A partire dagli anni ’50 si avviarono i processi di decolonizzazione e molti Paesi extra-europei divennero indipendenti, anche dopo lunghe e sanguinose guerre; purtroppo i nuovi Paesi avevano poche risorse e gravi difficoltà economiche, tanto che fu coniata la locuzione Terzo Mondo per indicare quei Paesi caratterizzati da sottosviluppo economico e sociale (il Primo Mondo era rappresentato dagli USA e dai Paesi occidentali e il Secondo Mondo dall’URSS e dai Paesi socialisti.
Il Vietnam
Come esempio delle lotte per l’indipendenza delle colonie può essere citata la guerra d’Indocina (1946-1954) che oppose il Việt Minh alla Francia. Solo dopo otto anni di guerra la perdita di Dien Bien Phu portò agli accordi di Ginevra che suddivisero il Paese in due parti in corrispondenza del 17° parallelo. Dall’anno successivo, a sud fu instaurata la Repubblica del Vietnam (con capitale Saigon e sostegno americano) mentre nel nord si formò la Repubblica Democratica del Vietnam (capitale Hanoi, guidata dal comunista Hô Chi Minh).
L’Egitto
Già prima della guerra il trattato anglo-egiziano confermava l’indipendenza dell’Egitto che accettava la dislocazione di truppe britanniche sul proprio territorio; ma qualche anno dopo la fine del conflitto mondiale gli ufficiali liberi, guidati da Naguib e Nasser, presero il potere e proclamarono la repubblica. Nasser divenne l’unico padrone del Paese, ottenne dai sovietici i finanziamenti per la diga di Assuan e nazionalizzò il canale di Suez, causando un conflitto con Israele e l’intervento militare franco-britannico. Alla fine degli anni Cinquanta, Egitto e Siria formarono la Repubblica Araba Unita presieduta da Nasser.
L’Algeria
Tunisia, Marocco e Madagascar ottennero l’indipendenza dalla Francia in modo più o meno pacifico, ma in Algeria furono necessari sei anni di guerra per arrivare all’indipendenza, ottenuta con un referendum solo nel 1962.
La decolonizzazione in India
A differenza di quelle francesi, per le colonie inglesi (come per quelle belghe e portoghesi) fu molto più facile e meno sanguinoso ottenere l’indipendenza. In particolare l’India grazie all’opera di Gandhi ottenne l’indipendenza nel primo dopoguerra con la formazione dell’Unione Indiana.
Gandhi, detto Mahatma, ossia Grande Anima, fu l’apostolo della non violenza, capo morale e politico dell’India; già nel primo dopoguerra era diventato l’ispiratore dei movimenti indipendentisti, promuovendo azioni di lotta non violenta basate sulla non collaborazione, sul digiuno, sul rifiuto di cariche civili o militari, sul boicottaggio di prodotti inglesi e sull’organizzazione di campagne di massa di disubbidienza civile. Dopo decenni di lotta, nel 1947 partecipò attivamente alle trattative per l’indipendenza dell’India. Il suo impegno di pacificazione continuò fra le comunità indù e musulmane fino a quando agli inizi del 1948 fu ucciso da un fanatico indù. La sua opera e la sua grande personalità ne hanno fatto uno dei personaggi più importanti e significativi della storia moderna mondiale.

Statua di Gandhi a Ginevra. In India è considerato “padre della nazione” e il giorno della sua nascita, il 2 ottobre, è festivo
Cronologia
1946 – Indipendenza delle Filippine, che diventano una repubblica.
1947 – Indipendenza dell’India.
1938 – Indipendenza di Birmania e Ceylon.
1946 – Indipendenza di Vietnam, Laos e Cambogia (Indocina francese) dopo una guerra di otto anni con i francesi.
1949 – Indipendenza dell’Indonesia.
1952 – Indipendenza dell’Egitto grazie a due generali che rovesciano il re.
1957 – Indipendenza della Tunisia e battaglia d’Algeria: la Francia imprigiona o assassina i leader indipendentisti e riprende il controllo del Paese con la polizia, fino al 1962 quando concede l’indipendenza.
1957-1967 – Decolonizzazione dell’Africa nera.
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