La democrazia del benessere (2016 nella sua versione più completa e aggiornata) è la forma di governo che si genera spontaneamente dalle idee del Personalismo.
Premesso che il termine capitalismo ha molte accezioni, spesso niente affatto equivalenti, la democrazie del benessere può grossolanamente ritenersi un superamento sia del capitalismo sia del marxismo (o delle socialdemocrazie non rivoluzionarie), anzi, può essere considerata una sintesi moderna di queste ideologie.
Il marxismo – Di fatto, il marxismo, con la negazione della proprietà privata dei mezzi di produzione, si è sempre mosso in un’atmosfera di utopia: in oltre un secolo non è mai riuscito a essere concretizzato in un regime democratico, tant’è che le molte dittature comuniste sono state spesso rinnegate dai “veri” marxisti. Perché utopia? Il primo motivo è semplicemente storico: la classe del proletariato si è sempre più contratta tant’è che nei Paesi occidentali i partiti “puramente” marxisti non hanno mai raccolto più del 5-10% dei voti: ovvio che una società a misura di una classe minoritaria, per di più debole, sia, oltre che ingiusta, utopistica. Il secondo motivo è che Marx non ha sufficientemente indagato l’aspetto psicologico alla base del capitalismo e cioè l’avidità umana: solo mostrando che l’avidità è contraria al benessere individuale (in altri termini, che la ricchezza oltre certi limiti è negativa) si può pensare che il singolo sia pronto “spontaneamente” (e non sotto la costrizione di una dittatura) a vivere in una società dove sia abolita la proprietà dei mezzi di produzione. Paradossalmente la democrazia del benessere diventa la condizione necessaria, un passo intermedio, per chi vuole muoversi verso una società marxista.
Le democrazie occidentali – Potrebbe sembrare che la democrazia del benessere sia abbastanza vicina alle socialdemocrazie scandinave; non a caso molti di questi Paesi (e la Germania) sono o sono stati governati da governi socialdemocratici. Tuttavia, in questi Paesi si sono alternati anche governi non socialdemocratici, a riprova del fatto che la socialdemocrazia non aveva colto il punto di sintesi fra destra e sinistra, fra capitalismo e marxismo. Nei Paesi scandinavi è semplicemente maggiore la percentuale di persone che hanno capito a livello individuale che “la ricchezza non è tutto”: ciò si traduce in qualcosa che si avvicina alla democrazia del benessere (maggiore attenzione alla qualità della vita, all’ambiente ecc.). La principale differenza è che nel modello scandinavo il limite sociale di profitto (corrispondente all’aliquota massima) è troppo basso con il risultato che, a fronte di servizi eccellenti, è impossibile per i più bravi aumentare significativamente la propria ricchezza in funzione di un benessere duraturo e quindi si attua un baratto fra servizi e lavoro (per gran parte della propria vita) che non è certo ottimale.
Chi ha letto con attenzione il paragrafo precedente comprende più facilmente quale sia il fattore che discrimina la democrazia del benessere da una generica democrazia occidentale; per realizzare una democrazia del benessere è importante capire che
non c’è democrazia senza una limitazione del valore sociale della ricchezza.

Per la democrazia del benessere è fondamentale che cresca il benessere interno lordo del Paese e quindi, in media, del cittadino, nessuno escluso.
La distribuzione del reddito negli USA
Negli USA, chi guadagna più di un milione di dollari l’anno paga, grazie a vari sgravi, meno tasse di un cittadino a reddito medio. Assurdo al punto che anche grandi ricchi come il finanziere miliardario Warren Buffett denunciano l’assurdità di un sistema troppo generoso con gli investitori, visto che possono versare, in percentuale del reddito, meno della loro segretaria.
Il cosiddetto sogno americano è la “droga” con cui sono stati anestetizzati i comuni cittadini, una specie di grande lotteria che non ha che lo scopo di giustificare le ingiustizie del sistema: dal momento che tutti possono arrivare in cima, il sistema è equo. Di fatto, sarebbe come se in Italia un governo dicesse ai disoccupati di giocare al Superenalotto nella speranza di cambiare la propria vita. Che il sogno americano non sia che un enorme condizionamento sociale è rappresentato dal fatto che molti americani si ammazzano di lavoro per poter mandare in prestigiose scuole i loro figli, sperando che questi abbiano una vita migliore dei propri genitori; si ammazzano di lavoro anziché contestare il sistema
Un ulteriore esempio di come la plutocrazia sia nociva per la democrazia sono i dati relativi alla libertà di stampa. Nel rapporto 2019 sulla libertà di stampa nel mondo stilato da Reporter Senza Frontiere, gli Stati Uniti sono al 48-esimo posto, a riprova che non importa se al governo ci sono repubblicani o democratici, quel che conta è chi detiene il potere economico della nazione, in grado di controllare anche l’informazione e, si sa, negli ultimi anni le disuguaglianze economiche negli USA sono ulteriormente aumentate. Per la cronaca, l’Italia è al 43-esimo posto, molto indietro fra gli Stati europei (la Germania è al 13-esimo posto, la Spagna la 29-esimo, la Francia è al 32-esimo posto, mentre ai primi tre posti ci sono Norvegia, Finlandia e Svezia.
La dimostrazione teorica
Da un punto di vista teorico, la giustificazione del teorema è data dalla curva RQ della ricchezza individuale: il superamento di un certo limite di ricchezza porta con sé un decremento della qualità della vita, per cui chi continua oltre questo limite o è un apparente o è un romantico (la cui idea dominante è il lavoro).
Provate a focalizzare un incontro di industriali o di banchieri; la maggior parte di essi in abiti grigi, cravatta scura e camicia bianca (le poche eccezioni in maglione rigorosamente scuro): è lo stesso vestito con cui verranno messi nella bara (nonostante i loro soldi)! Non penso che si siano goduti granché la vita, certo non più di quanto se la possa godere ognuno di noi. Hanno sprecato una condizione facilitante (ricchezza) continuando ad arricchirsi, superando il limite e trasformandola in condizione penalizzante. Se alcuni lettori pensano che comunque converrebbe essere al loro posto, suggerisco loro di riflettere su cosa hanno sbagliato nella propria vita e soprattutto di liberarsi dei condizionamenti su ricchezza e successo.
Per il Personalismo solo una personalità non equilibrata può essere così folle da continuare la corsa verso il massimo profitto senza accorgersi che la sua qualità della vita decresce. La limitazione del valore sociale della ricchezza frena cioè l’avidità del singolo, svolge una funzione di moralizzazione sociale, portando i cittadini verso una semplicità di vita che, continuando a vedere la ricchezza come condizione facilitante, non li rende schiavi di essa. La democrazia del benessere diventa la cura contro le avidità individuali e come tale
la democrazia del benessere è la forma più alta di democrazia.
Come si può limitare il valore sociale della ricchezza
Per diminuire il valore sociale della ricchezza occorre aumentare il valore sociale del benessere personale
Questo è il secondo teorema della democrazia del benessere. Praticamente si realizza in tre punti.
- Reddito universale
- Riduzione dell’orario di lavoro
- Limite sociale di profitto (ridistribuzione del reddito)
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