La Seconda guerra d’indipendenza italiana fu preparata da astute manovre diplomatiche di un Regno di Sardegna affidatosi nelle mani del conte Camillo Benso di Cavour. Dopo la sconfitta nella Prima guerra d’indipendenza, salito al trono, Vittorio Emanuele II si occupò di risanare la situazione economica dello Stato, anche con l’aiuto di Cavour.
Allo scoppio della guerra di Crimea (Gran Bretagna, Francia e Impero ottomano contro la Russia), Cavour appoggiò militarmente gli alleati e al congresso di Parigi il Regno di Sardegna divenne il punto di riferimento del movimento liberale in Italia.
La guerra di Crimea avvicinò il Regno di Sardegna alla Francia di Napoleone III, avvicinamento concretizzatosi negli accordi di Plombières che prevedevano a breve una guerra (difensiva) comune contro l’Austria e stabilivano, in caso di vittoria, il passaggio del Lombardo-Veneto a Vittorio Emanuele II, che in cambio avrebbe ceduto Nizza e Savoia a Napoleone III.
Grazie ad astute manovre diplomatiche, Cavour ottenne che l’intervento armato partisse dall’Austria, giustificando la Seconda guerra d’indipendenza secondo gli accordi di Plombières.

Vittorio Emanuele II (1820-1878), re di Sardegna e primo re d’Italia
Il re Vittorio Emanuele II assunse il comando dell’esercito, che si unì alle truppe francesi allorché Napoleone III giunse ad Alessandria. Le battaglie di Palestro e Magenta decretarono la supremazia degli alleati franco-piemontesi e Napoleone III e Vittorio Emanuele II entrarono trionfanti in Milano. Intanto Giuseppe Garibaldi con i suoi Cacciatori delle Alpi proseguiva con la presa di Bergamo, Brescia e Salò. Nonostante l’esonero del comandante Gyulai e l’assunzione del comando delle truppe austriache da parte dell’imperatore Francesco Giuseppe, le sorti delle battaglie di Solferino e S. Martino furono ancora favorevoli ai franco-piemontesi; preoccupato per le perdite e per un possibile intervento della Prussia, Napoleone III propose quindi l’armistizio a Francesco Giuseppe (Villafranca) e in seguito fu firmata la pace a Zurigo. La Lombardia fu ceduta alla Francia, che a sua volta l’avrebbe ceduta a Vittorio Emanuele, mentre Parma, Modena e Firenze decretarono l’annessione al regno di Sardegna.
Cronologia
1853-1856 – Guerra di Crimea: conflitto per il controllo dei Balcani e del Mediterraneo che vide la Russia contrapposta all’Impero ottomano, sostenuto da Francia e Gran Bretagna (con l’appoggio di un corpo di spedizione del Regno di Sardegna).
luglio 1858 – Accordi di Plombières: Cavour, primo ministro del Piemonte, stringe accordi segreti con Napoleone III per stipulare un’alleanza sardo-francese contro gli austriaci.
aprile 1859 – L’Austria manda al regno di Sardegna un ultimatum imponendogli di disarmare le proprie truppe, pena l’attacco: è l’occasione che Cavour aspettava per provocare la guerra senza attaccare per primo, condizione per la validità degli accordi di Plombières e l’intervento francese al fianco dei piemontesi.
maggio-giugno 1859 – Battaglia di Palestro e battaglia di Magenta: vittorie degli eserciti franco-piemontesi, che si aprono la strada verso la Lombardia e costringono gli austriaci alla ritirata.
24 giugno 1859 – Battaglia di Solferino e di San Martino: vittoria decisiva dei franco-piemontesi.
11 luglio 1859 – Armistizio di Villafranca: cessione della Lombardia al regno di Sardegna.
marzo 1860 – Trattato di Torino: dopo aver annesso Parma, Modena e la Toscana con plebisciti popolari, per evitare le ire di Napoleone III Cavour cede alla Francia la Savoia e Nizza.
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