A est dell’attuale Germania nel Seicento si stava sviluppando una nuova potenza: la Prussia, che prendeva il nome dall’antica tribù baltica dei prussi.
La Prussia (regione storica oggi divisa fra Polonia e Russia, a partire dal 1871 parte della Germania fino alla caduta del Terzo Reich) era stata conquistata dai cavalieri teutonici e colonizzata da popolazioni tedesche. Nel 1525 fu trasformata in un ducato assegnato ad Alberto di Hohenzollern e la formazione di un vero e proprio Stato prussiano iniziò grazie ai principi tedeshci Hohenzollern, che unirono al ducato prussiano la marca di Brandeburgo e il ducato di Kleve.
Nel 1648 si costituì un unico Stato (con Pomerania e Magdeburgo) sotto Federico Guglielmo il Grande, che rafforzò la sovranità su tutti i territori, a discapito della frammentazione.
A imporre la Prussia come una presenza europea importante fu il nipote Federico Guglielmo I, che creò un ceto aristocratico fedele e un esercito, bonificò i territori e sviluppò l’economia e la società dando anche accoglienza ai protestanti perseguitati in Francia. Federico I ottenne poi il titolo di re dello Stato prussiano (1701).
Fu poi il successore Federico II ad avviare una decisa politica espansionistica sia a Oriente sia a Occidente, portata avanti per tutto il secolo successivo fino a che la Prussia non diventò una vera e propria potenza europea.

La collocazione geografica della Prussia, tra Europa centrale e mar Baltico
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