Il cardinale Richelieu fu una figura chiave della Francia dell’inizio del XVII sec., dopo la crisi dell’autorità monarchica con la reggenza di Maria de’ Medici: fu consigliere e ministro di Luigi XIII, che eliminò il pericolo protestante di Stato nello Stato, ridusse il potere delle oligarchie feudali, sviluppò l’assolutismo e il centralismo monarchici (per contrastare l’azione dei nobili furono creati gli intendenti, ministri del re, che questi inviava a tempo indeterminato nelle sue province per amministrare il territorio), creò il primo impero coloniale (Canada), ma impoverì il Paese facendolo partecipare alla Guerra dei trent’anni contro gli Asburgo.
Rigido sostenitore dell’assolutismo monarchico, Richelieu combatté gli ugonotti ponendo l’assedio e conquistando la loro capitale, La Rochelle. Eliminò ogni privilegio della nobiltà feudale e nel 1630, con l’appoggio di Luigi XIII, costrinse all’esilio la stessa Maria de’ Medici. Collaborò alla fondazione dell’Accademia francese e fece ristrutturare la Sorbona. Scrisse tragedie mediocri e due grandi testi politici, il Testamento politico e le Massime di Stato, che attestano la sua concezione del dovere, inteso soprattutto come difesa a oltranza dell’unità nazionale rappresentata dalla monarchia.
La linea politica di Richelieu venne ulteriormente portata avanti dal cardinale Mazzarino.

Al termine del periodo delle guerre di religione, il cardinare Richelieu fu una figura chiave per rafforzare la monarchia assolutistica francese indebolita dai conflitti interni
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