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L’Europa occidentale nel secondo dopoguerra

L’Europa occidentale nel secondo dopoguerra si dedicò alla ricostruzione politica ed economica, che fu accompagnata da un faticoso progresso sociale.

Regno Unito – Nel dopoguerra il laburista Attlee realizzò importanti progressi sociali, Elisabetta II succedette al padre Giorgio VI e agli inizi degli anni ’70 il conservatore Heath fece entrare il Regno Unito nel Mercato Comune e qualche anno dopo il governo conservatore di Margaret Thatcher sviluppò una politica di liberalismo stretto, di denazionalizzazione e di restaurazione monetaria. Nel 1982 l’Inghilterra sconfisse il tentativo di conquista delle Isole Falkland da parte dell’Argentina. Margaret Thatcher vinse per tre volte le elezioni e fu primo ministro segnando l’epoca della lady di ferro.

Francia – I decenni successivi alla Seconda guerra mondiale videro un enorme sviluppo economico del Paese, che dovette affrontare però le difficoltà legate alla decolonizzazione prima (anni Cinquanta) e alle proteste sociali (1968) poi. In quel periodo, dapprima De Gaulle fondò la Quinta Repubblica, ma dopo un lungo periodo di controllo del Paese, dovette rassegnare le dimissioni sotto la spinta delle proteste. Si ebbe una sempre crescente integrazione della Francia nelle strutture europee, delle quali peraltro fu una delle nazioni fondatrici.

Spagna – Già prima della Seconda guerra mondiale, la Spagna era diventata una repubblica. Nel 1936 il Fronte Popolare vinse le elezioni, ma pochi mesi dopo la rivolta del generale Franco segnò l’inizio della guerra civile spagnola, terminata con la vittoria dei franchisti. Franco, caudillo, capo di Stato a vita, governò con un partito unico. Il potere legislativo fu lasciato alle Cortes, assemblea non eletta. Durante la Seconda guerra mondiale, la Spagna, favorevole all’Asse, rimase in posizione di non belligeranza. Nel 1969 Franco scelse Juan Carlos di Borbone come successore. Dopo la morte di Franco, Juan Carlos I salì alla carica di re di Spagna e capo di Stato, in conformità con la legge e avviò la democratizzazione del regime. Fu aiutato in questa impresa dal governo centrista di Suarez e quindi da quello socialista di Gonzales. Nel 1982 la Spagna aderì alla NATO e qualche anno dopo il Paese confermò con un referendum la sua adesione a queste istituzioni ed entrò nella CEE.

L'Europa occidentale nel secondo dopoguerra

Il muro di Berlino divise la città dal 1961 al 1969 ed è il simbolo della guerra fredda nell’Europa occidentale del secondo dopoguerra

Germania – Nelle prime elezioni del dopoguerra, a seguito delle elezioni vinte dalla CDU (cristiano democratici), la Repubblica Federale Tedesca (RFT) fu governata dal cancelliere Adenauer. Con gli aiuti americani (piano Marshall), ci fu un rapido sviluppo economico. Dopo l’abrogazione dello stato di occupazione, gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito riconobbero con l’accordo di Parigi la restaurazione della sovranità della RFT come unica rappresentante del popolo tedesco. Negli anni ’50 la RFT entrò nella NATO (1955) e aderì alla CEE. La crisi di Berlino, provocata dall’URSS nel 1958, terminò con la costruzione del muro (1961), mentre all’Ovest si conseguiva il miracolo economico. Il cancelliere Kiesinger, cristiano-democratico, formò un governo di grande coalizione CDU-SPD (cristiano democratici e socialisti), mentre il cancelliere Brandt, socialdemocratico, formò un governo di piccola coalizione con il partito liberale. Egli basò la propria politica sull’apertura all’Est (Ostpolitik). Dopo aver concluso un trattato con l’URSS e riconosciuta la linea Oder-Neisse come frontiera della Polonia, la RFT firmò con la RDT (la comunista Repubblica Democratica Tedesca) il trattato fondamentale (1972) che sancì per la prima volta il riconoscimento reciproco delle due nazioni tedesche come stati sovrani). Con il cancelliere Schmidt, socialdemocratico, la coalizione con i liberali si mantenne al potere, mentre successivamente il cancelliere Kohl, cristiano democratico, formò un governo di coalizione con il partito liberale; i verdi fecero il loro ingresso al Bundestag nel 1983. Nel 1989 la RFT dovette affrontare i problemi derivanti da un afflusso massiccio di rifugiati della Germania dell’Est e dalle modifiche intervenute nella RDT. L’anno seguente, con il crollo del blocco sovietico, venne definita l’unione economica e monetaria tra la RFT e la RDT. Il trattato di Mosca tra i due Stati tedeschi, gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito e l’URSS definì le frontiere della Germania unita, di cui venne restaurata la completa sovranità. I länder, ricostituiti nella Germania dell’Est, aderirono all’RFT e fu proclamata l’unificazione della Germania.

 

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