La rivoluzione inglese fu una guerra civile che si verificò in Inghilterra nella seconda metà del Seicento, sviluppandosi in due fasi, dopo il consolidamento della monarchia.
In Inghilterra il protestantesimo si era affermato sotto Edoardo VI, ma Maria I Tudor, detta la Cattolica o la Sanguinaria, tentò una restaurazione cattolica. Il suo matrimonio con Filippo II di Spagna e il suo tentativo di restaurare il cattolicesimo la resero presto impopolare, specialmente quando abrogò le leggi religiose di Enrico VIII e del suo predecessore. Accettò l’Atto di supremazia e solo nel 1544 ottenne il riconoscimento alla sua legittima aspirazione al trono avviando le trattative con il papato per riconciliarsi con Roma. Il suo soprannome derivò dalle sanguinarie persecuzioni ai danni dei protestanti, eseguite anche con il supporto del suo consigliere, il cardinale Pole. Intervenne contro la Francia a favore del marito Filippo d’Asburgo succeduto a Carlo V. Perse l’ultimo baluardo inglese in Francia, Calais, che fu occupata dalle truppe francesi.
Il protestantesimo tornò a trionfare con Elisabetta I. La vittoria di questa contro la Spagna (Invincible Armada) prefigurò l’ascesa della potenza inglese. Nel 1603 Giacomo Stuart, re di Scozia, ereditò la corona inglese e divenne Giacomo I d’Inghilterra, riunendo a titolo personale le corone dei due regni. Il suo autoritarismo, in materia religiosa (si impegnò a imporre l’anglicanesimo) e in politica, lo rese piuttosto impopolare.
La prima rivoluzione inglese
A Giacomo I succedette il figlio Carlo I. Ben presto, il re si scontrò per ragioni fiscali con il parlamento, nel quale si organizzò l’opposizione puritana, che chiedeva anche le nomine elettive per il clero. In conseguenza di ciò, il re sciolse il parlamento e iniziò un governo assolutista. Intanto, in Irlanda i cattolici si ribellavano al dominio di un re protestante. Nel 1642 la rivolta del parlamento si trasformò in una vera e propria guerra civile tra monarchici e parlamentari, questi ultimi rappresentati dall’esercito puritano guidato da Oliver Cromwell e, nel 1649, Carlo I venne messo a morte.
Dopo aver sottomesso l’Irlanda cattolica e la Scozia fedele agli Stuart, Cromwell instaurò il regime personale del protettorato o Commonwealth. All’estero, egli condusse una politica mercantilista (atto di navigazione) che lo oppose alle Province Unite e alla Spagna. Gli succedette il figlio Richard Cromwell, che poco dopo rassegnò le dimissioni; venne quindi restaurata la dinastia Stuart.
La seconda rivoluzione inglese
La seconda rivoluzione inglese fu detta anche Gloriosa Rivoluzione perché avvenne in modo sostanzialmente pacifico, tranne che in Irlanda. I regni di Carlo II e Giacomo II rappresentarono di nuovo un periodo di conflitti con il parlamento che suscitarono l’intervento di Guglielmo d’Orange. Nel 1688 il parlamento offrì la corona a Maria II Stuart e al marito Guglielmo III d’Orange che regnarono congiuntamente dopo aver garantito la Dichiarazione dei Diritti. Le libertà tradizionali vennero consolidate, mentre si accentuarono le tendenze protestanti.
Nel 1701 gli Stuart sono esclusi dalla successione a vantaggio degli Hannover (Atto di disposizione). Sotto il regno di Anna Stuart, la guerra di successione di Spagna rafforzò la potenza marittima inglese e l’Atto di unione unì definitivamente i regni di Scozia e d’Inghilterra (regno di Gran Bretagna). Nel 1714 il Paese passò sotto la sovranità degli Hannover e il regno di Giorgio I, più tedesco che inglese, favorì la permanenza al potere degli whig (partito progressista opposto ai tory, che sosteneva una politica di resistenza al sovrano e la tolleranza religiosa) che dominarono la vita politica fino al 1762.

Statua di Oliver Cromwell a Londra: Cromwell fu il simbolo della rivoluzione inglese, ma fu deviato dalla stessa sete di potere personale che si era promesso di combattere
Cronologia
1629 – Carlo I scioglie il parlamento diventando un monarca assoluto.
1641 – Rivolta in Irlanda contro i protestanti: il re deve riconvocare il parlamento per ottenere i finanziamenti all’intervento, ma i parlamentari, guidati da John Pym, ne approfittano per imporgli l’approvazione di una nuova Magna charta che limiti i poteri del re.
1642 – Guerra civile tra parlamentari e monarchici.
1649 – Cattura e decapitazione di Carlo I: fine della monarchia e inizio della dittatura personale di Oliver Cromwell, che si dedica alla conquista di Irlanda e Scozia in modo molto violento.
1659 – Restituzione dei poteri al parlamento e ripristino della monarchia con Carlo II Stuart: dopo la morte di Cromwell, non c’è più una figura in grado di guidare la rivoluzione.
1687 – Dichiarazione di indulgenza: il re Giacomo II sospende le leggi contro i cattolici e li ammette alla cariche civili e militari, causando la ribellione del clero anglicano e l’offerta della corona inglese a Guglielmo III d’Orange, marito di una figlia di Giacomo II.
1689 – Bill of rights: Guglielmo III e Maria II diventano re e regina d’Inghilterra dopo aver concesso la Dichiarazione dei diritti, che trasformava il regime inglese in una monarchia costituzionale.
Indice materie – Storia – Rivoluzione inglese