Una caratteristica che distingue il secolo scorso e quello attuale dai precedenti è la straordinaria rapidità con cui può avvenire il cambiamento sociale (strutture, modelli di comportamento, sistemi di valori, forme di comunicazione).
I mutamenti sono legati soprattutto alla popolazione (incremento o decremento), all’ambiente fisico (calamità e in generale fenomeni naturali), alla cultura (ideali politici e religiosi, scoperte scientifiche) e ai movimenti collettivi.
La rapidità dei cambiamenti delle società moderne ha avuto origine nel passaggio dalla società preindustriale alla società industriale, che ha determinato, grazie agli sviluppi tecnologici, una rivoluzione produttiva (capitalismo) che ha reso il sistema economico estremamente dinamico e instabile, con conseguenze in tutti gli altri ambiti sociali: affermazione della democrazia, urbanizzazione, modello di famiglia mononucleare, massificazione della cultura. Questo processo è avvenuto inizialmente nelle società occidentali, per poi diffondersi quasi in tutto il mondo, lentamente e con diverse difficoltà.
Oggi si considera questa fase di modernizzazione superata e indirizzata verso ulteriori cambiamenti, perciò si parla di società “postindustriale” o “postmoderna”: i rapporti sociali, politici ed economici non ruotano più intorno all’industria, ma al settore dei servizi; la classe media è diventata sempre più ampia, sono emersi nuovi soggetti sociali e la globalizzazione ha legato fra loro gli interessi e le sorti di tutti gli Stati del mondo e ha generato società multietniche.

Un cambiamento sociale può essere più veloce in un ambito piuttosto che in un altro; per esempio, la tecnologia e l’economia possono cambiare più velocemente dell’organizzazione sociale
La multietnicità è anche l’effetto dei massicci movimenti migratori in atto dai Paesi meno sviluppati verso quelli più ricchi, che in parte servono a compensare, inoltre, il forte squilibrio dell’andamento demografico tra Paesi ricchi, con una natalità bassissima e un’alta percentuale di anziani, e Paesi poveri, con tassi di natalità altissimi. L’invecchiamento della popolazione nelle società industrializzate costituisce comunque un notevole problema in termini di costi sociali e di disoccupazione giovanile; allo stesso modo, i Paesi poveri o in via di sviluppo non hanno risorse sufficienti per far fronte all’elevato incremento demografico.
I flussi migratori, fenomeno costante nella storia del genere umano, hanno assunto oggi proporzioni senza precedenti, che determinano numerosi problemi, a partire dalle organizzazioni dei trafficanti di uomini fino ad arrivare alle difficoltà di convivenza tra culture diverse e di gestione delle differenze, e alla mancanza di risorse economiche per garantire la possibilità di asilo e condizioni di vita dignitose.
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