Gaio Giulio Cesare aveva origini aristocratiche ma la sua famiglia non era ricca, e si schierò con la fazione dei populares, i democratici, opposta a quella dei senatori conservatori. Guadagnò prestigio grazie alla carriera militare e riuscì a ricoprire cariche politiche importanti grazie all’appoggio del popolo, ma la sua posizione vacillò con la congiura di Catilina, a cui Cesare fu sospettato di aver preso parte, almeno inizialmente. Riuscì a discolparsi brillantemente e proseguì la propria corsa al potere cercando l’appoggio di Pompeo e Crasso con il triumvirato. Dopo la nascita del triumvirato, Cesare iniziò la campagna militare per conquistare la Gallia, che gli diede ulteriore prestigio, conducendolo all’elezione a console nel 59 a.C.
Dopo la morte di Crasso, Pompeo fu eletto console; l’avvicinamento di Pompeo al senato aumentò le possibilità di rottura con Cesare. Nel 51 a.C. la Gallia era sotto il controllo di Cesare, che pubblicò nello stesso anno i Commentari de bello gallico e dimostrò di avere ormai troppo potere concentrato nelle proprie mani.
Il senato ordinò a Cesare di lasciare il comando delle Gallie e affidò a Pompeo l’incarico di difendere la repubblica.
Opponendosi alle decisioni del senato, Cesare passò il Rubicone (con la celebre frase “il dado è tratto“) e occupò le città sulla costa adriatica. Pompeo si imbarcò per la Grecia e Cesare rimase unico padrone d’Italia. Cesare sconfisse in Spagna, in Sicilia e in Sardegna i luogotenenti di Pompeo. Cesare sbarcò in Epiro e, dopo la battaglia di Farsàlo, Pompeo, sconfitto, si rifugiò in Egitto dove Tolomeo lo fece uccidere. Nel frattempo Cesare aveva terminato i Commentari de bello civili.
Cesare si trovò coinvolto nelle questioni dinastiche egiziane e diede il proprio sostegno a Cleopatra che salì al trono contro il fratello, causando l’assedio di Alessandria d’Egitto. Liberatosi, Cesare tornò in guerra e sconfisse i pompeiano definitivamente in Africa e in Spagna. Potè quindi tornare a Roma e celebrare i trionfi per le proprie vittorie. Divenuto dittatore a vita e assunto, con il titolo di imperatore, il comando militare di tutti gli eserciti, riunì nella propria persona una serie di poteri che facevano di lui l’unico arbitro dello Stato romano. Fu console per dieci anni, pontefice massimo, ottenne la tribunicia potestas a vita ed esercitò i poteri di censore in quanto praefectus morum.

La statua di Giulio Cesare ai fori imperiali a Roma: è uno dei personaggi storici che ha avuto più influenza sulla storia e sulla cultura che lo hanno seguito
Il 15 marzo 44 a.C., durante le idi, Cesare fu assassinato da una congiura di senatori capeggiati da Cassio e Bruto (secondo la leggenda alla pugnalata di Bruto, Cesare avrebbe pronunciato la famosa frase “anche tu Bruto, figlio mio“, dove “figlio” starebbe per “persona cara”, non essendo Bruto né figlio naturale né figlio adottivo di Cesare). I funerali e la lettura del testamento di Cesare provocarono una sollevazione popolare contro i congiurati che si videro costretti a fuggire. L’anno successivo una legge proclamò la divinità di Cesare. Come erede aveva designato un giovane pronipote, Ottaviano.
Cronologia
100 a.C – Nascita di Giulio Cesare.
70-62 a.C – Cesare ricopre cariche politiche sempre più importanti. Nel 63 a.C viene coinvolto nella congiura di Catilina ma ne esce pulito.
60 a.C – Primo triumvirato con Pompeo e Crasso.
58-50 a.C – Cesare conduce la guerra in Gallia, fino a conquistarla interamente.
55-53 a.C – Spedizioni in Britannia.
52 a.C – Rivolta dei galli: definitiva repressione da parte di Cesare.
49 a.C – Cesare attraversa il Rubicone con l’esercito e assume il titolo di dittatore. Il senato gli dichiara guerra, cercando sostegno in Pompeo.
48 a.C – Battaglia di Farsalo: Cesare sconfigge Pompeo, che fugge in Egitto e lì trova la morte. Cesare si reca in Egitto e sostiene Cleopatra.
46-45 a.C – Sconfitta degli ultimi pompeiani in Africa e in Spagna.
15 marzo 44 a.C – Cesare viene assassinato nella curia da una congiura.
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