Il pesce gatto (Ameiurus melas, Ictalurus melas o Silurus melas), noto anche come pesce gatto nero, è un pesce d’acqua dolce che appartiene alla famiglia Ictaluridae. Talvolta, per distinguerlo dal pesce gatto maculato (Ictalurus punctatus, pesce le cui carni sono apprezzate per la scarsità di spine e per il buon sapore che non presenta mai gusto di fango) viene impropriamente denominato pesce gatto nostrano.
È distribuito nelle zone occidentali degli USA, dai Grandi Laghi fino al Messico settentrionale; da qui, nei primi anni del XX sec. è stato introdotto in molti Paese europei, Italia compresa. Il suo habitat naturale sono i laghi, i fiumi a corso lento e gli stagni, ma si adatta a vivere dovunque.
L’introduzione della specie del pesce gatto nelle acque europee non ha sortito effetti molto positivi; ha infatti notevolmente danneggiato le specie autoctone, in particolar modo la tinca; si tratta infatti di una specie particolarmente competitiva e che, di fatto, non ha nemici naturali a causa dei suoi aculei velenosi.
Un esempio eclatante dei danni prodotti è quello del fiume Tora a Collesalvetti (in provincia di Livorno); in questo fiume, dopo l’introduzione del pesce gatto, negli anni ’50 del secolo scorso, sono praticamente scomparse molte delle specie autoctone più diffuse fra cui tinche, lucci e barbi.
Caratteristiche
Il pesce gatto si caratterizza per un’eccezionale resistenza fisica che gli permette di sopravvivere tranquillamente in acque anche molto inquinate, torbide, molto calde e poco ossigenate; è anche noto per la sua capacità di resistere alcune ore anche fuori dall’acqua.
Ha un corpo clavato privo di squame; la lunghezza va dai 30 ai 60 cm circa; può arrivare a pesare fino a 3 kg; il colore del dorso varia a seconda della zona cui vive; può essere verde oliva, nero o marrone; il ventre è bianco o giallo.
Il pesce gatto ha una testa piuttosto grande e larga; attorno alla bocca ha otto barbigli* che lo rendono riconoscibile; sui barbigli, come sul resto del corpo, sono posizionati circa centomila recettori del gusto che gli permettono di identificare il cibo nel corso delle ore notturne e nelle acque molto torbide e fangose.
Ha denti corti, a forma di cono, che sono situati su più file; la coda è squadrata.
Sulle pinne pettorali e sulla pinna dorsali si trovano degli aculei velenosi in grado di procurare ferite piuttosto dolorose (anche se non letali per l’uomo).
Il pesce gatto è uno di quei pesci che vengono definiti “spazzini”; nei primi mesi di vita la sua alimentazione è costituita da vermi, larve e molluschi, mentre da adulto si ciba di pesci di piccole dimensioni, vivi o morti che siano, nonché di invertebrati e sostanze organiche. In genere si ciba nel corso delle ore notturne o durante le giornate nuvolose.
Il pesce gatto viene generalmente pescato nel corso delle ore notturne con la tecnica della pesca a fondo (la tecnica più antica e semplice) utilizzano esche di ogni tipo (generalmente pesci morti, ma anche vermi e larve).
Pesce gatto: ricette
Il pesce gatto non ha carni di eccelso valore commerciale e viene consumato soprattutto nelle zone dove viene allevato.
Le carni sono piuttosto saporite, sono di color ocra e ricordano, vista la loro grassezza e scivolosità, quelle dell’anguilla.
Tra le ricette più conosciute nell’area della pianura Padana vi sono il pesce gatto al cartoccio con capperi e pomodorini, alla griglia, al forno e il riso alla pilota con il pesce gatto.
* I barbigli sono organi tattili simili nella forma alla barba umana; si trovano generalmente vicino alla bocca; fra i pesci che li presentano vi sono, oltre al pesce gatto, anche la carpa, lo storione, la triglia, alcune specie di squalo ecc.
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