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Guerra dei trent’anni

La Guerra dei trent’anni fu sia una guerra di religione tra cattolici e protestanti, sia una guerra politica tra gli Asburgo, che volevano uno Stato egemone nell’area tedesca, e Francia e Svezia che volevano allargare la loro influenza.

La guerra si svolse nell’Europa continentale tra il 1618 e il 1648 e fu suddivisa in quattro fasi. La prima, detta boemo-palatina (1618-1624) si svolse in Boemia ed ebbe origine dalla ribellione dei protestanti boemi contro l’imperatore Ferdinando II di Asburgo, che era venuto meno alle concessioni di libertà religiose e di culto fatte con la Lettera di maestà (defenestrazione di Praga). La rivolta portò all’elezione a sovrano, da parte dei boemi, del capo dell’Unione evangelica, il palatino Federico V. La risoluzione arrivò con la battaglia della Montagna Bianca vicino a Praga che si concluse con la sconfitta dei boemi (1620). L’imperatore non tardò a invadere il Palatinato, espropriando poi la nobiltà boema a favore di quella straniera cattolica e spostando così il potere in Germania verso i cattolici.

La minaccia di un possibile accesso degli Asburgo al Baltico provocò l’intervento del re di Danimarca Cristiano IV e fu all’origine della seconda fase del conflitto, quella danese (1626-1629). Il re danese, nel suo tentativo di sostenere i protestanti, fu sconfitto a Dessau (1626) e firmò la pace di Lubecca (1629).

Le mire egemoniche degli Asburgo iniziarono a preoccupare i principi protestanti e la Francia, grazie all’opera di Richelieu, riuscì a convincere Gustavo Adolfo di Svezia a entrare in guerra e ad aprire una terza fase, quella svedese (1630-1634). Dopo la vittoria di Breitenfeld del 1631, il sovrano svedese invase la Baviera battendo Wallenstein a Lützen (1632), ma perse ivi la vita. La guerra venne portata avanti dal cancelliere Oxenstierna, ma terminò con la netta sconfitta della Svezia a Nordlingen, seguita dalla pace di Praga con l’imperatore.

La Francia continuò a non accettare la supremazia asburgica e decise di intervenire direttamente, aprendo così l’ultima fase, detta francese (1635-1648). I francesi vennero affiancati da svedesi, olandesi, duca di Savoia, Mantova e Parma e sconfissero gli spagnoli (che erano contemporaneamente impegnati contro i rivoltosi di Catalogna e Portogallo) a Casale, Rocroi e Lens. Altre vittorie vennero riportate sugli imperiali a Breitenfeld, Jancovic in Boemia e Zusmarshausen. Dopo una serie di sconfitte. Filippo IV re di Spagna accantonò il suo ministro Olivares, sostenitore della guerra; in seguito a ciò e alla morte di Richelieu e Luigi XIII, tra i principali conduttori del conflitto, subentrò una certa stanchezza dei contendenti. Si approdò alla pace di Westfalia del 1648, con cui l’imperatore accettò la sconfitta e riconobbe la perdita dell’egemonia sugli Stati tedeschi. Nel frattempo la Spagna, pur indebolita, continuò la sua guerra contro la Francia fino alla pace dei Pirenei del 1659.

Guerra dei trent'anni

Incisione che rappresenta la riunione per la firma della pace di Vestfalia, che pose fine alla guerra dei trent’anni, anche se in realtà si dovettero svolgere trattative separate per cattolici e protestanti

Cronologia

1618 – Defenestrazione di Praga: Ferdinando II d’Asburgo, dopo essere diventato re di Boemia, revoca la libertà di culto concessa dieci anni prima dalla lettera di maestà di Rodolfo II, causando una violenta ribellione, al culmine della quale due luogotenenti dell’imperatore e il segretario del Consiglio reale furono scaraventati giù dalle finestre del palazzo reale. Inizia la Guerra dei trent’anni.

1619 – Elezione di un nuovo re da parte dei boemi: Federico V, che però non riuscì a guadagnarsi il favore né del popolo né dei nobili e fu troppo debole per tenere sotto controllo i conflitti interni tra cattolici e protestanti.

1620 – Battaglia della Montagna Bianca: Ferdinando II e i suoi alleati invadono la Boemia, sconfiggono le forze di Federico V e annettono il Paese all’impero asburgico (fine della fase boemo-palatina del conflitto).

1626 – Cristiano IV di Danimarca decide di intervenire in Germania a sostegno dei protestanti, trovando alleati nelle Province Unite dei Paesi Bassi e nell’Inghilterra.

1626 – Battaglia di Dessau e battaglia di Lutter: sconfitte definitive dei danesi, ma le forze imperiali proseguono la guerra cercando di invadere la stessa Danimarca.

1629 – Trattato di Lubecca: Cristiano IV mantiene il controllo della Danimarca rinunciando a sostenere la causa protestante (fine della fase danese del conflitto).

1630 – Gustavo II Adolfo di Svezia invade i territori tedeschi dell’impero per difendere il protestantesimo e ottenere influenza sul mar Baltico.

1631-32 – Battaglia di Breitenfeld e battaglia di Lützen: decisive vittorie svedesi che permette all’esercito di arrivare fino in Baviera, a costo però della morte di Gustavo Adolfo.

1634 – Battaglia di Nördlingen: definitiva sconfitta svedese da parte del rinforzato esercito asburgico.

1635 – Pace di Praga: divieto per i principi di tedeschi di formare alleanze con forze esterne o interne all’impero, unificazione degli eserciti germanici, concessioni ai protestanti (fine della fase svedese del conflitto).

1640 – I francesi, dopo aver trovato alleati negli svedesi, intervengono nei territori tedeschi e raccolgono vittorie e sconfitte mai decisive nei primi anni.

1648 – Battaglie decisive di Zusmarshausen e di Lens: sconfitta imperiale e firma della pace di Vestfalia, che riconosce di fatto la frammentazione del Sacro romano impero in tanti Stati germanici indipedenti.

 

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