Il cristianesimo ebbe origine nel I sec. a.C dall’ebraismo, da cui lentamente si distinse come religione a sé, diffondendosi in tutto il Mediterraneo. Con la predicazione degli apostoli, la religione cristiana si estese oltre la Giudea e acquistarono importanza religiosa i centri di Corinto, Efeso, Alessandria e Roma. La penetrazione su tutto l’impero romano diede vita alle persecuzioni dei vari imperatori (che non tolleravano che la Chiesa fosse uno “Stato nello Stato” con il rifiuto dei cristiani di riconoscere la divinità dell’imperatore), fino al IV sec., quando gli editti di Costantino e Teodosio tollerarono e costituirono il cristianesimo.
L’editto di Milano di Costantino, infatti, nel 313 d.C dichiarò il cristianesimo, e tutte le altre religioni presenti nell’impero romano, legittime e libere. Parallelamente, l’imperatore iniziò a vedere in questa nuova religione un utile strumento di potere e controllo sociale, un potenziale alleato di governo.
Dopo la morte di Costantino ci furono ancora tentativi di restaurare il paganesimo (per esempio, Flavio Claudio, detto l’Apostata, deve il soprannome al fatto di aver rinnegato la religione cristiana in favore del paganesimo.
La definitiva affermazione del cristianesimo si ebbe con Teodosio I il Grande che con l’editto di Tessalonica del 380 d.C avversò l’eresia ariana a favore dell’ortodossia dell’editto di Nicea. Con l’editto, il cristianesimo diveniva l’unica religione dell’impero e veniva cancellata qualsiasi usanza pagana (templi, sacrifici…).

Le persecuzioni contro il cristianesimo determinarono una lunga schiera di martiri, attorno a cui nacquero diverse leggende, come quella di sant’Eufemia, che i leoni si sarebbero rifiutati di divorare
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