Incremento demografico è una locuzione con la quale si fa riferimento all’aumento della popolazione (ricordiamo che la demografia è la scienza che studia, in modo prevalentemente statistico, i fenomeni che concernono la popolazione sia per quanto riguarda i suoi aspetti statici, ovvero ammontare della popolazione e sua composizione in base a sesso, età, professioni, religioni ecc., sia per quanto concerne i suoi aspetti dinamici, vale a dire processo di rinnovamento a causa di nascite e morti, migrazioni territoriali, sociali ecc.).
L’incremento demografico è una questione sulla quale si dibatte da molto tempo; l’UNFPA (United Nations Population Fund, già United Nations Fund for Population Activities), l’agenzia dell’ONU che si occupa dello sviluppo internazionale, ha stimato che al 31 ottobre 2011 la popolazione mondiale abbia raggiunto la soglia dei 7 miliardi di abitanti; ovviamente tale data ha un significato essenzialmente simbolico in quanto è praticamente impossibile stimare con precisione l’evoluzione della popolazione mondiale attimo per attimo, dal momento che non si dispone di statistiche affidabili per ogni Paese. Comunque sia, si tratta di una soglia credibile che pone molti interrogativi; ci si chiede, per esempio, se nel prossimo futuro saremo in grado di garantire una qualità di vita accettabile a un numero di persone che sta diventando sempre più grande, considerando anche che, in linea generale, la popolazione tende ad avere standard di vita sempre più alti.
Incremento demografico nel mondo e in Italia
La popolazione della Terra, a partire dalla seconda metà del XIV secolo, ha conosciuto un graduale aumento; il tasso di crescita della popolazione mondiale ha toccato la vetta più alta nel 1963 (2,19%) per poi arrivare quasi a dimezzarsi (2008). In base a recenti stime dell’ONU, nel 2040 la popolazione mondiale toccherà i 9 miliardi di abitanti; secondo una buona parte degli studiosi di demografia, a partire da quell’anno, si dovrebbe assistere, a causa della riduzione dei tassi di natalità, a un calo della popolazione mondiale che per il 2100 viene stimata in 7,5 miliardi di abitanti.
E l’Italia? Anche nel nostro Paese si è registrato un continuo incremento demografico; nel 1861 fu effettuato il primo censimento della popolazione; alla data del 31 dicembre erano residenti sul territorio italiano 22.176.477 persone; nel 1901 il numero degli abitanti era 32.963.316, nel 1951 gli abitanti erano 47.515.537. Nel 2011, anno dell’ultimo censimento effettuato (e il primo che prevedeva l’invio dei questionari tramite Internet), la popolazione ammontava a 59.433.744 abitanti.

La popolazione della Terra ha conosciuto un graduale aumento. Vediamo perché in un Paese moderno l’incremento demografico deve essere nullo!
L’incremento demografico è utile?
A questa domanda si possono dare risposte molto articolate, ma un semplice sì è sicuramente tipico di una mentalità semplicistica. Paradossalmente,
se negli ultimi duemila anni non ci fossero state carestie, epidemie e guerre, oggi sulla Terra saremmo in 50 miliardi e le risorse sarebbero così insufficienti da provocare carestie, epidemie e guerre!
In altri termini, non è possibile giustificare l’incremento demografico senza vederne i principali difetti:
- distruzione dell’ambiente con aumento dell’antropentropia. Rimanendo nella nostra Italia si vede come l’incremento demografico attorno alle grandi città abbia distrutto il territorio in regioni come la Campania e la Lombardia. Appare perciò abbastanza ridicolo opporsi alla distruzione della Foresta Amazzonica se non si capisce che più persone richiedono molte più risorse e che tutti hanno il diritto di avere lo spazio e la ricchezza di chi sta meglio.
- Squilibri socio-politici che creano tensioni internazionali. L’Italia è il settimo Paese industrializzato, ma nel 2050 diventerà il diciassettesimo, solo perché nazioni come il Brasile o il Messico aumenteranno notevolmente la loro popolazione: il PIL pro capite favorirà (forse) sempre l’Italia, ma quello globale (che conta a livello di relazioni internazionali) favorirà nazioni più popolose.
- Squilibri interni. Si veda l’articolo Islam: il sorpasso per capire come incrementi demografici diversi nelle varie etnie possano stravolgere l’equilibrio di un Paese.
I politici hanno sempre cercato di favorire l’incremento demografico (tranne in Cina, dove però recentemente è stato tolto il divieto, in vigore nelle aree urbane, di avere più di un figlio) semplicemente per loro tornaconto: dal sindaco che riceve più fondi se il suo comune ha più abitanti al premier che diventa più potente se il Paese è più popoloso e il PIL aumenta.
Anche alcune religioni (vedasi il biblico “andate e moltiplicatevi”, evidentemente Dio non era programmato per questi tempi) sono favorevoli incondizionatamente all’incremento demografico per motivi analoghi a quelli politici: più fedeli, più forza alla religione.
Alla base di questa propaganda all’incremento ci sono giustificazioni ridicole come quella che un Paese dei vecchi non va avanti: vero, ma un Paese di anziani (non di vecchi) può andare avanti benissimo. L’obiettivo dei politici deve essere quello di insegnare ai cittadini a invecchiare bene, non a ritirarsi a morire come vecchi elefanti per essere sostituiti dai più giovani. Del resto sono gli stessi politici ad alzare l’età pensionabile richiedendo che si sia brillanti fino in tarda età.
Socialmente e per cultura religiosa avere un figlio è “sempre” una buona cosa, un fortissimo condizionamento sociale, banalmente smentito dal fatto che a molte persone la genitorialità peggiora la qualità dell’esistenza (anche se non hanno il coraggio di ammetterlo); chi non fosse convinto può leggersi Figli e qualità della vita.
Politici e religiosi sembrano far finta di non capire la relazione fra benessere economico e numero di figli: è banale scoprire che più un Paese sta meglio, meno figli si fanno! Si può dire che ormai nei Paesi dove la qualità della vita è migliore la natalità mantiene la popolazione, non la incrementa!
Conclusioni
Questi i tre punti principali per un Paese moderno:
- incremento demografico nullo;
- politica che tenda ad aumentare la speranza di vita in buona salute (insegnare ai cittadini a invecchiare bene);
- aiuti internazionali ai Paesi in via di sviluppo che controllano l’aumento demografico.