La conferenza di pace di Parigi fu aperta il 18 gennaio 1919 per giungere alla stipula dei trattati tra le varie nazioni belligeranti: gli Alleati firmarono il trattato di Versailles con la Germania, il trattato di Saint-Germain-en-Laye con l’Austria, il trattato di Neuilly con la Bulgaria, il trattato del Trianon con l’Ungheria e il trattato di Sèvres con l’impero ottomano.
L’impero austro-ungarico uscì disgregato dal conflitto, dovendo cedere molti territori e dividere gli altri in Stati più piccoli lacerati da dissidi etnici e problemi economici e sociali.
In Germania, l’imperatore Guglielmo II abdicò e venne proclamata la repubblica di Weimar, il cui nuovo governo firmò l’armistizio: dovette cedere l’Alsazia-Lorena alla Francia e parti di territorio alla Polonia e pagare pesantissimi risarcimenti di guerra.

La Germania fu così gravemente colpita dalle condizioni economiche imposte dalla conferenza di pace che a lungo subì un’inflazione così alta che la neonata repubblica di Weimar dovette stampare banconote da milioni di franchi l’una
L’impero ottomano fu ridotto alla sola penisola anatolica, con la spartizione degli altri territori fra i vincitori della guerra.
Nel 1919 nacque anche la Società delle Nazioni, ultimo dei quattordici punti proposti dal presidente americano Wilson per la pace, tra cui c’era anche il principio di autodeterminazione dei popoli, o principio di nazionalità, che riconosce a ciascun gruppo etnico il diritto all’indipendenza o alla scelta della propria collocazione.
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