile usare calci, gomitate, ginocchiate, testate, morsi, proiezioni ecc. Non è nemmeno possibile colpire con gli avambracci, il dorso della mano oppure la mano aperta.
I pugni del pugilato possono ovviamente avere numerose varianti ed essere impiegati in sequenze diverse e personali, ma fondamentalmente possono essere classificati in tre tipologie, ovvero il diretto, il gancio e il montante.
- Il diretto è un pugno dritto e frontale, nel quale si estende in avanti la mano verso l’avversario. Dal momento che, nella posizione di guardia, un pugno risulta più avanzato e uno più arretrato, ne consegue che esistono due alternative per questo tipo di pugno. Il diretto portato con la mano più avanzata avrà ovviamente meno possibilità di essere esteso e risulta tendenzialmente meno potente, in compenso è più vicino all’avversario e pertanto tale colpo (noto in inglese come jab) viene tendenzialmente impiegato come tecnica di schermaglia per infastidire l’avversario o spingerlo ad una reazione. Il pugno più arretrato (in inglese noto come cross) è invece generalmente più potente e nel portarlo si sfrutta la rotazione dell’anca per imprimere maggiore energia al colpo.
- Il gancio è un pugno più sofisticato che viene usato per colpire lateralmente e da corta distanza, estendendo la spalla e piegando il gomito.
- Infine, il montante è un altro tipo di pugno che viene portato a corta distanza e che prevede un colpo che va dal basso verso l’alto, tendenzialmente mirando al mento.
Tutti questi colpi vengono portati da apposite posizioni di guardia che servono a facilitare la possibilità di coprirsi e ripararsi efficacemente dai colpi avversari. Le posizioni di guardia prevedono generalmente sempre l’avere una gamba più avanzata e una più indietro, ma possono avere la distanza fra i piedi più o meno ampia ed essere, a livello di braccia, più o meno chiuse a seconda delle caratteristiche fisiche del praticante e della sua impostazione (maggiormente offensiva o difensiva).
Sono ovviamente anche previste schivate, che possono essere eseguite in vari modi. Piegandosi fuori dalla traiettoria del colpo, magari avanzando proprio in direzione dell’avversario oppure, piegandosi col busto all’indietro per portarsi fuori dalla traiettoria del colpo, anche se, forse contro intuitivamente, queste ultime sono schivate più pericolose. Molto impiegate sono poi anche le tecniche per ripararsi e schermarsi dai pugni dell’avversario chiudendo gli avambracci attorno alla testa. È anche possibile deviare con le mani la traiettoria di un pugno avversario. Molto meno impiegate, ma comunque contemplate, sono le parate vere e proprie, da eseguirsi sempre prevalentemente con gli avambracci.
Abbigliamento
L’abbigliamento consiste in apposite scarpe, pantaloncini e, tendenzialmente negli incontri dilettanti, canottiera. I pugili indossano poi ovviamente i guantoni da boxe omologati, completamente chiusi (a differenza di quelli usati per esempio nell’MMA, che invece lasciano le dita libere per poter afferrare l’avversario). Sotto ai guantoni, i polsi vengono avvolti in specifiche bende, per assicurare maggiore stabilità. Sono inoltre ovviamente obbligatori paradenti e protezione per i genitali. Le donne devono anche indossare una protezione aggiuntiva per il seno. Nei circuiti dilettanti tendenzialmente viene anche indossato un caschetto protettivo.
Ring
Gli incontri di pugilato avvengono su una specifica area di gara, il ring, che consiste in una piattaforma quadrata sopraelevata con una base di legno rivestita da materiale elastico. L’area è delimitata da quattro corde elastiche orizzontali (tenute insieme da quattro pali fissi agli angoli) e da uno spazio esterno di sicurezza che consentono di impedire cadute accidentali dal ring.
Una curiosità è che il termine “ring” in inglese significa anello, anche se appunto l’area di gara è quadrata. Tale nome sarebbe rimasto in uso da quando la pratica del pugilato avveniva all’interno di un’area di gara circolare semplicemente tracciata direttamente sul terreno.
Incontri
Gli incontri di pugilato vengono distinti fra incontri professionistici e amatoriali. Quest’ultima tipologia non deve essere sminuita in quanto in realtà indica comunque incontri di rilievo, ma in cui sono presenti alcune differenze nel regolamento rispetto ai circuiti del pugilato professionistico. Il pugilato amatoriale è la forma ammessa ai Giochi olimpici. Le differenze fra queste due tipologie di circuiti di incontri sono descritte nei prossimi paragrafi.
Il regolamento generale della boxe prevede la possibilità di KO dell’avversario. Il KO (acronimo del termine inglese knockout) indica la situazione per cui un combattente, a seguito di un colpo ricevuto, si accascia a terra o sulle corde. In questa situazione l’arbitro di gara interrompe l’incontro e inizia un conteggio, generalmente di dieci secondi. Se il combattente in difficoltà non si rialza per riprendere l’incontro, allo scadere della conta è dichiarato sconfitto e l’avversario vince. All’inizio della storia del pugilato moderno questa modalità era pressoché l’unica che consentiva di decretare il vincitore (assieme ovviamente alla resa). Infatti, le riprese potevano essere teoricamente infinite e questo faceva sì che gli incontri fossero spesso molto lunghi. Per ovviare a questo problema, che impediva agli atleti di effettuare incontri ravvicinati a causa del depauperamento fisico e dei danni riportati, fu deciso un numero massimo di round (attualmente da tre a dodici) e un sistema di punti per consentire di assegnare la vittoria a uno dei due combattenti anche in assenza di una situazione di knockout entro la fine delle riprese stabilite. I punti sono assegnati dai giudici di gara in relazione ai colpi validi inflitti all’avversario, ma possono essere decurtati in caso di scorrettezze a mo’ di penalità. Ovviamente, in caso di infrazioni importanti del regolamento o se un fallo viene ripetuto due volte, è facoltà dell’arbitro squalificare il combattente. Esistono diversi sistemi di punti, ma generalmente si adotta il sistema nel quale sono assegnati dieci punti al combattente che ha prevalso in quel round e nove o meno (ma di solito mai meno di sette) a quello che ha subito maggiormente.
Gli incontri possono quindi essere vinti in varie modalità. Si può vincere mettendo KO l’avversario oppure per maggiore punteggio. Si vince anche qualora i giudici di gara decidano di fermare l’incontro perché ritengono che uno dei due combattenti non sia più in grado di continuare l’incontro in sicurezza o se il disavanzo nei due punteggi risulti molto largo (KO tecnico). Ovviamente si vince l’incontro anche qualora l’avversario sia squalificato o non si presenti all’incontro.
Gli incontri sono divisi per sesso e categorie di peso. Le categorie di peso sono una decina nel pugilato amatoriale e diciassette nel pugilato professionistico, con pesi massimi oltre i 91 kg circa (81 kg per le donne) e la categoria minima (pesi mosca leggeri o minimosca) per i pugili sotto i 50 kg circa.

Incontro di pugilato professionistico
Pugilato amatoriale
Nel pugilato amatoriale i combattenti indossano anche il caschetto protettivo e si confrontano sul ring per tre round da tre minuti, intervallati da un minuto di pausa. I combattenti nel pugilato amatoriale indossano generalmente attrezzatura e abbigliamento rossi o blu, in modo da semplificare l’arbitraggio e rendere facilmente distinguibili i due pugili. Inoltre, per il medesimo scopo, generalmente i guantoni presentano delle bande bianche che li rendono più facili da seguire visivamente.
Pugilato professionistico
Il pugilato professionistico differisce da quello amatoriale principalmente in relazione al diverso numero dei round e nelle protezioni. Il pugilato professionistico prevede infatti da un minimo di quattro a dodici round. La durata di tali round è di tre minuti per gli uomini e di due per le donne, intervallati da un minuto di pausa. Nel pugilato professionistico inoltre non è consentito l’utilizzo del caschetto protettivo per la testa. Un’altra differenza è ovviamente insita nei circuiti all’interno dei quali si svolgono gli incontri, che tendenzialmente esaltano molto di più aspetti commerciali che ruotano attorno a tale disciplina. Anche nel pugilato professionistico è tendenzialmente impiegato il sistema di punti a 10, in cui alla fine di ogni round i tre giudici di gara assegnano in maniera indipendente un punteggio ai due combattenti per decretare la vittoria di uno dei due sfidanti allorché alla fine dei round previsti non si sia verificato un knockout.
Pugilato ricreativo
Alle tipologie di boxe precedentemente descritte, negli ultimi anni se ne sono affiancate altre maggiormente orientate alla dimensione ludica e sportiva. Tali attività (gym boxe, soft boxe, light boxe ecc.) prendono in considerazione l’allenamento tipico della boxe, che risulta completo e diversificato, ma è limitato o addirittura escluso l’aspetto più aggressivo del combattimento, oppure viene eseguito in forma light-contact come in molti stili di karate. In queste tipologie di boxe si impiegano le stesse protezioni del pugilato amatoriale.
Pugilato – Allenamento
L’allenamento nel pugilato è generalmente molto intenso e completo, anche se forse meno orientato alla flessibilità rispetto ad altri sport di combattimento come muay thai, kick boxing e MMA. L’allenamento è spesso molto basato sul ritmo e sullo sviluppo di agilità, rapidità e resistenza fisica, oltre che sulla forza (anche se molto dipende dallo stile pugilistico e dalla categoria dell’atleta).
Alcuni elementi dell’allenamento del pugilato sono diventati emblematici della disciplina: chiunque associa facilmente a questa disciplina l’allenamento con la corda o al sacco. La prima è usata per migliorare la resistenza, l’elasticità e la coordinazione delle gambe e dei piedi, mentre il secondo può essere impiegato per lavori di diversa tipologia. Esiste infatti un sacco più piccolo e leggero (lo speed bag) che viene usato per migliorare la capacità di eseguire pugni in successione e il loro ritmo, e uno più pesante (il classico sacco lungo appeso con una catena) che invece permette di lavorare maggiormente sulla potenza dei colpi.
Un’altra componente importante è l’allenamento in coppia. Esso può consistere nell’eseguire sequenze di pugni e schivate/parate che sono chiamate dal compagno, munito di appositi colpitori per ricevere i pugni, oppure nello sparring, ovvero un combattimento più controllato, ma in cui ognuno dei due pugili è libero di muoversi e colpire a piacimento.
Infine, è anche contemplato l’utilizzo di esercizi a corpo libero e con i pesi per lo sviluppo muscolare e della forza.
Un allenamento di boxe generalmente non dura mai meno di un’ora e mezza/due ore complessivamente, anche se molto dipende dal livello del pugile e dall’orientamento più o meno ludico del corso.

Il “sacco da boxe”
Rischi
La boxe nasce come sport violento, avente l’obiettivo di mettere al tappeto l’avversario. Prendendosi a pugni tramite continui assalti è ovvio che esista il rischio di riportare traumi e lacerazioni. Fra gli infortuni più tipici (oltre a contusioni ed ecchimosi), vi sono fratture alla mano e alla mandibola. Esiste anche il rischio di riportare danni cronici dovuti ai continui colpi alla testa, specie nel pugilato professionistico, dove non si usa il caschetto protettivo.
Benefici e commento
L’allenamento della boxe è generalmente intenso e completo, tuttavia la partica di questa disciplina non è esente dalle criticità tipiche degli sport di combattimento. Basti pensare che, all’inizio della boxe moderna, gli incontri potevano protrarsi finché uno dei due combattenti non fosse stato messo al tappeto, e cioè lo scopo era quello di colpirsi fino a che uno dei due pugili non avesse perso conoscenza o avesse ceduto. Il moderno sistema di boxe amatoriale è un tentativo di orientare la pratica di questa disciplina verso una dimensione più sportiva, ma è comunque innegabile come nella boxe spesso permanga un’intrinseca promozione di aspetti violenti, legati all’esaltazione dell’uso della forza, aldilà di altri valori positivi che possono comunque essere insegnati nelle palestre, quali la forza di volontà, la disciplina e il rispetto dell’avversario.
Per chi volesse approfondire la boxe in chiave meno violenta e più orientata al benessere il consiglio è quello di rivolgersi alle tipologie di boxe ricreative precedentemente citate, che limitano la fase di scontro e ne smussano la pericolosità attraverso opportuni accorgimenti.