L’Italia nel Cinquecento e nel Seicento era suddivisa in repubbliche o principati sempre più estesi territorialmente e importanti anche a livello europeo.
Il ducato di Savoia, la signoria dei Medici a Firenze e quella dei Visconti (poi Sforza) a Milano vissero più di tutte un periodo di splendore in questa epoca in Italia.
Con una brillante politica diplomatica Venezia seppe sfruttare a suo favore le rivalità dei suoi nemici e riuscì a far sciogliere la lega di Cambrai. Successivamente, partecipando alla Lega santa voluta da Giulio II in funzione antifrancese, Venezia riuscì a limitare le perdite; in seguito alla vittoria di Lepanto contro i turchi, la repubblica di Venezia iniziò un periodo di neutralità politica nel tentativo di salvare la propria indipendenza.
La repubblica di Genova, invece, possesso degli Sforza, poi dei francesi, riconquistò l’autonomia, pur nell’ambito spagnolo, con il governo aristocratico di Andrea Doria (1528). Occupata dagli austriaci (1746) se ne liberò con un moto popolare.
Lo Stato pontificio, infine, tra il XVI e il XVII sec. si espanse con l’acquisizione di Ravenna, Ferrara, Urbino, ma non seppe porre rimedio all’inefficienza dell’amministrazione e al malgoverno locale, cause di una diffusa povertà.
Nel 1527 Roma fu saccheggiata dalle truppe luterane di Carlo V (i lanzichenecchi), un evento che sottolineo come con la Riforma il potere temporale della Chiesa fosse in declino. La decadenza politica continuò per quasi un secolo quando, con la sconfitta nella guerra di Castro (1641-44) subita a opera dei Farnese, si ebbe anche una grave crisi economica.

La bandiera della Repubblica di Venezia
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