L’umanesimo e il Rinascimento furono periodi storico-culturali che videro un grande sviluppo in tutti gli ambiti della vita umana in Europa tra Quattrocento e Cinquecento.
I profondi mutamenti politici che avvennero alla fine del medioevo corrisposero anche a mutamenti culturali che portarono alla crisi della cultura ecclesiastica; mentre nel medioevo si celebrava la vita ultraterrena come fine ultimo dell’uomo, s’incominciò, per contrapposizione, a esaltare la vita terrena e l’uomo come creatura con una dignità propria rispetto a Dio. La riscoperta del mondo classico, romano e greco, e dei loro valori, portò all’umanesimo e al Rinascimento (la civiltà culturale e artistica nata con l’umanesimo); grande attenzione fu anche data alla natura e alla scienza, arrivando a nuove scoperte che diedero anche l’avvio ai grandi viaggi d’esplorazione.
In filosofia, la scolastica (il cui nome deriva dal fatto che era insegnata nelle scuole) dominava le altre correnti; proprio nelle scuole la Chiesa aveva affermato il suo potere. Nonostante le università fossero nate da associazioni laiche, la Chiesa vi inserì i propri insegnanti e i propri cancellieri che avevano il compito di concedere la licentia docendi, cioè il permesso di insegnare. La presenza ecclesiastica nelle università aumentò nel XIII sec. in seguito al massiccio ingresso degli ordini mendicanti (domenicani e francescani).
La necessità di una formazione tecnico-professionale per favorire i commerci portò alla creazione di scuole al di fuori del controllo ecclesiastico; l’avvento delle signorie fece sì che anche le corti divenissero un centro culturale alternativo alle università; nelle corti i principi gareggiarono nell’attrarre artisti, letterati e filosofi. Gli intellettuali da parte loro cercavano di diventare consiglieri dei principi e di collaborare alla vita delle corti; Cesare e Augusto divennero i modelli ideali di sovrani che favorivano la cultura.
Nelle classi più colte nacque l’idea di una comune civiltà fondata nella cultura classica e nella lingua dell’antica Roma. I principali centri di cultura furono Firenze, Milano, Roma e Napoli, ma sono da ricordare anche centri minori come Urbino, Ferrara, Mantova, Rimini, dove i Montefeltro, gli Estensi, i Gonzaga e i Malatesta non furono inferiori agli altri signori (soprattutto ai Medici e ai Visconti) nell’attirare a sé gli intellettuali del tempo.
Umanesimo e Rinascimento – Letteratura
In letteratura, il Rinascimento fu un periodo di profondo cambiamento, con una nuova visione dell’uomo; sviluppò le idee dell’umanesimo partendo dal rinato interesse per gli studi classici, grazie soprattutto a Francesco Petrarca. Si veda la scheda sul Quattrocento letterario per ulteriori approfondimenti.
Umanesimo e Rinascimento – Arte
Nel medioevo la produzione artistica era totalmente incentrata su temi religiosi; basti ricordare la Divina Commedia di Dante, le pitture di Giotto o le grandi basiliche romaniche e le cattedrali gotiche.
Il Rinascimento, dal ‘400 a metà ‘500 circa, fu un periodo di rinascita che coinvolse ogni aspetto della vita sociale. Il cambiamento e il rinnovamento riguardarono tutta l’Europa, ma l’Italia giocò certamente un ruolo da protagonista. In questa fase storica il potere politico si accentrò nelle mani delle monarchie assolute, la classe borghese si fece sempre più forte e molti abbandonarono le campagne per raggiungere le città con la speranza di fare fortuna. In ambito culturale si recuperarono gli antichi modelli, canoni e autorità greche e latine, e l’arte, figurativa e letteraria, fiorì grazie a signori facoltosi che ne sostenevano economicamente la produzione.
Gli antichi canoni però furono recuperati non per essere imitati pedissequamente, ma affinché fossero fonte d’ispirazione.
Il secolo del Rinascimento nell’arte
Può apparire strano, ma non è affatto facile rispondere alla domanda “qual è il secolo del Rinascimento?”. Poiché si può considerare concluso nella metà del XVI sec., si può affermare che il Rinascimento durò per tutto il XV sec. che è il secolo che quindi lo caratterizza.
Il Rinascimento italiano
Nel panorama del Rinascimento italiano spiccano tre grandissimi nomi: Leonardo, Michelangelo e Raffaello.

La Venere di Botticelli è uno dei principali simboli del Rinascimento, perché esprime appieno gli ideali culturali dell’umanesimo e lo stile artistico di stampo classico
Firenze fu il centro culturale più attivo (Brunelleschi, Donatello, Masaccio Botticelli; da ricordare anche la bottega fiorentina del Perugino), ma non fu il solo. Infatti, ogni corte signorile, anche delle città minori, cercò di richiamare al proprio servizio artisti che avrebbero potuto dare lustro ai nomi delle loro casate. In cambio, pittori, letterati e scultori trovarono presso le corti l’appoggio e la protezione dei signori. Nell’Italia settentrionale, Donatello transitò a Padova, così pure Andrea Mantegna che si spostò anche verso la corte dei Gonzaga a Mantova (dove iniziò la sua formazione anche Il Correggio) e quella degli Estensi a Ferrara, dove stazionò anche Piero della Francesca. Presso la corte della repubblica veneziana nacque invece una vivace scuola pittorica guidata da Giovanni Bellini che raggiunse l’apice con Lorenzo Lotto, Giorgione e Tiziano. A Venezia completò la sua formazione anche Antonello da Messina.
Nel centro Italia, tra le corti più culturalmente vivaci ci furono Rimini (con i Malatesta) e Urbino (con i Montefeltro).
Nel Sud Italia, la corte aragonese di Napoli non fu un centro culturalmente attiva come Firenze o Urbino, ma diede il suo contributo alla pittura rinascimentale formando personaggi come Antonello da Messina.
In architettura spiccarono le opere di Bramante, Leon Battista Alberti e Brunelleschi.
Umanesimo e Rinascimento – Filosofia
L’umanesimo è il movimento culturale, caratterizzato dalla riscoperta della cultura classica greca e latina, che pone le basi per il Rinascimento. I tratti peculiari dell’umanesimo sono:
- la rivalutazione della civiltà classica, considerata il fondamento di ogni progresso umano;
- il disprezzo per la cultura medievale;
- il nuovo atteggiamento intellettuale, improntato a un nuovo spirito critico, basato sulla tendenza a verificare la validità delle nozioni tradizionali tramite un’analisi razionale.
Nonostante la nascita del concetto di indipendenza politica, l’umanesimo rimane un fenomeno puramente letterario e filosofico. Il movimento, che aveva già trovato un precursore nel Petrarca, fondatore del primo cenacolo umanista, nasce in Italia, diffondendosi poi anche all’estero. Gli intellettuali si riuniscono in accademie, o facendo capo alle corti di principi e magnati. In Italia ha i suoi centri principali a Firenze, Roma e Napoli.
Il rinnovato interesse per la letteratura e per la filologia determina nell’umanesimo un mutamento dell’idea e dei criteri della verità, che vengono fatti coincidere con le norme della retorica.
Con il termine Rinascimento si indica un periodo storico complesso compreso tra l’inizio del XV e la metà del XVI sec., in cui prevale una nuova concezione della vita e rifioriscono gli studi. Coincide con il massimo splendore delle signorie in Italia.
Con il Rinascimento si attua una netta frattura culturale con il medioevo, anche se oggi si tende a vedere il periodo come una naturale transizione verso l’età moderna.
Il Rinascimento può considerarsi il punto d’arrivo dell’umanesimo. Le varie componenti della civiltà umanistica si fondono armonicamente per fare dell’uomo il centro dell’universo. Vengono riscoperti il mondo classico, la bellezza, l’arte, la filosofia e la storia. A esso si può far risalire la nascita della civiltà moderna, con la sua visione terrena e laica del mondo. La cultura rinascimentale pone come fondamento la centralità dell’uomo nell’universo, protagonista e artefice della propria fortuna, entità che Dio ha voluto libera.
All’interno del Rinascimento meglio si configurano l’indipendenza e l’autonomia della ragione rispetto alla sfera religiosa. Umanesimo, rinnovamento delle concezioni politiche, rinnovamento religioso e naturalismo sono quindi i caratteri fondamentali del Rinascimento. La circolazione degli intellettuali e degli artisti è favorita dalla crescente pratica del mecenatismo.
L’aristotelismo rinascimentale
L’aristotelismo è la corrente filosofica più importante, soprattutto le correnti alessandriste e averroiste, con un’attenzione particolare alle problematiche logico-gnoseologiche e fisiche. Un esempio si ha con Pomponazzi che, partendo dalle idee di Aristotele, nega l’immortalità dell’anima (De immortalitate animae) e afferma il dominio delle leggi del fato sui destini umani.
Il platonismo rinascimentale
Si riscopre anche Platone, grazie all’interpretazione neoplatonica. Il pensiero platonico è considerato come una forma di “filosofia rivelata” di origine divina e sono valorizzati soprattutto i temi della spiritualità, del cosmo e della bellezza.
Importante anche la riscoperta degli ermetici greci (tradotti in latino da Marsilio Ficino) che ebbero grande influsso sui pensatori rinascimentali (come Bruno) come esempio di sapienza; l’ermetismo propone un insieme di regole pratiche e morali, di tecniche iniziatiche di derivazione alchimistica, nelle quali la magia prevale sulla natura e gli astri influenzano il mondo naturale e l’uomo.
Nicola Cusano (XV sec.) sostiene l’infinità dell’universo e l’infinità di Dio, nella quale tutte le contraddizioni spariscono e afferma (nel De docta ignorantia) che la ragione non è sufficiente a comprendere tale infinità. L’uomo (considerato come microcosmo) è un dio creato, scopo della creazione, che raggiunge la perfezione naturale (definita filiatio Dei, discendenza filiale di Dio) partecipando all’umanità.
Marsilio Ficino (XV sec.) intende conciliare la filosofia classica e la religione cristiana, difendendo quest’ultima dalle dottrine che negano l’immortalità e la singolarità dell’anima. Secondo la sua concezione armonica, l’uomo è centro e nello stesso tempo mediatore tra l’umanità e la divinità. L’anima (definita copula mundi, legame del mondo) è al centro del suo pensiero, fattore decisivo per la dignità umana.
Pico della Mirandola (XV sec.) è ricordato soprattutto per la memoria prodigiosa di cui era dotato. Il suo pensiero filosofico sostiene la possibilità di unire tutte le dottrine filosofiche e teologiche, ponendo l’uomo al centro dell’universo: nella Oratio de hominis dignitate l’uomo, collocato da Dio al centro della realtà, è in grado di scegliere i termini del suo vivere.
Il pensiero politico
Niccolò Machiavelli (XV-XVI sec.) ne Il principe analizza lucidamente le virtù dell’uomo di governo, sulla base di una concezione della politica autonoma da quella morale o religiosa (le virtù del politico non sono le virtù dell’amore e dell’umiltà, ma piuttosto l’astuzia della volpe e la forza del leone). Sogna l’unità d’Italia sotto un principato nuovo, in grado di portare pace e libertà dagli stranieri. È il principale fondatore della politica intesa come scienza e della ragion di Stato.
La tesi secondo cui il mantenimento della stabilità di uno Stato giustifica anche azioni moralmente riprovevoli è stata spesso interpretata semplicisticamente come equivalente all’affermazione che il fine giustifica i mezzi.
A Machiavelli si oppone Giovanni Botero che propone una fondazione etico-religiosa della politica.
L’inglese Tommaso Moro (Thomas More, XVI sec.) nella sua opera principale (Utopia, letteralmente: luogo che non c’è) descrive lo Stato ideale dell’isola di Utopia, esempio perfetto di vita retta su basi comunistiche e guidata dai principi della ragione e della tolleranza.
In ambito politico è importante anche l’opera del francese Bodin (XVI sec.) che sostiene la libertà di culto e traccia i limiti e le origini della sovranità.
Il giusnaturalismo
L’olandese Ugo Grozio (XVII sec.) è considerato il fondatore del giusnaturalismo. Oltre a sostenere il principio della libertà di navigazione, nell’opera Diritto di guerra e di pace stabilisce le norme fondamentali del diritto internazionale di guerra, enunciando principi ancora oggi accettati. Grozio concepisce il diritto come presupposto giuridico della pace fra gli Stati e la tolleranza come fondamento per comporre i conflitti religiosi; il diritto internazionale deriva dal diritto naturale, logicamente anteriore, obbedendo alla regola che “i patti vanno mantenuti”.
La natura nel Rinascimento
L’umanesimo e il Rinascimento pongono la natura come principio vitale di tutte le cose, ordinato in modo organico e necessario. Viene studiata con pratiche magiche, astrologiche e alchimistiche, cercando di arrivare alla comprensione e al dominio dei fenomeni.
Bernardino Telesio (XVI sec.) crea una teoria naturalistica in netta contrapposizione a quella aristotelica in quanto sostiene che sono gli elementi di immediata osservazione come il caldo e il freddo, ai quali si indirizzano le qualità conoscitive umane, a determinare creazione e distruzione di ogni cosa. L’indagine conoscitiva deve partire dalla sensazione, che attesta l’esistenza in natura di due forze agenti: il caldo, forza dilatante e principio del movimento, e il freddo, forza condensante e principio di immobilità. La sensibilità è alla base dell’intelligenza. Anche l’etica si basa sul dualismo, essendo il bene ciò che conserva lo spirito-calore e il male ciò che lo distrugge.
Giordano Bruno (XVI sec.) è filosofo dalla vita fortemente travagliata. Domenicano, dopo un processo per eresia, fugge in Svizzera e aderisce al calvinismo. Tornato in Italia, rimane per sette anni in prigione nelle carceri romane senza ritrattare le sue opinioni teologiche e viene infine bruciato sul rogo. Secondo la sua concezione naturalistica di tipo panteistico, accetta la visione copernicana dell’universo, che crede infinito, considerandolo un luogo che si palesa sotto diverse forme, nel quale si elidono tutte le differenze e opposizioni, contenente la causa e il principio (Dio).
Anche Tommaso Campanella ha una vita travagliata: domenicano, si dedica allo studio di filosofia naturalistica, astrologia, magia e occultismo. Dopo quattro processi per eresia, fintosi pazzo, riesce a evitare la condanna a morte, ma rimane in carcere per ventisette anni. Secondo Campanella, compito dell’uomo è imitare Dio, leggendo i segni divini nella Bibbia e nella natura. Il conoscere è l’essere così come si presenta nell’immediatezza dell’esperienza sensibile, che rivela all’uomo l’essere perfetto di Dio. Nella sua opera La città del Sole, Sole è il principe sacerdote che governa la città, assistito da tre principi: Potestà, Sapienza e Amore. Nella città i beni e le donne sono in comune e le virtù prevalgono sui vizi, il tutto per realizzare il bene individuale e quello collettivo.
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