Con la definitiva affermazione del comunismo, Iosif Stalin si sostituì a Lenin come leader e intervenne radicalmente sulla nuova politica economica (NEP) appena adottata.
La Russia, la Transcaucasia (formata dall’unione dell’Azerbaigian, dell’Armenia e della Georgia), l’Ucraina e la Bielorussia si unirono in seno alla repubblica russa che dal 1922 prese il nome di URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche). La Polonia, invece, vincendo la guerra sovietico-polacca, rimase indipendente e incrinò i piani di esportazione della rivoluzione comunista di Lenin, in cui Stalin non credeva.
Il Partito comunista incominciò ad avere molte difficoltà e contrasti in virtù dei quali salì al potere Stalin. Dopo aver verificato che la “rivoluzione proletaria nelle altre nazioni non prendeva piede”, ipotizzò lo sviluppo socialista in un solo Paese. Emarginò quindi gli avversari politici e pose fine alla NEP che favoriva l’economia di mercato e accelerò l’industrializzazione attraverso l’elaborazione di “piani quinquennali”.
Il primo piano quinquennale assegnò la priorità all’industria pesante e avviò la collettivizzazione massiccia delle campagne. Nel 1936 una nuova costituzione precisò l’organizzazione dell’URSS in undici repubbliche federate.

Busto di Stalin: alla sua morte i successori alla dirigenza politica dell’Unione Sovietica ne rinnegarono la politica e l’ideologia con un processo anche culturale di “destalinizzazione”
Cronologia
1921 – Introduzione della NEP, sistema economico misto fra economia liberale e regolamentazione nazionale.
1922 – Stalin viene nominato segretario generale del comitato del Partito comunista, la più alta carica amministrativa.
21 gennaio 1924 – Morte di Lenin: contrasto fra Trockij e Stalin per la supremazia, vinto da quest’ultimo, che procede all’intimidazione e all’annientamento degli oppositori.
1928 – Stalin pone fine alla NEP e implementa i piani quinquennali che accelerano l’industrializzazione e rendono l’economia totalmente pianificata dallo Stato.
1930-1940 – Grandi purghe: condanna a morte o alla prigione a vita di tutti gli oppositori o presunti tali, dei vecchi bolscevichi compagni di Lenin e degli intellettuali non allineati al regime.
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