Il nashi o pero giapponese (Pyrus pyrifolia) è un albero da frutto che appartiene alla famiglia delle Rosacee; il frutto è comunemente noto come pera-mela o pera asiatica, perché in Oriente è coltivato da secoli.
Pere nashi
Il nashi è un frutto dagli indiscutibili pregi:
- è dietetico perché altamente digeribile e poco calorico;
- ha un alto contenuto di potassio e di magnesio;
- come molta frutta, avendo un indice glicemico basso è indicato per chi deve controllare la glicemia.
Molto meno attendibile la conclusione di una ricerca australiana secondo la quale consumare 220 ml di succo di nashi prima di bere bevande alcoliche aiuterebbe a ridurre i postumi dell’eventuale sbornia.
Il frutto è croccante e succoso, dal gusto sottile, dolce e delicato, con una spiccata freschezza particolarmente dissetante; si consiglia di gustarlo fresco da frigo.
Si conserva a lungo e non richiede particolari attenzioni, anche se è opportuno preservarlo da urti e abrasioni e maneggiarlo con la stessa cura delle pere.
In cucina trova largo impiego nelle più svariate ricette: ottimo con il prosciutto crudo, formaggi duri, insalate miste, in macedonia.
Il nashi è ormai così popolare che le maggiori aziende distributrici offrono anche succo di nashi, prodotto con frutta fresca, pastorizzato (in genere 18 mesi di conservazione).
Da noi sono comuni tre varietà: il try è un frutto di colore bronzato-arancio, di gradevole sapore dolce, ben definito leggermente amarognolo, molto succoso e croccante; il dely è un frutto leggermente asimmetrico, colore bronzato vivace, molto dolce e succoso, polpa fine; il plumpy è un frutto grande, perfettamente sferico, colore bronzato, sapore marcato con vago sentore di noce, polpa più consistente.

Il frutto del nashi ha l’aspetto simile a quello di una mela ma la consistenza più simile a una pera
Il frutto del nashi ha l’aspetto simile a quello di una mela ma la consistenza più simile a una pera
Coltivazione
La coltivazione del pero giapponese richiede terreni leggeri, fertili, irrigabili, con pH non eccessivamente acido poiché non tollera la carenza di magnesio e i terreni argillosi e calcarei. Il nashi è un albero molto resistente alle intemperie, soprattutto al freddo anche se soffre le brinate tardive durante la fioritura (aprile). Poiché soffre la siccità prolungata, si deve innaffiare periodicamente. Fra i parassiti, è sensibile alla carpocapsa, un lepidottero tra i più dannosi per le Pomacee, e va quindi trattato nei periodi opportuni. Si può innestare sul pero e viceversa per l’affinità. In Italia il nashi è coltivato marginalmente, perché dopo un entusiasmo iniziale la coltivazione è stata da molti abbandonata; oggi l’azienda leader (Trybeca) è in forte espansione.
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