La socializzazione è quel processo che permette la trasmissione di informazioni attraverso la frequentazione di altri individui.
L’apprendimento dei modelli culturali del proprio ambiente avviene tramite la socializzazione, che fa sì che un individuo assimili regole e valori in modo spontaneo sin dall’infanzia.
La socializzazione dell’infanzia è quella più importante e viene detta primaria; dipende molto dalla famiglia e dalla scuola e porta ad assimilare le competenze sociali di base, mentre quella secondaria ricopre tutto il resto dell’arco della vita e riguarda soprattutto l’assunzione di competenze specifiche per definire il proprio ruolo nella società.
L’esperienza dell’altro ha un fondamentale valore modellizzante e interessa l’uomo sin dalla nascita; infatti, nei primi mesi di vita, tutte le relazioni del neonato con il mondo esterno e con il proprio corpo sono mediate dagli altri, che ne orientano le percezioni e ne soddisfano i bisogni secondo schemi precisi (per esempio orari e modalità dei pasti e delle altre funzioni fisiologiche), che il bambino interiorizza fino ad applicarli automaticamente in maniera autonoma. L’interiorizzazione delle prime norme e l’introduzione in un determinato mondo sociale avvengono grazie all’identificazione emotiva del bambino con le persone che si prendono cura di lui, attraverso la quale egli giunge poi alla coscienza di sé come identità soggettiva specifica. L’elemento più importante da interiorizzare nella fase della socializzazione primaria è il linguaggio.
La socializzazione secondaria invece inizia con la fine dell’infanzia e assume caratteristiche particolari a seconda del ruolo che l’individuo si appresta a ricoprire nella società nelle varie fasi della sua vita, acquisendo competenze specifiche che contribuiscono a formare la sua personalità.

La socializzazione permette il diffondersi delle informazioni, ma può avere una valenza negativa quando trasmette anche i condizionamenti sociali
Agenti di socializzazione
Gli agenti di socializzazione sono gli ambiti della società in cui principalmente avvengono i processi di socializzazione; nelle società occidentali contemporanee sono costituiti soprattutto dalla famiglia, dalla scuola, dal gruppo dei pari e dai mass-media.
La famiglia è l’agente fondamentale dalla prima infanzia fino almeno all’adolescenza, costituisce il legame tra generazioni successive e trasmette i propri modelli di educazione (influenzati tra l’altro dalla classe sociale di appartenenza) attraverso una socializzazione partecipativa, non meramente impositiva.
La scuola funge da agente di socializzazione non solo per l’insegnamento di diverse discipline e abilità, ma anche per l’introduzione del bambino alle relazioni con gli altri e all’autorità di adulti diversi dai genitori, alle dinamiche della competizione e della cooperazione e al rispetto di norme ben precise.
Il gruppo dei pari è un gruppo di soggetti all’incirca della stessa età e posti sullo stesso piano, di solito uniti da un rapporto di amicizia, particolarmente importante come agente di socializzazione nella tarda infanzia e nell’adolescenza perché occasione di acquisizione di norme e valori nuovi rispetto a quelli familiari, che determinano lo sviluppo dell’identità.
I mass-media sono oggi estremamente pervasivi e sovrappongono la propria influenza a quella degli altri agenti (con i quali possono anche entrare in conflitto), diffondendo modelli di stili di vita e di valori, ma anche nuove forme di apprendimento, di comportamento e di relazione.
Altri agenti di socializzazione sono l’ambiente lavorativo, i gruppi politici e i gruppi religiosi; bisogna tenere presente, però, che tutte queste agenzie hanno articolazioni molto diverse all’interno delle culture diverse da quella occidentale.
Socializzazione imperfetta
La socializzazione non è un procedimento lineare di acquisizione passiva di modelli culturali da parte di un individuo, bensì un processo caratterizzato da reciprocità e dinamicità. Questo fa sì che ogni individuo possa rielaborare in maniera personale gli stimoli e le indicazioni che riceve, sviluppando le proprie peculiarità, ma determina anche il rischio di un fallimento o di una carenza della socializzazione, con effetti talvolta gravi sul soggetto. Le conseguenze più gravi derivano da mancanze nella socializzazione primaria, come l’isolamento o l’assenza di contatto con gli altri, che spesso pregiudicano irreversibilmente lo sviluppo del bambino.
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