In termini pratici, nella società è del tutto plausibile che il singolo possieda un grande capitale, frutto di generazioni, di convergenze familiari ecc. Quello che non è plausibile è che il singolo cerchi di incrementare all’infinito (senza limite) tale ricchezza perché così facendo parassita la società: in altri termini, l’accettazione della società (cioè il farvi parte) deve portare come vincolo il fatto che, oltre il limite di profitto, gran parte deve andare non al singolo, ma alla società.
Dovrebbe essere chiaro che la democrazia del benessere non demonizza i ricchi e la ricchezza.
Il Personalismo fa una distinzione fra ricchi e plutomani; i primi detengono un capitale sopra alla media della popolazione e sono eticamente compatibili con la democrazia del benessere; i secondi cercano invece l’incremento illimitato del profitto (paradossalmente potrebbero essere meno ricchi di molti ricchi); così, senza limitazione ai plutomani, la democrazia tende a trasformarsi in plutocrazia (per esempio la democrazia americana ha un alto tasso di plutocrazia).
La plutocrazia è spesso definita come “governo dei ricchi” (dal greco πλουτοκρατία, “πλούτος“, ricchezza, e κρατείν “krateìn” potere); in realtà, dovrebbe essere definita al negativo come “non governo dei poveri”, esprimendo l’handicap sociale di chi ricco non è.
Il limite sociale di profitto (LSP)
Senza una valutazione quantitativa del limite di profitto, ogni discorso sulla democrazia del benessere rischia di essere fumoso.
Convenzionalmente, data una società, il Personalismo fissa tale limite (limite sociale di profitto, LSP) come
il profitto individuale realizzato da meno dell’1 per mille della popolazione.
Ricchi sì, ma non enormemente ricchi (tali da avere un enorme potere di controllo sulle istituzioni democratiche). Così in Italia il limite potrebbe essere di 500.000 euro annui* (il profitto usa l’anno come unità di tempo) mentre negli USA può essere di qualche milione di dollari. Infatti, fra l’altro, l’LSP indica il livello di ricchezza di una nazione.
Curioso il fatto che nei vari rapporti passi sempre inosservata la posizione dei plutomani; per esempio, nei rapporti ISTAT non si trova il valore corrispondente a un decimo del primo percentile (cioè il valore superato da un contribuente su mille), nei grafici riportati si evidenzia che circa l’1% della popolazione ha un reddito superiore a 100.000 euro, ma la curva finisce lì.
La motivazione pratica dell’LSP è che da un lato consente al singolo di aspirare alla ricchezza che gli consente la massima felicità (chi per esempio ha una vita semplice può in 10-20 anni di lavoro mettere da parte tutto il necessario per godersi la vita, lasciando il suo posto ad altri), dall’altro gli impedisce di sfruttare la società a fini personali; è una sorta di simbiosi fra egoismo individuale e sviluppo sociale. Scopo dell’LSP è di realizzare un’equa ridistribuzione del reddito che possa poi portare a una crescita socialmente giusta.
Realizzazione del limite sociale di profitto
Quali sono i passi per realizzare una limitazione sociale dei redditi?
L’individuo – A livello individuale è importante che i cittadini capiscano – e facciano capire – con il loro impegno sociale, a chi è loro vicino, che essere plutomani non conviene, cioè non è intelligente, mentre essere ricchi sì.
Nei Paesi europei più evoluti la percentuale della popolazione che ha questa consapevolezza è decisamente consistente, certo non rappresenta la maggioranza, ma è consistente; in altri, come l’Italia, probabilmente non più del 10% della popolazione ha questa consapevolezza, tanto è vero che per anni si è avuto come Presidente del Consiglio un plutomane e che molte persone che non arrivano alla fine del mese sono felici che la loro squadra del cuore sborsi milioni di euro al supercampione.
A livello politico è necessario che l’azione si orienti al Benessere Interno Lordo (il BIL è dato dall’integrale del benessere individuale su tutta la società; in parole povere, dalla somma dei singoli benesseri) e che i politici cessino di essere schiavi dei plutomani, forti del fatto che in democrazia il voto di un plutomane equivale a quello di un poveraccio!
I tempi di attuazione dipendono dal punto di partenza della nazione; se pensiamo che i primi governi comunisti si sono attuati quasi un secolo dopo la morte di Marx, si può ben capire che un’ideologia che sensibilizza solo una parte minoritaria della popolazione avrà un tempo di attuazione di decenni, realisticamente una generazione. L’importante è capire che il tutto avviene per gradi, non c’è quella discontinuità tipica delle rivoluzioni.
La politica – Da un punto di vista politico come si può:
- limitare i profitti individuali,
- fare in modo che il cittadino sia più orientato al benessere che alla ricchezza senza limite?
Chi ha ben compreso l’esempio della Svezia, comprenderà che i due punti si realizzano con una politica fiscale che penalizza i plutomani o gli aspiranti tali. Il programma è pertanto questo:
- Riconoscimento di un limite sociale di profitto (LSP) attraverso la nuova fascia sopra i 500.000 euro con un’aliquota fiscale del 60%.
- Azioni per le fasce più basse di reddito finché l’indice di Gini dell’Italia non sia sceso a 0,25.
Il primo punto rappresenta la realizzazione pratica del diritto civile alla fraternità.
Il secondo punto non deve essere frainteso. Il massimo dell’aliquota dipende da quanti plutomani capiranno che essere plutomani non conviene perché di fatto si vive meno bene che essere semplicemente ricchi. Quanti più lo capiranno e tanto prima l’indice di Gini si porterà a 0,25. Realisticamente un’aliquota fiscale del 70% potrebbe essere del tutto sufficiente.
NOTA – La riforma fiscale deve avvenire per gradi (per evitare di dare un appiglio a chi teme sfracelli economici), la rivoluzione della democrazia del benessere è una rivoluzione generazionale.

Il limite sociale di profitto è convenzionalmente fissato come il reddito non raggiunto dal 99,9% della popolazione
Aziende e limitazione sociale del profitto
Deve essere chiaro che per le aziende non esiste un limite sociale di profitto: in quanto fornitrici di lavoro, esse svolgono una funzione sociale che giustifica ogni profitto ottenuto in modo legale; ma quando questo profitto passa ai singoli ecco che scatta il limite sociale. I numeri (rapporto Paying taxes 2016 di Banca Mondiale e Pwc) dicono che il Total Tax Rate in Italia resta il più alto in Europa (se si considerano l’Unione Europea e gli Stati dell’area di libero scambio): il carico fiscale complessivo (imposte sui redditi, imposte sul lavoro e contributi obbligatori, imposte sui consumi) per le imprese misurato sull’anno d’imposta 2014 è risultato pari al 64,8% dei profitti commerciali. Il dato (comunque in lieve miglioramento rispetto al 65,4% dell’anno precedente) fa registrare una distanza notevole sia dalla media comunitaria e dei Paesi Efta (40,6%) quanto dalla media mondiale (40,8%); come accordare questo dato con la democrazia del benessere che vuole alzare le aliquote oltre l’LSP (diminuendo, se possibile, le altre) e ridistribuire i redditi? Il dato riguarda infatti le aziende, non i singoli cittadini che in Italia hanno una curva fiscale assurda, a tutto vantaggio dei plutomani.
Premesso che questa pressione sulle attività dovrebbe diminuire, il meccanismo è uno dei tanti che permette ai plutomani di sfruttare questa società. Prendiamo un’azienda dove manager o titolari prendono stipendi da favola, pagandoci sopra solo il 43%; l’azienda può sì scaricare le spese, ma può andare in crisi di liquidità o addirittura andare in affanno: la bassa aliquota fiscale individuale favorisce lo svuotamento di ricchezza dalle aziende. Con una politica opposta (basse tasse sulle attività e aliquote alte sopra l’LSP), senza giustificato motivo, non ci sarebbe nessun interesse a portar via capitali dalle aziende che diventerebbero veramente un fulcro dell’economia del Paese e potrebbero essere anche un oggetto d’amore per chi le fa funzionare alla grande.
Le sette regole sulla ricchezza
- La ricchezza di un Paese deve servire per migliorare il benessere del singolo cittadino.
- La ricchezza del singolo (patrimonio) è una giusta condizione facilitante e non deve essere penalizzata.
- L’accumulo di ricchezza realizzato con redditi che superano un certo limite (limite sociale di profitto, LSP) di fatto toglie ricchezza, e quindi benessere, agli altri.
- Il limite sociale di profitto è convenzionalmente fissato come il reddito non raggiunto dal 99,9% della popolazione.
- Il diritto civile alla fraternità implica che nessuno usi gli altri per arricchirsi oltre il limite sociale di profitto: non c’è piena democrazia senza fraternità.
- La democrazia del benessere ha come scopo la ridistribuzione del reddito secondo un indice di Gini non superiore a 0,25, tipico dei Paesi a più alta democrazia; la ridistribuzione si implementa con una riforma fiscale che tassa con un’aliquota fiscale alta (60%) i redditi oltre il limite sociale di profitto.
- La pressione fiscale sui redditi oltre l’LSP e la lotta all’evasione devono servire per realizzare servizi efficienti e poco costosi per tutti.
Come si vede, la democrazia del benessere non è di sinistra perché la sinistra ha sempre voluto colpire i patrimoni, anziché i redditi (i governi di sinistra non hanno mai alzato la ridicola aliquota del 43% per chi guadagna milioni di euro!); la democrazia del benessere non è di destra perché la destra ha sempre difeso coloro che ricercano il profitto senza limite per arricchirsi oltre misura (plutomani), senza considerare che i plutomani rappresentano solo l’1 per mille della popolazione, ma di fatto, grazie al loro potere, penalizzano la democrazia trasformandola in plutocrazia.
* Secondo il rapporto Boston Consulting Group 2016, in Italia ci sono 307.000 famiglie che hanno un portafoglio investito in titoli di Stato, azioni, depositi o altri strumenti finanziari dal valore superiore al milione di dollari (circa 880.000 euro). L’1,2% delle famiglie concentra il 20,9% della ricchezza finanziaria italiana, circa 4.500 miliardi di dollari. Circa i redditi, l’informazione che “un contribuente su 1.000 (0,1%) guadagna più di 500.000 euro” appare realistica.