Gli animali traggono le sostanze nutritive dagli alimenti, ma questi sono composti da molecole troppo complesse per poter essere assimilate direttamente, perciò devono essere demoliti dalle strutture dell’apparato digerente. Negli organismi più semplici la digestione viene svolta all’interno delle cellule senza necessità di strutture specializzate, ma nella maggior parte degli animali essa avviene in una cavità apposita al di fuori delle cellule, dove enzimi digestivi demoliscono gli alimenti ingeriti in elementi chimici più semplici, permettendo l’assimilazione dei nutrienti e l’espulsione delle sostanze di scarto.
Il grado di complessità dell’apparato digerente aumenta all’aumentare della complessità dell’organismo animale considerato. Per esempio, nelle Spugne è presente un sacchetto poroso (porifero) che assorbe l’acqua marina, acqua poi espulsa con sostanze gassose tramite l’osculo, un orifizio situato all’estremità del corpo.
Nei Celenterati l’apparato digerente è costituito da una sola apertura.
Nei Vermi l’apparato digerente si evolve fino a distinguere anche l’ano (mentre in quelli meno evoluti la bocca è utilizzata anche come canale anale.
Nei Gasteropodi (le chiocciole, per esempio) il sacco dei visceri è circonvoluto quindi molto più lungo del corpo, come negli animali superiori. Hanno una ghiandola (epatopancreas) con le stesse funzioni di fegato e pancreas degli animali superiori.
Negli Uccelli è presente il gozzo, una cavità sotto il becco nella quale avviene una prima digestione del cibo, che poi andrà a finire nel ventriglio e, via via, fino all’ano.
Nei Ruminanti (per esempio la mucca), durante lo sviluppo embrionale, lo stomaco si suddivide in tre prestomaci (rumine, reticolo, omaso) e nell’abomaso. Quest’ultimo, dal punto di vista anatomico e fisiologico, è analogo allo stomaco dei monogastrici. Grazie ai prestomaci si ha una digestione microbica (precedente quella enzimatica) che permette all’animale di sfruttare al meglio cibi fibrosi, poco calorici.
Nell’uomo il cibo inizia a essere digerito già all’introduzione in bocca, grazie all’azione di sminuzzamento dei denti e a quella fluidificante della saliva, che combinate trasformano gli alimenti in un impasto detto bolo. Il bolo poi viene deglutito e passa nella faringe, dove una membrana apposita, l’epiglottide, chiude il passaggio verso la trachea impedendo che il cibo vada a ostruire l’apparato respiratorio e indirizzandolo invece verso l’esofago; questo canale, parallelo alla trachea, conduce il bolo verso lo stomaco attraverso contrazioni muscolari dette peristalsi. Lo stomaco è una sacca muscolare in cui il cibo viene immagazzinato e le proteine in esso contenute vengono demolite parzialmente dal succo gastrico, prodotto dalla mucosa delle pareti interne della sacca. In questo modo il bolo viene trasformato in una poltiglia detta chimo, che passa nell’intestino attraverso un anello muscolare, il piloro. L’intestino si divide in intestino tenue e intestino crasso: il primo è un canale lungo fino a 6 m ripiegato più volte su sé stesso e diviso in duodeno, digiuno e ileo, il secondo invece è diviso in cieco, colon e retto. Nell’intestino tenue le ghiandole della parete interna producono il succo enterico, che completa la digestione di proteine, carboidrati e lipidi, le cui sostanze nutritive vengono assorbite dai villi, estroflessioni presenti anch’esse sulle pareti interne. Nell’intestino crasso arrivano le sostanze residue non digerite e l’acqua: quest’ultima viene assorbita nel colon, mentre i prodotti di scarto formano nel retto un insieme semisolido, le feci, espulse poi dall’ano.
All’apparato digerente sono inoltre connessi altri due organi, il fegato e il pancreas, ghiandole che immettono i propri prodotti nell’intestino: il fegato secerne la bile, una miscela che si accumula nella cistifellea e durante la digestione si riversa nel duodeno per contribuire alla demolizione dei lipidi; il pancreas secerne il succo pancreatico, che contiene diversi enzimi digestivi. Questi due organi svolgono anche funzioni indipendenti dall’intestino: il fegato trasforma i grassi in zuccheri, demolisce le sostanze tossiche, converte l’ammoniaca di scarto in urea, immagazzina vitamine; il pancreas produce gli ormoni insulina e glucagone, che regolano il metabolismo del glucosio.
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