Un altro agente di socializzazione estremamente importante è rappresentato dai mass-media, soprattutto per la loro pervasività comunicativa in ogni ambito della società, che ha sollevato numerose discussioni per la spinosa questione del controllo di questa grande potenzialità di diffusione dell’informazione e dei suoi effetti.
Si è iniziato a parlare di mezzi di comunicazione di massa e dei loro effetti a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, per l’utilizzo propagandistico di alcuni di essi da parte dei regimi dittatoriali, e il dibattito si è intensificato durante il secondo conflitto mondiale con l’ampliamento della definizione di mass-media, che giunge a comprendere radio, stampa, cinema, pubblicità, televisione e di recente reti telematiche: tutti mezzi che permettono di trasmettere informazioni a un grandissimo numero di individui, e di mettere in comunicazione questi individui, senza vincoli spazio-temporali.
La capacità dei mass-media di raggiungere vastissime fasce della popolazione viene sfruttata in particolare dalla pubblicità per orientare gli acquisti e dalla politica per orientare le opinioni (propaganda), soprattutto attraverso la comunicazione d’immagine.
Ogni mezzo di comunicazione ha le sue peculiarità, che influiscono sui messaggi che trasmette e sugli effetti che determina, ma si possono individuare alcuni effetti generali comuni: diffusione della cultura, rinnovamento e uniformazione del linguaggio scritto e parlato, modificazione dei modelli familiari, stimolazione di nuovi bisogni materiali, accentuazione dell’importanza dell’immagine, creazione di fama. Tutti questi effetti possono essere considerati sotto una luce positiva o negativa, a seconda della prospettiva.
Il punto più critico, però, è il controllo dei mass-media, e di conseguenza dei loro effetti: la necessità di ingenti investimenti per la gestione dei media ha provocato la concentrazione di gran parte di essi nelle mani di pochi proprietari. Le reti e le testate nazionali e alcuni provvedimenti legislativi specifici dovrebbero evitare o limitare questo monopolio informativo.
Gli sviluppi storici dei mezzi di comunicazione di massa hanno portato all’elaborazione di diverse teorie al riguardo:
- teoria critica (scuola di Francoforte, che vede i mass-media come strumenti manipolatori al servizio del sistema capitalistico per stimolare il conformismo e il consumismo);
- teoria culturale (mass-media come responsabili da un lato di una maggiore diffusione della cultura e dell’informazione, dall’altro di un appiattimento omogeneo e di una semplificazione sensazionalistica di esse);
- teoria dell’egemonia (analisi delle strategie comunicative con cui i mass-media diffonderebbero e farebbero accettare un’ideologia inducendo alla sottomissione acritica);
- teorie struttural-funzionaliste (analisi dei diversi livelli di significato dei messaggi mediali, più o meno simbolici, delle diverse interpretazioni che essi incontrano nel pubblico e del ruolo degli opinion leader nel mediare la diffusione e la ricezione delle informazioni).
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