Questo articolo ruota attorno al tema della qualità della vita al sud. Sicuramente esistono molte cause per cui in passato si è verificato un flusso migratorio non indifferente e, ancora oggi, ci sono difficoltà economiche e sociali. In questa sede non si vuole dare una risposta completa al problema, ma esaminare il ruolo che in esso ha la “mentalità meridionale“. Alcune doverose premesse.
La definizione – Il termine mentalità rivela già qualcosa di negativo o per lo meno di limitativo. Per mentalità si intendono quei tratti prevalenti e caratterizzanti un certo modo di pensare. Nel caso della mentalità meridionale ne elenco i principali:
- L’attaccamento morboso a famiglia (che in molti casi deve essere numerosa), parenti ecc. la cui degenerazione estrema ha portato alla mafia* e alle faide familiari. Un paio di esempi: l’importanza che i genitori continuano ad avere nella gestione dei figli avvelena fidanzamenti e matrimoni; il fatto che periodicamente si debba tornare nel paese natio per vedere parenti che non hanno comunque peso nella propria vita quotidiana.
- La condizione femminile e il dominio del maschio nella famiglia e nella società. In molte famiglie meridionali non c’è molta differenza con certe società musulmane, il Sud è solo avanti di cento anni. Anche la gelosia (sciocco è chi pensa che sia un gesto d’amore) è spesso sinonimo di un diritto al possesso dell’altrui persona.
- La superstizione e una visione preistorica della religione (“preghiamo la Madonna perché piova”), veri insulti alla ragione.
- La giustificazione della violenza (ricordiamo che fino al 1981 c’era il delitto d’onore) per presunte difese della propria onorabilità. Dove c’è violenza non c’è civiltà.
- L’atteggiamento di “arrangiarsi” infrangendo le piccole, ma importanti leggi dello Stato che sono alla base di una società veramente civile.
Alcune precisazioni.
STATISTICA – Le affermazioni che vengono fatte sono sempre statistiche. Non sono cioè individuali, cioè esistono napoletani non superstiziosi e settentrionali superstiziosi, ma il concetto è sulla media della popolazione (ricordiamo l’analogia con l’affermazione “gli uomini sono più alti delle donne”). Alcuni negano queste statistiche, ritenendoli luoghi comuni che offendono i meridionali. È un po’ come dire che la mafia non esiste. Non è questa la sede per snocciolare statistiche o dati. Faccio solo rilevare che chi ritiene che un’affermazione sia un luogo comune non può pretendere che l’altro porti dati a sostegno, ma, banalmente, deve essere lui a smontare il luogo comune con statistiche a suo favore.
PREGIUDIZI – Chi non vuole affrontare la questione spesso si difende parlando di pregiudizio nei confronti dei meridionali. Sono le stesse persone che poi affermano di “essere fieri di essere meridionali”. Questa è una delle dimostrazioni più evidenti che la mentalità meridionale esiste. Personalmente non sono fiero di essere settentrionale, né lombardo, né pavese, né italiano. “Essere fieri di” vuol dire automaticamente ritenere che il proprio luogo di nascita abbia (non si sa per quale motivo) qualcosa di speciale, di superiore agli altri, di fatto sia “migliore”. Ciò che conta è l’Uomo e basta, e l’Uomo non ha nazione. Solo così si progredisce (ricordo che l’esasperazione e la distorsione del concetto di patria hanno spesso portato alla guerra).
DIFESA PER RISENTIMENTO – Alcuni di coloro che non contestano i cinque punti sopraesposti, per sminuirne l’importanza, cercano di citare “problemi che accadono in altre regioni, nazioni ecc.”. Spesso si attaccano a situazioni che sono comuni a tutto il mondo e quindi non fanno parte di una mentalità (per esempio l’evasione fiscale è tipica di ogni Paese avanzato); in ogni caso, non è utile nascondere un proprio difetto, citandone uno altrui! Per esempio; “La criminalità in Sicilia come a Napoli è una piaga, è vero, ma che ne dite del Nord? Anche lassù quanto a corruzione non scherzano…“. Sicuramente è pericoloso assolvere la mafia dai suoi legami con un certo tipo di mentalità. Anche a New York esiste la mafia, ma gli americani non sono certo un popolo di mafiosi: la mafia esiste in quel substrato di società che ha caratteristiche affini al Paese di provenienza, non a caso i mafiosi americani sono italo-americani. Stesso discorso vale per la mafia russa o per la mafia cinese. Quest’ultima per esempio ha i suoi punti d’appoggio nelle varie Chinatown. Da notare che quando l’organizzazione criminale è “costretta” a mischiarsi ad altre realtà, tende a comportarsi “legalmente”, per esempio per riciclare denaro sporco.
Gli scandali che si possono citare per il Nord non riguardano una mentalità, ma si verificano in ogni Paese, in Italia come negli USA, in Francia come in Russia: la mentalità è un’ulteriore aggravante dei difetti di base dell’uomo del XXI sec.
Inoltre nell’immaginario collettivo il furto (pensiamo a un Arsenio Lupin, ladro gentiluomo) è decisamente meno grave della violenza sulla persona. E anche per legge è così: un mafioso somma ergastoli a non finire, mentre un corrotto in caso di condanna, si becca qualche anno di carcere. Possibile che non lo si sappia e si equipari un delitto mafioso a un reato finanziario o sportivo? O forse si vorrebbe cambiare il codice per far sì che un evasore o un corruttore prendano l’ergastolo?
CIVILTÀ – Sul concetto di civiltà si potrebbe discutere per anni. Il Personalismo ne dà una sua definizione teorica passando attraverso il rispetto delle leggi, piccole o grandi che siano (la persona civile che ritiene una legge ingiusta non se ne fa una propria, ma si batte per far cambiare quella che c’è). Per esempio, i milanesi sono meno civili degli svizzeri. Perché? Basta guardare come a Milano i padroni dei cani permettono che i loro amici sporchino i marciapiedi, cosa che non accade nella civilissima Svizzera. Il punto fondamentale è: se non si è in grado di rispettare le piccole leggi, come si possono rispettare le grandi?

Maschio Angioino a Napoli
Vedi Napoli e poi muori
Doveroso il primo commento sulla situazione napoletana.
La ricchezza – Occorre sottolineare che non è la povertà (come alcuni si ostinano a evidenziare) una delle cause della criminalità. Infatti esistono moltissime zone povere del mondo, poverissime, dove non esistono i problemi di Napoli. È invece lo scontro fra ricchezza e povertà nello stesso territorio che genera tensione. In altri termini,
dove il povero si accorge che attorno c’è troppa ricchezza, in assenza di valori, può trasformarsi in criminale.
Non a caso in molte zone del Sud dove c’è molta povertà, ma poca ricchezza da rosicchiare, la criminalità è decisamente inferiore.
Soluzione: non facile. Occorre portare ricchezza al Sud senza che finisca nelle mani della criminalità.
I valori – Il valore prioritario è sicuramente quello della legalità. Non a caso la microcriminalità a Napoli è altissima, segno evidente che non c’è un substrato culturale che rispetti la legge: si può banalizzare quanto si vuole, ma quando un cittadino “onesto” non rispetta una legge piccola perché un cittadino “non onesto” dovrebbe rispettarne una grande? La famosa “arte di arrangiarsi dei napoletani” non è altro che un muoversi sul confine fra legalità e microcrimine e andrebbe di molto ridimensionata. Molti anni fa il mio primo approccio con Napoli è stato abbastanza “traumatico”: all’uscita dal bar del casello autostradale un tizio mi dice che mi ha lavato la macchina e che gli devo tot. L’ho mandato a quel paese (dimenticando dove fossi) e mi sono stupito di come lui si fosse colpito della mia reazione: evidentemente campava di queste piccole estorsioni ai danni dei più deboli.
Soluzione: non facile. Occorre ripristinare il senso della legalità. Occorre prima sconfiggere la microcriminalità per poi battere quella seria. Per questo l’esercito o ingenti forze di polizia sarebbero fondamentali.
La cultura – Il problema è di tutto il Sud. Dove c’è cultura (non il nozionismo di una laurea o di un diploma strappati “per lavorare”) c’è una maggior propensione a non delinquere perché è banale capire che “essere criminali non conviene“; la persona intelligente sa che la violenza criminale porta in carcere, all’essere ammazzati o, se va bene, a vivere segregati. Non a caso, al Nord esistono forme di illegalità altrettanto gravi (come le grandi truffe), ma meno violente e che coinvolgono marginalmente la popolazione.
Soluzione: non difficile. Ci vorrà ancora qualche decennio, ma il progresso culturale non si ferma. Compito dei governi sarà quello di favorire la penetrazione della cultura ovunque, utilizzando non solo i mezzi istituzionali (scuola), ma anche quelli di intrattenimento come la televisione, la cui qualità purtroppo non è certo attualmente eccelsa.
La famiglia – La “mentalità meridionale” si evidenzia spesso per l’esagerata importanza data al concetto di famiglia. Qui al Nord si nota subito il meridionale completamente integrato nel tessuto sociale proprio perché ha ridimensionato il concetto di famiglia, dall’obbligo di passare le ferie estive presso i propri parenti alla morbosa gelosia per il proprio partner, dagli “obblighi” imposti al coniuge a quelli subiti dalla famiglia nelle decisioni sulla propria vita. Checché se ne dica (magari criticando la conclusione di eccessiva superficialità), ma i concetti di mafia, camorra, faida ecc. sono originati da un’esagerata importanza al clan familiare, nel bene e… nel male. Il giovane meridionale che chiede il permesso ai genitori per sposarsi con X sarà pure un bravo ragazzo, ma è terribilmente antiquato e, di fatto, accetta una gerarchia che, quando degenera, porta a esasperare i conflitti; il giovane di buona famiglia che è terribilmente geloso della sua fidanzata sarà pure un buon partito, ma diventerà un marito-padrone pronto a difendere con il coltello e o la pistola l’onore ferito.
Soluzione: difficilissima. È il fattore affidato al singolo. L’unica speranza è che i media riescano a mostrare sempre più alla gente del Sud modelli di società dove si vive sicuramente meglio perché altri sono i valori; se i napoletani non cambieranno la scala di valori difficilmente potranno entrare nel terzo millennio.
* Si noti come la mafia sia comune anche ad altre società (mafia russa, mafia cinese ecc.) che comunque danno alla famiglia un ruolo troppo centrale nella vita del soggetto, un ruolo tipico di culture non allineate con i tempi
Indice materie – Sociologia – Mentalità meridionale