Il jujutsu (anche ju-jitsu o jiu-jitsu) è un’arte marziale giapponese che indica uno stile di combattimento completo, comprensivo sia di colpi che di leve articolari, proiezioni, tecniche di lotta e combattimento armato. Il jujutsu può essere sinteticamente descritto come l’insieme di tecniche di combattimento in uso in Giappone per l’addestramento della classe militare e che sono in seguito sfociate nelle moderne arti marziali giapponesi (e non solo). Fra le arti marziali riconducibili al jujutsu vi sono in primis il judo (che ha attinto principalmente al repertorio di cadute e proiezioni) e l’aikido (che invece si è focalizzato maggiormente sulle leve articolari e le torsioni). Tuttavia, l’influenza del jujutsu è rintracciabile anche in moltissime altre arti marziali giapponesi a eccezione forse del karate che, pur essendo a pieno titolo un’arte marziale giapponese, per ragioni particolari ha subito in modo considerevole anche l’influenza degli stili di combattimento cinesi. Un’altra eccezione è rappresentata dal Brazilian jiu-jitsu, che a discapito del nome deriva più direttamente dal judo.
A prescindere a questa parentela con molte arti marziali odierne, il jujutsu è rimasto presente anche come arte marziale a sé ed è tuttora insegnato in appositi corsi che ricercano l’impostazione tradizionale oppure che hanno cercato di tradurre il jujutsu in uno stile sportivo (vedasi paragrafo “Jujutsu moderno”). Attualmente, comunque, nessuna tipologia di jujutsu è una disciplina olimpica.
Jujutsu – Caratteristiche
Il termine jujutsu può tradursi all’incirca come “tecniche della cedevolezza” oppure “dell’adattabilità”. Il termine jutsu nelle arti marziali giapponesi fa generalmente riferimento a un insieme di tecniche anticamente impiegate nel contesto dell’addestramento militare, e quindi avulse rispetto all’ambito puramente sportivo. Per esempio, il kenjutsu consisterebbe nell’insieme di tecniche di combattimento con la spada che erano impiegate dai samurai durante il loro addestramento militare. Il termine ju invece indica appunto il concetto di “cedevolezza” e può fare riferimento alle tecniche di lotta oppure ai principi di assecondamento della forza dell’avversario con il fine di sfruttarla a proprio favore, mutuati poi dal judo (nel quale il termine do significa invece via, a indicare l’allontanamento dall’impostazione puramente fisica a favore di una maggiormente pedagogica). Il jujutsu indicherebbe quindi l’insieme delle tecniche di combattimenti anticamente impiegati per l’addestramento dei guerrieri giapponesi.
La leggenda vuole che il motivo per cui il termine jujutsu fa riferimento alla cedevolezza, e quindi è un termine che di primo acchito può richiamare concetti apparentemente in contrasto con l’idea del combattimento, derivi dall’impostazione di una scuola di arti marziali fondata da un medico giapponese. Tale medico era anche un esperto di combattimento alla ricerca di un sistema efficace. La leggenda narra che un giorno fu ispirato dalla constatazione che, dopo un’abbondante nevicata, i rami che non si spezzavano sotto il peso della neve erano quelli del salice, perché anziché opporsi rigidamente al peso della neve si flettevano e la lasciavano cadere.
Abbigliamento
Il jujutsu si pratica con un’uniforme pressoché identica a quella del judo, che consiste in una casacca a maniche lunghe, chiamata uwagi e in un paio di pantaloni, gli zubon. Generalmente tale uniforme è bianca, ma nel jujutsu è possibile usare anche altri colori, fra cui il blu o il nero.

Cintura da jujutsu
Jujutsu – Tecniche
Il jujutsu, come anticipato, rappresentava l’insieme di tecniche di combattimento realmente impiegate dai guerrieri giapponesi. Ne consegue che tale disciplina include un ampio ventaglio di tecniche che vanno dai colpi veri e propri (pugni e calci, complessivamente classificati come atemi-waza), tecniche per ammortizzare l’impatto delle cadute (ukemi-waza, assorbite poi dal judo), proiezioni e sbilanciamenti per atterrare l’avversario (nage-waza), torsioni e leve articolari (kansetsu-waza) e infine tecniche di strangolamento (shime-waza).
Fra i colpi contemplati da questa disciplina sono presenti pugni, gomitate, colpi a mano aperta, calci e ginocchiate.
Le tecniche di caduta e proiezione a terra sono molto simili a quelle del judo, che le ha appunto assorbite, mentre le tecniche di leve articolari e torsioni sono state maggiormente assorbite e sviluppate dall’aikido.
Jujutsu moderno
Attualmente i corsi di jujutsu sono fortemente eterogenei, in relazione alle tecniche e all’impostazione degli istruttori. Esistono anche forme più standardizzate di jujutsu sportivo. Una di esse è il Fighting system che prevede l’incontro full contact fra due avversari che si confrontano su un tappeto morbido, il tatami. Lo scontro inizia in piedi e gli avversari possono inizialmente colpirsi solo con calci e pugni. Successivamente, se uno dei due afferra l’altro, si entra nella seconda fase dello scontro, in cui è consentita solamente l’esecuzione di proiezioni per far sbilanciare e cadere l’avversario. Infine, quando uno dei due avversari cade, si entra nella terza fase che invece prevede l’esecuzione di tecniche di immobilizzazione, leve e strangolamenti. I due atleti indossano l’uniforme precedentemente descritta, più alcune proiezioni (guanti aperti, paratibie, paradenti e protezione per i genitali). Gli incontri durano solo tre minuti e si vince in relazione ai punti che si è riusciti a ottenere tramite l’esecuzione di colpi validi. Se l’incontro è fermato si riparte daccapo dalla posizione in piedi.
Esistono poi anche altre forme di jujutsu sportivo maggiormente incentrate sul concetto di difesa personale, in particolare la Duo system.
Il Duo system è una forma di competizione che consiste nell’esecuzione in coppia di tecniche di auto-difesa pre-codificate nei confronti di svariate tipologie di attacchi e prese (esistono 20 sequenze suddivise in 4 classi). Le competizioni di Duo system prevedono quindi l’alternarsi di due differenti coppie di praticanti nell’esecuzione delle tecniche (sorteggiate da un arbitro dall’insieme di quelle disponibili). La coppia che avrà eseguito meglio le sequenze otterrà un punteggio maggiore dalla giuria e sarà dichiarata vincitrice.

Allenamento di jujutsu
Gradi
I gradi nel jujutsu di fatto seguono la stessa impostazione attualmente in essere per molte arti marziali giapponesi, ovvero il sistema di kyu e dan, associati alle cinture colorate. In sostanza l’allievo inizia dal grado di sesto kyu, che è il grado più basso e a cui corrisponde la cintura bianca. Superando specifiche prove tecniche (esami) scala di livello fino al grado di primo kyu (cintura marrone). Da lì in poi il sistema cambia nome e il livello successivo è il primo dan, ovvero la cintura nera. Da questo punto esistono comunque dei livelli successivi, infatti in realtà essere primo dan significa avere ancora moltissimo da imparare nella concezione delle arti marziali. Nel jujutsu generalmente si prosegue con gli esami fino al quinto dan, mentre i gradi dal sesto al decimo vengono attribuiti per meriti, generalmente legati alla promozione della disciplina. Non tutte le federazioni e i corsi di jujutsu applicano gli stessi colori per le cinture. Spesso per tutti i dan si mantiene la cintura nera, eventualmente con l’aggiunta di specifiche tacche, pari al numero di dan. In altri corsi sono invece in uso altri colori, per esempio è possibile impiegare la cintura a bande bianche e rosse dal sesto dan in poi.
Jujutsu – I video
Fighting system
Duo system
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