La rivoluzione industriale fu il processo di cambiamento economico che tra il XVIII e il XIX secolo trasformò la società da agricola e commerciale a industriale, con l’introduzione delle macchine e del combustibile fossile come fonte energetica.
In Occidente, infatti, nel XVIII secolo si hanno profonde trasformazioni economiche e sociali che creano le premesse della moderna società. Le rivoluzioni americana e francese, l’espansione demografica dovuta alle migliorate condizioni igienico-sanitarie (scomparsa della peste) e alla diminuzione delle carestie, e le innovazioni tecnologiche portarono a grandi mutamenti. Anche in agricoltura la tecnologia provocò una diminuzione della domanda di manodopera con conseguente spostamento di molti contadini verso le città. Nel XIX sec. furono raccolti i frutti dei cambiamenti del secolo precedente.
A partire dal 1760, in Inghilterra, grazie allo sfruttamento di nuove fonti di energia (idraulica e a vapore) nel processo produttivo, l’attività artigianale venne sostituita nel corso della rivoluzione industriale con la produzione in fabbrica. Si parla di prima rivoluzione industriale per le innovazioni che derivarono tra fine Settecento e inizio Ottocento dal perfezionamento della macchina a vapore, e di seconda rivoluzione industriale per quelle introdotte grazie all’elettricità e al petrolio nella seconda metà dell’Ottocento.
La rivoluzione industriale si sviluppò dapprima in Inghilterra perché le risorse naturali delle miniere di carbone favorirono il processo. Nel 1825 venne inaugurata la prima linea ferroviaria a trazione meccanica (locomotiva di Stephenson) che congiungeva Stockton a Darlington. In Italia le ferrovie vennero inaugurate nel 1839 nel tratto Napoli-Portici. Lo scavo del Frejus, iniziato nel 1857, diede un notevole impulso ai collegamenti ferroviari. La rivoluzione industriale ebbe notevoli conseguenze sociali, con un progressivo inurbamento, provocando anche fenomeni di rivolta (il luddismo, movimento operaio inglese dell’inizio del XIX sec., consistente nella distruzione delle macchine che si riteneva minacciassero l’occupazione, il cui nome deriva dal fondatore).
La rivoluzione industriale non fu fenomeno tipicamente inglese; in Europa riguardò alcune regioni come la Francia, la Prussia e zone particolari dell’impero austro-ungarico e dell’Italia settentrionale; in America riguardò la parte settentrionale degli Stati Uniti.
Agricoltura e commerci decollarono, con conseguente accumulo di capitali e crescita demografica. Nacque il capitalismo, sistema economico basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e dei capitali e sulla centralità dei mercati nel causare i rapporti di scambio. Si svilupparono nuove classi sociali, la borghesia capitalistica, che controllava i sistemi di produzione, e il proletariato che cedeva ai capitalisti il proprio lavoro in cambio di un salario.

La rivoluzione industriale cambiò anche il volto delle città, che si espansero e videro sorgere dei “villaggi” intorno alle fabbriche per fornire alloggi agli operai, spesso trasferitisi dalle campagne
Cronologia
1769 – James Watt brevetta la macchina a vapore ottimizzata come fonte di energia.
1819 – Prima traversata dell’Atlantico con una nave a vapore.
1811 – Rivolta dei luddisti: distruzione delle macchine da lavoro da parte degli operai che chiedono diritti e protezione sociale, sulla scia del gesto dell’operaio Ned Ludd.
1825 – Inaugurazione, in Inghilterra, della prima linea ferroviaria.
1830-31 – Riduzione della giornata lavorativa a dieci ore per donne e bambini.
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