Gli Imenotteri sono un ordine di Insetti Pterigoti provvisti di quattro ali membranose, apparato boccale masticatore, tegumento resistente, con il mesotorace (secondo segmento del tronco) particolarmente sviluppato. Con dimorfismo sessuale molto accentuato, presentano metamorfosi completa. Ne fanno parte api, vespe e formiche.
L’ape
L’ape vive in gruppi di circa 50.000 individui (sciame), si nutre di polline e di nettare. Nello sciame, si individua una sola femmina fertile, l’ape regina. Essa ha il compito di riprodurre tutte le api operaie (sterili), gli esemplari maschi (fuchi) e le successive api regine. L’ape regina può decidere se far nascere un’ape operaia o regina oppure un fuco (fecondando o no l’uovo con lo sperma dei fuchi immagazzinato nel suo addome). La sua forma è allungata, l’addome più pronunciato e il pungiglione è liscio e può essere utilizzato più volte. Si nutre della pappa reale prodotta dalle api operaie e può vivere fino a tre anni

L’ape europea o ape occidentale (Apis mellifera) è diffusa in tutti i continenti ma è l’unica specie di ape presente in Europa
L’ape operaia è dotata di ghiandole per la produzione di cera e pappa reale. L’esofago è dotato della borsa melaria (per il trasporto del nettare raccolto sui fiori) e il pungiglione si fissa sulla vittima in modo stabile tanto che per liberarsi, l’insetto si lacera in modo irreparabile l’addome. La vita media è di trenta giorni (tranne quelle riprodotte nei mesi autunnali che riescono a superare l’inverno). Le api operaie nei primi giorni di vita si nutrono di pappa reale, successivamente di miele o polline. Esse devono provvedere alla costruzione e pulizia dell’alveare, al nutrimento delle larve e dell’ape regina e una volta adulte alla raccolta di polline. I fuchi o pecchioni, sono privi di pungiglione, di sacche per la raccolta di polline e di ghiandole per la produzione di cera e pappa reale. La loro funzione è quella di accoppiamento con l’ape regina; quindi muoiono. Nei mesi autunnali vengono espulsi dall’alveare.
La formica
La formica è talmente diffusa che Hölldobler e Wilson ne stimano un numero pari a dieci elevato alla ventottesima potenza e un peso pari a quello di tutti gli esseri umani. Le specie classificate sono diecimila circa, anche se si pensa che circa tremila non siano ancora state scoperte. Nella loro vita sociale prevale il polimorfismo e la divisione in caste; esiste un’organizzazione tale per cui è possibile individuare classi di femmine sterili (operaie e soldati), femmine feconde (regine) e maschi. La vita media di una regina è di circa venti anni, quella di un’operaia di due-tre anni, mentre i maschi muoiono dopo l’accoppiamento. La società viene creata dalla regina che, in seguito all’accoppiamento, deposita nel nido le uova dalle quali usciranno tutti i futuri componenti della colonia; le operaie costruiscono il formicaio, che è formato da molteplici camere ordinate in piani e comunicanti tra loro e con l’esterno per mezzo di gallerie. In queste camere vivono le larve, la regina e tutti i componenti del nido, inoltre vi vengono conservate le scorte. Le operaie procacciano altresì il cibo, controllano le larve, nutrono e curano la regina, mentre i soldati svolgono funzioni difensive.

La formica nera, o formica nera dei giardini (Lasius niger) costituisce comunità molto popolose (dai 15.000 ai 30.000 individui), governati da un’unica formica regina.
Le formiche comunicano con un linguaggio chimico; sono infatti ricche di ghiandole esocrine e si riconoscono con le antenne. La formica è solitamente onnivora anche se ne esistono specie insettivore, fitofaghe e che si nutrono di succhi zuccherini animali e vegetali. Il cibo lo procurano o saccheggiando altri formicai con la cattura di larve e la loro riduzione in schiavitù (lestobiosi), oppure sfruttando il lavoro delle formiche ospiti (dulosi). Alcune formiche sono dannose, come quelle che, curando gli Afidi, ne consentono la diffusione o come quelle che depredano i campi di semi e divorano le foglie; altre ancora, infine, risultano essere utili in quanto eliminano insetti nocivi. Tra le specie presenti in Italia, da ricordare la formica nera europea e la formica rossa.

La formica rossa (Formica rufa) è presente in tutto l’emisfero boreale, prediligendo i boschi di larici e conifere; è considerata una specie minacciata a rischio di estinzione
La vespa
La vespa è un imenottero dal corpo slanciato e molto assottigliato tra torace e addome, non peloso, colorato di giallo e nero. Le femmine sono dotate di pungiglione velenoso con cui immobilizzano ragni e insetti di cui nutrono le larve. Gli adulti si cibano invece di polline, nettare e succhi zuccherini. Alcune specie di vespe, tra cui la vespa comune italiana, sono organizzate in società comprendenti di solito una femmina fertile, maschi e femmine operaie.

Le vespe sono Imenotteri della famiglia dei Vespidi: sono insetti sociali che costituiscono comunità di individui il cui numero varia, a seconda della specie, da qualche centinaia fino a mille.
Il calabrone
Il calabrone ha corpo massiccio, di colore rosso bruno con striature gialle sull’addome, può raggiungere i 3 cm di lunghezza. Vive in colonie all’interno di nidi sovente costruiti nelle cavità degli alberi. Possiede un pungiglione che provoca dolorose e pericolose punture.

Il calabrone (Vespa crabro) è il più grosso vespide europeo; la regina può infatti raggiungere i 3,5 cm di lunghezza. Spesso il termine calabrone (o calabrone nero) è usato erroneamente per indicare altri insetti come l’ape legnaiola o il bombo terrestre.
Insetti Imenotteri – Classificazione
- Tipo (phylum): Artropodi
- Sottotipo (subphylum): Tracheata
- Superclasse: Esapodi
- Classe: Insetti
- Ordine: Imenotteri
Indice materie – Zoologia – Imenotteri