L’IMC (o BMI, acronimo quest’ultimo dei termini inglesi Body Mass Index) ovvero l’indice di massa corporea, è un dato biometrico (la biometria è la disciplina che si occupa dello studio dei fenomeni della vita) che viene espresso come rapporto tra il peso e il quadrato dell’altezza di un soggetto, ovvero, messo sotto forma di formula:
IMC = Peso (in kg)/Altezza (in metri) al quadrato.
L’indice di massa corporea non è un concetto nuovo, è stato infatti sviluppato nel XIX secolo da uno statistico belga, Adolphe Quetelet (è per questo motivo che l’IMC, seppur raramente, è anche detto indice di Quetelet).
Molto spesso, l’IMC è utilizzato come indicatore di peso forma, ovvero per la classificazione del sovrappeso e dell’obesità negli uomini e nelle donne adulti; questo utilizzo è molto forzato perché l’IMC, da solo, non può avere questa validità. Per quanto l’IMC abbia una sua importanza e sia di facile applicazione, ha infatti il grosso limite di non considerare la composizione corporea.
Dovrebbe, infatti, essere a tutti abbastanza chiaro che il semplice riferimento al peso non dà nessuna reale indicazione sullo stato del soggetto; è piuttosto l’indicazione della sua massa grassa che può guidarci nutrizionalmente. Gli esempi seguenti possono aiutarci a comprendere meglio il concetto.
Un uomo con oltre il 15% di massa grassa e una donna con oltre il 22% non sono sicuramente esempi di fisici atletici. Ma un uomo alto 170 cm che pesa 70 kg come deve essere considerato? Se è un culturista, si scoprirà che non ha un filo di grasso, se invece è un soggetto sedentario, probabilmente avrà un preoccupante accenno di pancetta.
Utilizzando l’indice di massa corporea, si scopre che nel caso dei due soggetti (culturista e sedentario) si otterrebbe lo stesso risultato (Indice di massa corporea = 24,49).
Del resto, in alcune persone affette da sarcopenia (molte persone anziane lo sono, per delucidazioni sulla questione si consulti l’articolo Invecchiamento nello sport), un indice di massa corporea che in base alle tipiche scale di valutazioni risulterebbe normale, potrebbe celare un eccesso di massa grassa non compensato da una massa muscolare adeguata.
Quindi
il valore massimo di IMC deve esprimere una condizione sufficiente per stabilire la magrezza di un individuo.

Nel 1832 il matematico e statistico belga Adolphe Quetelet concluse che “il peso cresce con il quadrato dell’altezza”. La locuzione Body Mass Index è stata introdotta dal fisiologo Ancel Keys nel 1972
Non ha cioè senso fissare limiti troppo “buoni” (il classico 25) per comprendere tra i soggetti magri anche individui pesanti, ma muscolosi. Con questo atteggiamento si rischia di giudicare normali anche individui in sovrappeso. Se si utilizza un’espressione restrittiva si può affermare (dieta italiana) che:
sono magri un uomo con IMC non superiore a 23 o una donna con IMC non superiore a 21.
Per un uomo il peso massimo è dato da 23*altezza2; per una donna da 21*altezza2 , dove altezza è data in metri. Per esempio, un uomo alto 1,80 m dovrebbe pesare al massimo 74,52 kg, mentre una donna alta 1,70 m dovrebbe pesare al massimo 60,69 kg.
Diamo queste indicazioni rifacendoci non alla celeberrima tabella OMS
Sottopeso | IMC <18,5 |
Normale | IMC da 18,5 a 24,9 |
Sovrappeso | IMC da 25 a 29,9 |
Obeso | IMC da 30 in su |
bensì a quella proposta dalla dieta italiana (Tabella IMC):
Condizione | UOMO | DONNA |
Sottopeso | IMC <19 | IMC <17 |
Normale | IMC da 19 a 23 | IMC da 17 a 21 |
Sovrappeso | IMC fra 23 e 25 | IMC fra 21 e 23 |
Sovrappeso grave | IMC fra 25 e 30 | IMC fra 23 e 28 |
Obesità | IMC da 30 in su | IMC da 28 in su |
La percentuale di massa grassa
Se si vuole tenere conto anche della muscolatura e della corporatura occorre riferirsi alla percentuale di massa grassa. Katch ha mostrato come per le donne non esista una relazione fra l’apparire di corporatura esile e una percentuale di grasso corporeo bassa. Ciò smonta tradizionali teorie come quella di Behnke che considerava una serie di dati antropometrici per la valutazione del peso ideale.
In sostanza, una persona è grassa se ha una percentuale di massa grassa che supera un certo limite: semplice.
Se l’individuo è molto muscoloso o se pensa di avere la classica costituzione robusta (un alibi troppo spesso addotto: si veda il test delle vene), deve fare necessariamente riferimento alla massa grassa per sapere se è sovrappeso, misurandola per esempio con una bilancia impedenziometrica. Invitiamo comunque a non esagerare con lo sviluppo della muscolatura: un culturista troppo muscoloso avrà grosse difficoltà a fare una lunga camminata in salita perché comunque il suo peso (muscoli e non grasso) sovraccarica il sistema cardiovascolare. Essere troppo muscolosi comporta anche un sovraccarico articolare e in genere un sovraccarico metabolico perché i muscoli, lavorando, producono molte scorie. In sostanza muscoli sì, ma non troppi. Del resto ciò è importante anche ai fini della longevità: le persone più longeve sono magre, ma non muscolose, anche se hanno lavorato tutta una vita. Con una constatazione semplicemente pratica, si scopre facilmente che nelle società contadine a vivere più a lungo non sono gli uomini più muscolosi, bensì quelli più longilinei.
Per fabbisogno calorico giornaliero (FCQ) s’intende la quantità di calorie che si deve assumere dagli alimenti per mantenere il proprio peso invariato. Se tale quantità è inferiore all’FCQ si dimagrirà, se è superiore si ingrasserà.
L’FCQ è la somma di due componenti:
- il metabolismo basale (le calorie necessarie alla sola sopravvivenza)
- il contributo dell’attività fisica (lavorativa, sportiva ecc.).
Il calcolo dell’IMC
Vista la semplicità della formula, basta una semplice calcolatrice per calcolare l’indice di massa corporea (a dire il vero basta inserire i dati anche nella barra degli indirizzi di Google, utilizzando per i decimali la notazione inglese con il punto anziché con la virgola). Comunque un semplice form lo trovate anche nell’articolo Calcolo dell’IMC.
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