Ottaviano Augusto aveva creato l’impero dando avvio alla dinastia Giulio-Claudia, così definita perché composta da membri della gens Iulia (la stirpe di Cesare) e della gens Claudia (un’altra antica stirpe nobile), discendenti più o meno diretti di Augusto. Spesso infatti gli eredi venivano designati tramite adozione e non per legami di sangue veri e propri. Il successore di Ottaviano Augusto, infatti, Tiberio, faceva parte della gens Claudia e fu adottato dall’imperatore.
Tiberio, abile diplomatico, trasse vantaggio dalle lotte intestine di parti e germani per consolidare i confini dell’impero; accentuò il potere imperiale nei confronti del senato, ma dovette far fronte al conseguente malcontento dell’aristocrazia. Circondato da ostilità, si ritirò a vita privata sull’isola di Capri e governò da lì per gli ultimi dieci anni del suo regno.
Caligola (Gaio Cesare Augusto Germanico), pronipote di Tiberio, gli succedette e governò da sovrano assoluto. Di lui si tramandarono molte stranezze, al punto da dipingerlo come un imperatore pazzo, eccentrico e violento. Si oppose al potere del senato e lo contrastò. Fu benvoluto dai suoi soldati che lo soprannominarono Caligula, per le calzature militari che indossava (le calighe erano calzature militari fatte con suola pesante indossate da tutti i gradi delle legioni fino al centurione). Morì nella terza congiura ordita ai suoi danni.
Il successore fu un altro nipote di Tiberio, Claudio, amante degli studi più della politica e per questo ritenuto da molti inadatto al ruolo, ma sostenuto dai pretoriani. Estese l’impero con l’annessione della Mauritania, della Britannia (dove fece costruire l’attuale Londra), della Giudea e della Tracia. Terminò l’acquedotto che porta il suo nome, iniziato da Caligola. Morì probabilmente avvelenato dalla nipote Agrippina, madre di Nerone, che voleva il titolo di imperatore per il figlio.
I primi anni di governo di Nerone furono contraddistinti dall’equilibrio, dovuto anche al controllo della madre Agrippina e ai consigli del filosofo Seneca e del prefetto Burro. Presto però, con l’appoggio della plebe, conquistata dalla sua generosità e dalla sua munificenza, assunse comportamenti dispotici. Fece uccidere Britannico, figlio di Claudio, la madre Agrippina, la prima moglie Ottavia e Burro e allontanò Seneca da Roma. Nel 64 d.C. Roma fu distrutta da un incendio del quale Nerone accusò i cristiani, dando inizio alla loro persecuzione. Con la fastosa ricostruzione di Roma il suo impero raggiunse il massimo splendore. Represse duramente la congiura di Pisone, nella quale trovarono la morte Seneca e Lucano. La sua politica repressiva provocò un’ondata di ribellioni in tutto l’impero finché il senato non lo depose e Nerone si suicidò con l’aiuto del suo segretario.

Statua di Nerone ad Anzio: è uno degli imperatori della dinastia giulio-claudia più noti, anche a causa di leggende rivelatesi poi false, come quella che vorrebbe lui stesso autore dell’incendio di Roma
Cronologia
14-37 d.C – Tiberio.
37-41 d.C – Caligola.
41-54 d.C – Claudio.
54-68 d.C – Nerone.
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