Il latte di soia (o anche latte vegetale) è senz’altro il derivato della soia più comune e facilmente reperibile. In realtà, la locuzione latte di soia è impropria, perché il termine latte andrebbe riservato solo agli alimenti di orgine animale. Si dovrebbe usare più propriamente l’espressione surrogato vegetale del latte a base di soia. Per quanto la dicitura latte di soia sia comunissima, non può essere utilizzata per la commercializzazione del prodotto in quanto la denominazione latte è riservata esclusivamente al prodotto delle secrezioni mammarie; ai sensi della vigente legislazione UE, il surrogato vegetale del latte a base di soia viene generalmente commercializzato come “bevanda di soia”. In questo articolo, però, vista la sua popolarità, useremo la terminologia “latte di soia”, ancorché impropria.
Si tratta di una bevanda che viene ottenuta dalla macerazione dei semi di soia in acqua; è un alimento tipico dei Paesi orientali (alcune fonti riportano che sarebbe stato ottenuto dai cinesi nel 164 a. C.), ma da diversi anni ha cominciato a prendere piede anche nel nostro Paese in qualità di “sostituto” del latte vaccino, in particolar modo tra coloro che soffrono di intolleranza al lattosio e tra chi segue un regime alimentare vegano o vegetariano.
La bevanda in questione è sostanzialmente un’emulsione di acqua, lipidi e proteine; il processo di produzione prevede la bollitura dei fagioli di soia in acqua; questa verrà poi filtrata allo scopo di eliminare le bucce; il produttore poi potrà addizionare il prodotto ottenuto con aromi o zuccheri e decidere quale dovrà essere la densità del prodotto.
Il surrogato vegetale dolce viene ottenuto aggiungendo zucchero, mentre quello salato viene ottenuto aromatizzando il prodotto con semi di senape e altri prodotti.
Dal latte di soia possono essere prodotti altri alimenti come gelati o formaggi (per esempio il tofu).
Latte di soia: proprietà e benefici
Il latte di soia ha pregi e difetti; iniziamo con il descrivere i primi per poi passare a illustrare i punti negativi.
Come tutti i derivati della soia, anche il latte di soia è privo di colesterolo ed è ricca di acidi grassi polinsaturi.
Le proteine contenute nella bevanda riducono i livelli ematici di colesterolo totale e di colesterolo LDL, mentre alzano quelli di colesterolo HDL (il cosiddetto colesterolo buono) grazie al contenuto non minimale di isoflavoni.
Essendo privo di lattosio (lo zucchero tipico dei latti di origine animale) il latte di soia può essere tranquillamente consumato da coloro che sono intolleranti a questo componente.
Il surrogato non contiene glutine; è quindi un alimento che può essere inserito nella dieta di chi soffre di celiachia; è inoltre privo di caseina ed è una buona fonte di vitamina E nonché di lecitina. Si registra inoltre una discreta presenza di vitamina A e di vitamine appartenenti al gruppo B (B1, B2, B6 e B9).
Alcuni studi hanno mostrato che l’assunzione del latte di soia può apportare benefici a coloro che soffrono di gastrite e di reflusso gastroesofageo in quanto è un alimento che agisce positivamente sull’equilibrio della flora intestinale.
Altro punto positivo è rappresentato dal fatto che alcune proteine contenute nella bevanda sembrano contrastare l’accumulo di grassi a livello epatico, un problema che può aggravare la situazione di persone sofferenti di obesità o sovrappeso.
Il latte di soia fa male?
La nocività della notevole presenza di fitoestrogeni (sotto forma di isoflavoni) nel latte di soia è una questione sulla quale si dibatte da tempo; alcuni studi, molti dei quali condotti nei Paesi asiatici (dove il consumo di prodotti a base di soia è decisamente alto), sembrano indicare che gli isoflavoni avrebbero un ruolo importante nel ridurre il rischio di contrarre il tumore al seno e alla prostata (in effetti, l’incidenza di questo tipo di patologie è più bassa nei Paesi asiatici rispetto a quanto si registra in Occidente), ma la questione non è ancora del tutto chiara e non tutti gli autori sono concordi al riguardo. È proprio la mancanza di nette evidenze scientifiche che fa sì che molti medici sconsiglino l’utilizzo di alimenti a base di soia (e quindi anche di latte di soia) a quelle donne affette da tumore al seno e a quelle che si stanno sottoponendo alle terapie post-tumorali (c’è la necessità di evitare interferenze degli ormoni contenuti nella soia con i farmaci utilizzati generalmente nel trattamento del cancro al seno, tamoxifene in primis, un farmaco antitumorale appartenente alla categoria dei modulatori selettivi del recettore degli estrogeni).
Un forte consumo di alimenti ricchi di fitoestrogeni viene generalmente sconsigliato alle donne in stato interessante, a quelle che allattano e a coloro che seguono terapie ormonali. L’utilizzo del latte di soia è altresì sconsigliato a chi è affetto da candidosi e a coloro che hanno carenza di iodio.
Chi assume medicinali per il trattamento di patologie tiroidee dovrebbe limitare il consumo di latte di soia perché alcune delle proteine in esso contenute interferiscono con l’assorbimento dei principi attivi di tali farmaci; la bevanda, inoltre, contiene goitrogeni, antinutrienti che inibiscono la funzione tiroidea interferendo con il metabolismo dello iodio.
Alcuni suggeriscono cautela nel consumo del latte di soia in quanto è un alimento ricco di acido fitico, sostanza presente in vari vegetali che si oppone all’assorbimento di vari minerali (principalmente ferro e zinco e, seppure in misura minore, calcio e magnesio).
Punti a sfavore del latte di soia sono anche l’alto contenuto di allergeni fra cui il nichel.
In soggetti particolarmente sensibili, il consumo di prodotti a base di soia può provocare episodi di diarrea, gonfiore allo stomaco e flatulenza; questo a causa della presenza di inibitori della tripsina, un enzima digestivo prodotto dal pancreas.

Il latte di soia ha un colore leggermente più opaco e scuro del latte vaccino, ed è molto diverso nel sapore
Nell’alimentazione di neonati e bambini
Generalmente si tende a sconsigliare l’utilizzo del latte di soia nell’alimentazione di neonati e bambini; questo a causa della presenza di alluminio (che può danneggiare il sistema nervoso e i reni del neonato) e dell’assenza di colesterolo (il latte materno è ricco di colesterolo, sostanza che svolge un ruolo importante per il corretto sviluppo cerebrale e intestinale del neonato) e di lattosio e galattosio, due zuccheri anch’essi importanti nello sviluppo cerebrale degli infanti.
Per quanto riguarda i bambini, è la presenza di fitoestrogeni che fa consigliare una certa cautela nel consumo della bevanda in questione (aumenterebbe il rischio di pubertà precoce nelle bambine e di disordini nella sessualità dei maschi).
Latte di soia e attività sportiva
Questo argomento è trattato in un articolo a parte: La soia nell’alimentazione dello sportivo.
Il mercato
In commercio sono disponibili diversi prodotti a base di latte di soia; uno di questi è il surrogato arricchito con calcio; in effetti, quello puro contiene pochissimo calcio e per rimediare a questa carenza esistono proposte arricchite con calcio proveniente da fonti vegetali (surrogato vegetale del latte a base di soia fortificato); il surrogato fortificato viene addizionato di vitamina D, micronutriente che, com’è noto, favorisce l’assorbimento del minerale in questione.
Il latte di soia viene proposto in vari gusti; l’alimento puro, infatti, ha un sapore che non tutti gradiscono; ecco allora che, per favorirne il consumo, i produttori hanno pensato di rendere più gradevole la bevanda aggiungendo cacao o fragola od orzo oppure vaniglia.
Il prodotto è disponibile anche in polvere; per ottenere la bevanda è sufficiente mescolare la polvere con acqua. Generalmente le proposte in polvere sono meno costose e più comode da conservare.
INFO AL. – Proteine: 4,48; grassi: 1,92; carboidrati per differenza: 4,93 (fibre: 1,3); ceneri: 0,64; acqua: 88,03; colesterolo: 0; sodio: 55; calorie: 52.
Indice materie – Scienza della nutrizione – Alimenti – Latte di soia