SNella seconda metà dell’Ottocento l’Europa incominciò ad aprirsi al confronto con nuove potenze, il Giappone e gli Stati Uniti, mentre nei Paesi europei più potenti si verificarono significativi cambiamenti.
La nascita dell’imperialismo giapponese
Nel 1854 gli occidentali intervennero militarmente per obbligare il Giappone ad aprirsi al commercio internazionale. L’ultimo shogun dette le dimissioni, il feudalesimo fu abolito e l’imperatore si stabilì a Tokyo. Vennero adottate le tecniche e le istituzioni occidentali (costituzione del 1889) per fare del Giappone una grande potenza economica e politica. Fu un periodo di espansione verso l’estero: al termine della guerra cino-giapponese (1894-1895), il Giappone acquisì Formosa; uscito vincitore dalla guerra russo-giapponese (1905), si impose in Manciuria e in Corea, Paesi che annetté al proprio territorio nel 1910.
Il Regno Unito e la regina Vittoria
Il regno di Vittoria fu portatore di pace e di progresso; il movimento riformista allargava poco a poco lo spazio delle classi medie, mentre il cartismo (movimento politico-sociale il cui nome derivava dalla Carta del Popolo presentata alla Camera dei Comuni con una petizione firmata da oltre un milione di persone) consentì lo sviluppo del sindacalismo (Trade Union Act, 1871). Edoardo VII, successore di Vittoria, promosse la Cordiale intesa franco-inglese (1904).
Bismarck e la nascita della Germania
In Prussia, Guglielmo I divenne re nel 1861. Fautore di una politica autoritaria e antiliberale, trovò un appoggio nel cancelliere Otto von Bismarck cui affidò la direzione del suo governo. Dopo le vittoriose campagne di guerra contro l’Austria e la Francia, Guglielmo I fu incoronato imperatore di Germania, a Versailles. Bismarck svolse un ruolo fondamentale nell’unificazione della Germania. Occupò lo Schleswig-Holstein e il Lauenburg combattendo a fianco dell’Austria contro la Danimarca. Schierato con l’Italia, sconfisse l’Austria e la espulse dalla confederazione germanica del Nord. L’unificazione del Paese si concluse con la vittoria sulla Francia e l’acclamazione dell’impero germanico. Lottò contro i cattolici nel conflitto Kulturkampf e si oppose alle conquiste socialiste, sia con leggi straordinarie sia con riforme sociali. Fu presidente del Congresso di Berlino e strinse la Triplice Alleanza tra Regno d’Italia, Germania e Austria (che costituivano già la Duplice Alleanza). Diede impulso alla politica coloniale tedesca nel territorio meridionale dell’Africa. All’ascesa al trono di Guglielmo II, avverso alla politica del cancelliere, Bismarck si dimise dall’incarico.

Statua di Bismarck ad Amburgo: il cancelliere prussiano fu uno dei protagonisti della seconda metà dell’Ottocento, conducendo una politica che portò sia alla nascita della Germania sia a un nuovo equilibrio tra le potenze europee
La Russia
Durante la guerra di Crimea la Russia fu sconfitta dalla Francia e dalla Gran Bretagna, alleate dell’impero ottomano. Si espanse però in Asia, annettendo la regione compresa tra l’Amur, l’Ussuri e il Pacifico, quindi conquistò l’Asia centrale. Alessandro II affrancò i servi, che rappresentavano ancora un terzo della popolazione contadina, e istituì gli zemstvo (una forma di governatorato locale). Queste riforme non soddisfecero l’intellighenzia rivoluzionaria che aderì al nihilismo e successivamente al populismo. Nel 1878, il congresso di Berlino limitò l’influenza acquisita dalla Russia nei Balcani grazie alle sue vittorie sugli ottomani. Dopo l’assassinio di Alessandro II, Alessandro III limitò l’applicazione delle riforme del regno precedente e, verso gli stranieri, perseguì una politica di russificazione e di proselitismo ortodosso. Il Paese conobbe una rapida industrializzazione alla fine del secolo.
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