Prima della terza guerra punica, Roma ebbe modo di espandersi in Oriente. Intervenne nuovamente in Macedonia, su richiesta di Atene che chiedeva aiuto contro Filippo V. I romani sconfissero Filippo a Cinocefale, costringendolo a consegnare la flotta, a pagare un’indennità di guerra e a riconoscere la libertà alle città greche che divennero protettorato romano. Poiché il re di Siria, Antioco III, si rifiutò di ritirare le sue truppe dalla Grecia liberata dai romani, Roma lo attaccò, sconfiggendolo alle Termopili. L’anno dopo, Lucio Cornelio Scipione sbarcò in Asia e sconfisse le truppe siriache a Magnesia. Si accese un nuovo conflitto macedone quando salì al trono Perseo, figlio di Filippo V. La guerra durò tre anni finché Lucio Emilio Paolo sconfisse l’esercito macedone a Pidna; la Macedonia fu divisa in quattro repubbliche che divennero alleate di Roma.
Intanto Cartagine si era ripresa dalla Seconda guerra punica ed era tornata a prosperare, spingendo alcuni capi romani a ritenerla nuovamente una minaccia. Secondo il trattato di Tunisi che aveva chiuso la Seconda guerra punica, Cartagine non poteva entrare in guerra senza l’approvazione di Roma. Ma le provocazioni del re di Numidia, Massinissa, spinsero Cartagine ad attaccarlo, finendo però sconfitta. Roma decise di mandare un esercito in Africa e la rivolta di Cartagine portò a un assedio della città che durò tre anni; ma nel 146 Scipione l’Emiliano forzò l’assedio, conquistò la città e la distrusse, ponendo così fine per sempre al dominio cartaginese.

Rovine di Cartagine, nell’odierna Tunisia: la leggenda vuole che alla fine della terza guerra punica i romani sparsero sale sul terreno di Cartagine per renderlo sterile e scongiurare la ricostruzione
Cronologia
149 a.C – Cartagine dichiara guerra alla Numidia e viola così le condizioni di pace della Seconda guerra punica: Roma interviene e inizia la Terza guerra punica, che consiste nell’assedio durissimo della città di Cartagine per tre anni guidato da Scipione l’Emiliano.
146 a.C – Distruzione di Cartagine, che viene rasa al suolo e bruciata e la sua popolazione ridotta in schiavitù, in modo che non possa mai più tornare a minacciare Roma.
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