La rivoluzione francese fu un evento politico, culturale, sociale che sconvolse con la violenza la Francia della fine del Settecento e ne cambiò il volto.
La Francia, fiaccata dalle molte guerre del XVIII sec., versava in condizioni economiche e finanziarie disastrose. Inoltre, il sostegno all’indipendenza americana contro l’Inghilterra aveva costituito un ulteriore sforzo notevole. Nonostante l’opera del controllore delle finanze nominato dal re, Necker, le casse dello Stato erano pressoché vuote e le tensioni accrebbero con la carestia che nel 1788 mise in ginocchio l’agricoltura francese.
Sotto la pressione delle rivolte popolari dei ceti più poveri, il re Luigi XVI fu costretto a convocare gli Stati Generali, cosa che non succedeva dal 1614. Fu chiara la sempre maggiore importanza assunta del Terzo Stato che rivendicò il diritto di dichiararsi Assemblea nazionale, con l’intento di dotare la Francia di una costituzione. Il 14 luglio 1789 il popolo parigino insorse e prese la Bastiglia, simbolo della monarchia assolutista. Iniziava un nuovo regime, in contrapposizione con l’Ancien Régime che indicava il sistema politico e socio-economico della Francia prerivoluzionaria. L’Assemblea abolì tutti i diritti feudali e i privilegi dei nobili e del clero.
La borghesia istituì una milizia cittadina permanente, la Guardia Nazionale, guidata da Lafayette. In agosto l’assemblea votò la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, che sanciva i diritti personali di libertà e riconosceva l’inviolabilità della proprietà privata e l’uguaglianza dei cittadini. L’assemblea costituente che aveva formulato la nuova costituzione Francese si sciolse nel 1791 per dare vita all’assemblea legislativa. Luigi XVI, nel frattempo, avendo cercato invano di fuggire, fu arrestato a Varennes e ricondotto a Parigi.
Le vicende interne della rivoluzione si sovrapposero alle vicende politiche europee, in quanto nel maggio 1790 l’assemblea dichiarò guerra all’Austria, con la conseguente invasione delle Tuileries. Il clima nella capitale si stava sempre più avvelenando, con le rivolte dei sanculotti e i sostenitori più accesi della democrazia, i cordiglieri (tra cui Marat e Danton). In questo clima maturò il massacro del Campo di Marte in cui la guardia nazionale represse nel sangue una dimostrazione repubblicana. La repubblica fu proclamata nel settembre del 1792.
Il 21 gennaio 1793 il re Luigi XVI fu giustiziato e ciò provocò viva indignazione presso le corti europee, che si coalizzarono contro la Francia rivoluzionaria: Inghilterra e Austria guidavano la coalizione dalla quale rimasero fuori solo la Svizzera e i Paesi scandinavi. Nel frattempo, a Parigi, il conflitto tra le varie anime della rivoluzione andava sempre più radicalizzandosi: le ali più moderate (i girondini) vennero sopraffatte da quelle più estremiste della rivoluzione (la Montagna) composte dai cordiglieri e dai giacobini guidati da Robespierre, Danton e Marat. Dopo l’approvazione della costituzione, il governo fu affidato a un Comitato di Salute pubblica, dominato da Robespierre, che impose un periodo di violenze e terrore, di esecuzioni sommarie e di processi farsa che mandavano alla ghigliottina chiunque fosse sospettato di tramare contro la rivoluzione. Il 27 luglio 1794 Robespierre e gli altri rappresentanti del Comitato furono fatti arrestare da una coalizione di deputati (i termidoriani, dal nome del mese di luglio; durante la rivoluzione, infatti, i nomi dei mesi erano stati cambiati); il giorno seguente furono giustiziati.
I termidoriani e gli ex girondini rimasero al potere anche dopo lo scioglimento della Convenzione e la creazione di un nuovo regime repubblicano. Tale regime dovette affrontare un grave periodo di instabilità; in politica estera creò un sistema di Stati satelliti (le repubbliche Batava, Cispadana, Ligure, Cisalpina, Elvetica, Romana, Partenopea). Proprio il crollo di tali repubbliche, provocato da sconfitte militari, portò al colpo di Stato del 18 brumaio (novembre 1799) che abbatté il Direttorio e consegnò la repubblica nelle mani di Napoleone Bonaparte.

“La libertà che guida il popolo”, di Delacroix, è il quadro simbolo della rivoluzione francese, conservato al Louvre
Cronologia
1789 – Convocazione degli Stati Generali per discutere della disastrosa situazione finanziaria francese e delle misure proposte dai ministri del re Luigi XVI: il Parlamento stabilisce che il voto debba avvenire per stato, cioè uno per ogni classe sociale, favorendo esplicitamente gli interessi di clero e nobiltà, il cui voto spesso coincideva, a discapito di quelli del popolo. Il Terzo Stato, per questo, si riunisce in un’Assemblea Nazionale costituente, che il re cerca ripetutamente di smantellare.
14 luglio 1789 – Presa della Bastiglia: la popolazione di Parigi in rivolta assalta la prigione-fortezza della Bastiglia, ritenuta simbolo del potere monarchico. Iniziano le distruzioni e le esecuzioni di chi occupa ruoli di potere.
agosto 1789 – Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino: documento giuridico ispirato dai principi dell’illuminismo, proposto dal generale La Fayette e approvato dall’Assemblea costituente, che dà avvio alle riforme.
1791 – Il re Luigi XVI tenta di fuggire a Varennes, dimostrando alla popolazione che non aveva intenzione di accettare il nuovo ordine, come aveva voluto far credere, ma stava invece tentando di ricevere appoggio dalle potenze straniere per restaurare la monarchia assoluta: tutta la famiglia reale viene arrestata.
17 luglio 1791 – Eccidio di Campo di Marte: rottura tra i rivoluzionari radicali, che chiedono la democrazia, e quelli moderati, che sostengono la monarchia costituzionale appena creata.
settembre 1792 – Proclamazione della repubblica: i deputati radicali prevalgono su quelli moderati.
gennaio 1793 – Esecuzione di Luigi XVI come traditore della nazione: le potenze europee reagiscono riunendosi in una coalizione contro la Francia rivoluzionaria, dove gli estremisti si affermano sempre di più, giustiziando tutti gli oppositori o presunti tali e portando al regime del terrore di Robespierre.
1794 – Arresto di Robespierre e fine del regime del terrore: nuova costituzione e nuovo periodo di instabilità costante.
1797 – Il generale Napoleone Bonaparte guida le armate francesi in Italia per creare delle “repubbliche sorelle” nella penisola, eliminate l’anno dopo dall’intervento delle potenze straniere preoccupate per la diffusione della rivoluzione fuori dai confini francesi.
1799 – Colpo di Stato: Napoleone rovescia il Direttorio e dichiara conclusa la rivoluzione francese, instaurando un regime autoritario retto da altri due consoli, oltre a lui.
1804 – Napoleone si fa proclamare imperatore con un plebiscito e restaura la monarchia, anche se costituzionale.
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