Secondo la teoria delle finestre rotte il degrado urbano dipenderebbe dall’eccessiva indulgenza che porta a non colpire piccoli reati (atti vandalici, scritte sui muri, sosta in doppia fila, non raccolta delle deiezioni canine, mancato pagamento di parcheggi o di viaggi in autobus ecc.); l’indulgenza distruggerebbe il clima di ordine e di legalità, aumentando il numero di crimini gravi.
Il nome deriva da un esempio fatto da Wilson e Kelling (1982): una finestra rotta in un palazzo porterebbe a fenomeni di emulazione (rottura di un lampione, di un idrante o altro), aumentando il degrado urbano e sociale.
Nel 1994 il neoeletto sindaco di New York Rudolph Giuliani applicò la teoria per arginare il crimine nella metropolitana della città: tutti avrebbero dovuto pagare il biglietto e chi ne veniva trovato sprovvisto era sanzionato. La metropolitana cessò di essere vista come una zona abbandonata e senza regole e si ebbe un crollo delle attività criminali.
Gli oppositori politici di Giuliani ne hanno criticato i successi adducendo ricerche che dimostrerebbero che la “tolleranza zero” non paga. L’errore di questa critica è che tolleranza zero (che comunque non vuol dire che la polizia a sua volta può infrangere la legge per assicurare il malvivente alla giustizia) e teoria delle finestre rotte non sono la stessa cosa. Una polizia troppo violenta e zelante che interviene a sproposito quando in realtà non c’è alcun crimine nulla c’entra contro la lotta al lassismo sociale.

La teoria delle finestre rotte come comportamento sociale – Se viene rottala finestra di una casa è probabile che ne verrà rotta un’altra. Se le finestre rotte sono due le probabilità che se ne aggiunga una terza aumentano. Se la finestra è invece riparata, il processo di solito si ferma.
La teoria delle finestre rotte è sostanzialmente la risposta al lassismo e al buonismo.
In altri termini, la prevenzione (spesso condotta con metodi repressivi) nulla c’entra con la teoria delle finestre rotte che indica semplicemente che “dopo” che c’è stato un reato, questo va punito, sia esso grave o no.
Sulla teoria delle finestre rotte lo scontro è politico: la destra l’approva, la sinistra la censura. Si noti come le critiche (Amnesty International) non siano correlate al punto principale della questione: se cioè una maggiore attività della polizia sui crimini porti a una maggiore sicurezza dei cittadini: ovvio che tale attività porti a un incremento delle azioni per risarcimento dai danni causati dalla polizia o che il numero di morti in scontri violenti con la polizia sia aumentato, ma, se, per assurdo la polizia non facesse nulla, i danni e le morti sarebbero zero, ma non sarebbe certo garantita la sicurezza dei cittadini! Più “seria” la ricerca d Sullivan e O’Keeffe anche se per confutare la teoria si usano le statistiche di soli 45 giorni: dal 30 novembre 2014 a metà gennaio 2015