Una società ideale dovrebbe soddisfare la seguente condizione:
(1) P=0&S=0
che si legge come “numero dei parassiti nullo e contemporaneamente numero degli schiavi nullo”.
Un parassita è un soggetto che ha un reddito superiore all’attività economica da lui svolta, mentre uno schiavo è un soggetto che ha un reddito inferiore all’attività economica svolta.
Ovviamente la valutazione dell’attività economica (più corretto parlare di attività economica e non solo di lavoro) può essere oggetto di discussioni infinite e probabilmente non è facile accordarsi su metri di giudizio comuni. Più facile è analizzare la condizione del singolo e vedere in quale dei due insiemi si colloca. Per farlo è fondamentale conoscere le varie strategie lavorative che si trovano nella società (si veda l’articolo Lavoro: le strategie), visto che il lavoro è l’attività economica più comune.
Per la democrazia del benessere sono parassiti:
- coloro che ottengono redditi da attività criminali (inclusa quindi l’evasione fiscale)
- i plutomani (gli evasori di Stato)
- tutti coloro che si impegnano poco nel proprio lavoro e sfruttano condizioni favorevoli per mantenersi in questo stato (i fannulloni).

In una società plutocratica (in cui non c’è limite al profitto individuale) l’insieme degli schiavi è enorme
Ovvio che in una società
si debbano attuare tutte le misure necessarie per diminuire il numero dei parassiti.
Interessante studiare gli insiemi degli schiavi. In una democrazia non plutocratica ognuno può scegliere la strategia lavorativa che preferisce e, al più, la penalizzazione sul benessere è individuale; essendo la scelta personale, non c’è schiavitù. In una società plutocratica (in cui non c’è limite al profitto individuale) l’insieme degli schiavi è invece enorme perché, di fatto, i cittadini lavorano in parte per consentire ai plutomani di oltrepassare il limite etico di ricchezza (l’LSP). Sono pertanto schiavi coloro che perseguono:
- la strategia dell’apparente; sono schiavi del valore “ricchezza”, a esso sacrificano gran parte delle loro risorse in cambio dell’obiettivo di arrivare a un tenore di vita gratificante. Sono “condizionati” direttamente dai plutomani, che di solito invidiano e vedono come loro modelli.
- La strategia del traguardo; almeno finché non lo raggiungono, sono schiavi che devono comprarsi la definitiva libertà dai plutomani che gestiscono la società.
- La strategia della libertà, perché comunque una parte del loro lavoro va a vantaggio dei plutomani e quindi sono “meno” liberi. Da notare poi che in una società plutocratica chi sceglie la strategia della libertà è spesso visto come una persona che ha scarsa propensione al lavoro e quindi parzialmente demonizzato.
In una società plutocratica chi sceglie la strategia dello statale può essere un parassita (lavora poco e male; da questo atteggiamento l’ingiusta reputazione che hanno gli statali) oppure uno schiavo (se lavora con diligenza).
Nessuna schiavitù per chi riesce a seguire la strategia dell’artista [1] oppure per chi sceglie la strategia del barbone.
[1] Non a caso molti giovani sognano un po’ ingenuamente di diventare grandi attrici o grandi calciatori non solo per ricchezza, successo, fama, ma anche per svincolarsi dalla necessità di un lavoro “normale”.