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Plicometria

La plicometria è un sistema di misurazione che, grazie a uno strumento denominato plicometro, consente di ottenere indicazioni sulla percentuale di grasso corporeo; questa percentuale viene ricavata tramite la misurazione dello spessore delle cosiddette pliche cutanee (ovvero l’espressione del pannicolo adiposo presente sotto la cute) in determinati siti corporei; la misurazione delle pliche cutanee consente di conoscere la densità corporea; da questa si può ricavare la massa grassa e per differenza dal peso saremo in grado di ottenere il dato della massa magra.

Com’è certamente noto, esistono molte metodiche per la misurazione della massa corporea (DEXA, pesata idrostatica, bioimpedenza convenzionale, bilancia impedenziometrica, Near Infra-Red, pletismografia BOD POD, TOBEC ecc.), ma la maggioranza di esse richiede l’utilizzo di apparecchiature complesse, costose e di scarsa praticità. La plicometria invece, così come l’impedenziometria, è, tutto sommato, una tecnica piuttosto semplice, non troppo costosa, indolore e non invasiva; il vantaggio sostanziale di questo sistema di misurazione, rispetto ad altre metodiche, è rappresentato dal buon rapporto esistente fra la veridicità del risultato (soprattutto nei soggetti giovani) e il costo e la semplicità nell’uso.

La plicometria è utilizzata in ambito dietologico e anche in ambito sportivo. Come vedremo, esistono diversi metodi di calcolo plicometrico così come esistono diversi tipi di plicometro. I siti del corpo nei quali si effettua la misurazione sono diversi a seconda del metodo di calcolo utilizzato, del sesso, dell’età e anche della razza.

Cos’è il plicometro

Il plicometro è un piccolo strumento simile a un calibro; esso è costituito sostanzialmente da una pinza che aderisce alle pliche sottocutanee e da una ghiera graduata che serve a misurare la distanza fra le punte. È molto importante che lo strumento sia accuratamente tarato affinché sia esercitata una pressione costante di 10 g/mm2; una pressione diversa può introdurre errori nel rilevamento.

La misurazione avviene prendendo tra indice e pollice la plica sottocutanea circa un cm al di sopra del sito di misurazione (facendo in modo di escludere i muscoli sottostanti) e applicando il plicometro; la misurazione risultante deve essere letta molto velocemente (possibilmente entro tre secondi) per far sì che non vi sia una compressione eccessiva del tessuto (si potrebbero falsare i risultati). A seconda delle metodiche scelte si userà un numero diverso di pliche.

Esistono vari tipi di plicometro, quelli più usati sono l’Harpenden, l’Holtain, il Lange e il Tanner-Whitehouse.

In commercio si trovano anche plicometri in plastica a basso costo, ma la loro affidabilità è decisamente scarsa e non sono assolutamente adatti a rilevazioni scientifiche; tra l’altro si deve considerare che, anche con plicometri professionali, esiste un certo margine di errore.

Plicometria

Il plicometro è uno strumento che consente di ottenere indicazioni sulla percentuale di grasso corporeo

La misurazione

Considerando che un certo margine di errore è sempre presente, assume un’importanza fondamentale l’esperienza del rilevatore. La misurazione delle pliche sottocutanee, secondo le linee guida, deve essere effettuata nel seguente modo:

  • la misurazione deve essere effettuata, per convenzione, sul lato sinistro del corpo (a meno che non vi siano ragioni che impediscano la rilevazione in questo lato; alcuni operatori poi effettuano le misurazioni in entrambi i lati).
  • L’operatore individua il sito di rilevazione e lo marca con l’apposito lapis.
  • Tenendo il plicometro con la mano destra, si afferra tra pollice e indice della mano sinistra una plica sottocutanea tentando di scollare il tessuto muscolare sottostante.
  • Le dita devono distare 8 cm su una linea posta perpendicolarmente all’asse longitudinale del pannicolo.
  • L’operatore esercita una certa pressione per separare le branche del plicometro e lo applica alla base tenendolo a 90°.
  • Tenendo sempre la plica sottocutanea rilascia lentamente la pressione del calibro.
  • La lettura deve essere effettuata al massimo entro tre secondi (meglio due).
  • Si apre il calibro, lo si rimuove e lo si chiude lentamente.
  • La misura deve essere effettuata due volte; si devono però attendere almeno un paio di minuti per consentire alla plica cutanea di tornare al suo stato naturale; una volta terminata la seconda misurazione si farà la media. Nel caso in cui le due misurazioni varino tra loro più del 10% occorre effettuare una terza misurazione.

Calcolo

Come accennato in precedenza, le misurazioni delle pliche cutanee sono effettuate utilizzando diversi tipi di equazioni. I metodi più noti sono quelli che utilizzano le equazioni di Jackson-Pollock, Durnin-Womersley e Katch-McArdle.

Metodo Jackson-Pollock – La metodica di Jackson e Pollock, probabilmente la più utilizzata in assoluto, può essere usata con due diversi tipi di equazione, una con 7 punti di rilevamento (i cosiddetti punti di repere) e una con 3. L’equazione che prende in considerazione i 7 punti di rilevamento è generalmente utilizzata nella valutazione della composizione corporea della popolazione in generale; l’equazione che invece utilizza solo tre punti di rilevamento (che sono diversi a seconda del sesso del soggetto) è usata per la valutazione della composizione corporea di soggetti sportivi.

Misurazione con 7 punti di repere (uomo e donna):

  • ascellare media
  • addominale
  • coscia anteriore
  • pettorale
  • sottoscapolare
  • sovrailiaca
  • tricipitale.

Misurazione con 3 punti di repere (uomo)

  • addominale
  • coscia anteriore
  • pettorale.

Misurazione con 3 punti di repere (donna)

  • coscia anteriore
  • sovrailiaca
  • tricipitale.

Metodo Durnin-Womersley – Il metodo Durnin-Womersley utilizza 4 pliche:

  • bicipitale
  • sottoscapolare
  • sovrailiaca
  • tricipitale.

Metodo Katch-McArdle – Il metodo Katch-McArdle utilizza soltanto due pliche:

  • sottoscapolare
  • tricipitale.

Plicometria: la precisione

Durante le fasi della rilevazione della massa corporea è possibile commettere un certo numero di errori, errori che, sinteticamente, possiamo far risalire a:

  • abilità tecnica dell’operatore (un posizionamento errato del plicometro introduce errori);
  • strumentazione (esistono strumenti più precisi di altri, è importante inoltre usare sempre lo stesso tipo di plicometro in misurazioni diverse sullo stesso soggetto);
  • fattori soggettivi (livello di idratazione, spessore cutaneo, comprimibilità del tessuto adiposo ecc.);
  • tipo di equazione usata (c’è un eccesso di generalizzazione).

Gli over 40 – La plicometria è sconsigliata per i sovrappeso over 40; il motivo è che la percentuale di grasso viscerale di tali soggetti non è trascurabile; tale grasso non è misurabile con il plicometro. Per questa categoria di soggetti è necessario ricorrere a metodi bioimpendenziometrici.

Si ricorda che le misurazioni con plicometro non devono essere effettuate dopo un allenamento, dopo aver nuotato o fatto la doccia e nemmeno dopo una sauna o un bagno turco; tutte queste attività, infatti, comportano un aumento del flusso ematico (iperemia) a livello cutaneo con conseguente aumento dello spessore cutaneo. Ciò porterebbe ad aumentare il margine di errore.

Nonostante un certo margine di errore sia inevitabile e che sia utilizzabile soprattutto in individui giovani, la plicometria è pur sempre una metodica che presenta una certa affidabilità, soprattutto nella misurazione delle variazioni del rapporto esistente fra massa grassa e massa magra di uno stesso soggetto. Inoltre, come accennato all’inizio, la semplicità di esecuzione e i costi contenuti la fanno preferire ad altre metodiche, magari molto più precise, ma allo stesso tempo complesse e onerose economicamente.

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