Sparta e Atene furono le polis greche che raggiunsero il maggiore grado di sviluppo e potere, ma si differenziavano nettamente tra loro per stile di vita e ordinamento politico, e furono sempre divise da una profonda rivalità.
Atene
Atene si trova nella regione dell’Attica, nel territorio peninsulare sull’Egeo, in particolare si affaccia sulle insenature del Falero e del Pireo e a nord è sovrastata da formazioni calcaree (fra cui la celeberrima Acropoli). La sua origine è incerta e attribuita a personaggi mitologici come il re Teseo, e le popolazioni che la abitavano erano di stirpe ionica. Fu una delle sedi della civiltà micenea (II millennio a.C.) e iniziò l’ascesa politica guidata in origine da una monarchia e poi da arconti, magistrati nobili.
Le prime leggi scritte furono introdotte nel VII secolo a.C per volere della classe media (artigiani e mercanti) da Dracone, che fu però un legislatore molto severo. All’inizio del VI sec. a.C. il percorso verso la democrazia continuò con Solone, che stabilì diritti per tutti in base alla ricchezza, ma dopo pochi decenni Pisistrato e i suoi figli imposero la loro tirannia: solo nel 507 a.C. Clistene diede agli ateniesi vere e proprie istituzioni democratiche e rese Atene il centro cittadino (polis) più significativo di tutta la Grecia. Con Pericle, democraticamente eletto stratega, la città affrontò e vinse l’impero persiano. Pericle guidò Atene per circa trent’anni, introducendo diverse riforme politiche all’interno e tentando una continua espansione in campo esterno. Pericle favorì un’intensa attività urbanistica e a lui si devono l’edificazione del Partenone e dei Propilei. Nel 430 a.C. perse la guida della città, soprattutto in seguito alla guerra del Peloponneso.
Con Pericle si ebbe il periodo di massimo splendore ed estensione: Atene divenne il centro morale, politico e culturale della Grecia (ricordiamo i filosofi Socrate, Anassagora e Protagora, i tragediografi Sofocle ed Euripide, lo storico Erodoto), affermandosi come potenza commerciale e militare. Ottenne il predominio sui mari grazie a una efficientissima flotta, che le valse la supremazia sulla lega delio-attica, il patti di alleanza tra le città ioniche.
Il periodo di splendore durò pochi decenni perché iniziò il conflitto con Sparta (guerra del Peloponneso), dopo il quale Atene perse la sua egemonia.

Uno dei simboli di Atene è il Partenone, fatto costruire da Pericle a metà del V sec. a.C
Sparta
Sparta antica era posizionata su sei colli, cinta da mura. Le origini di Sparta sono collegate con l’invasione dorica della Grecia nel 1200 a.C: i dori si insediarono nel Peloponneso meridionale, ponendo il centro del proprio potere nella città di Lacedemone, che poi diventerà Sparta. Il nome deriva dagli spartiati, i discendenti dei dori che costituirono il gruppo sociale dominante nella struttura politica della polis.
Sparta era un’oligarchia basata su un sistema militarizzato regolato dalle leggi di Licurgo. Divenne ben presto molto potente, infatti nel 550 a.C. dominava gran parte del Peloponneso e costituiva la più grande potenza del mondo ellenico. Grande strumento del suo predominio fu la lega peloponnesiaca nella quale entravano, come alleati, i popoli vinti.
La popolazione era divisa in spartiati (cittadini di pieno diritto e soldati), perieci (liberi, ma esclusi dalle cariche pubbliche) e iloti (discendenti delle popolazioni sottomesse dai dori, privi di ogni diritto). Erano previsti, come organi di governo, due re, ventotto geronti (anziani che costituivano il senato), l’apella (assemblea popolare), gli efori (ispettori), cinque magistrati.
La rivalità con Atene si trasformò in conflitto aperto che portò all’abbattimento di Atene (404 a.C.) e all’affermazione dell’egemonia di Sparta sulla Grecia. Perse il suo predominio dopo la sconfitta inflittale dai tebani a Leuttra (371 a.C.). Per un breve periodo Tebe tolse a Sparta l’egemonia, ma dopo dieci anni perse anch’essa questo ruolo e iniziò una crisi sociale e politica del sistema delle polis, che favorì l’ascesa dei macedoni con Filippo di Macedonia e il figlio Alessandro Magno.

Lo spartano più famoso: Leonida, il re che guidò la battaglia dei Trecento alle Termopili contro i persiani
Guerra del Peloponneso
La rivalità fra Sparta e Atene culminò nella guerra del Peloponneso, durata ventisette anni (431-404 a.C). Nella guerra si fronteggiarono non solo le due città, ma tutte le polis della lega del Peloponneso al fianco di Sparta e quelle della lega delio-attica al fianco di Atene. I primi erano più forti a terra, i secondi sul mare.
Pericle inizialmente adottò una strategia vincente chiudendo la città per evitare lo scontro diretto con l’esercito spartano, ma una terribile peste si abbatté su Atene provocando una strage nella popolazione ammassata nelle mura. Dopo dieci anni di guerra senza un vincitore, i contendenti cercarono una pace (pace di Nicia) che però durò poco: Atene spostò la guerra in Sicilia, dove trovò una terribile sconfitta, e Sparta approfittò di quella debolezza per contrattaccare, chiedendo aiuto anche ai persiani.
Nel 404 a.C Atene si arrese a un lunghissimo assedio e perse il potere, la flotta e l’autonomia, mentre Sparta diventò la nuova potenza egemone della Grecia.
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