L’halibut è un pesce tipico delle acque fredde del Nord e la sua pesca è di notevole importanza per l’economia ittica di diversi Paesi; per la precisione, halibut è un termine anglosassone che identifica diversi pesci piatti appartenenti a varie famiglie (per esempio, Paralichthyidae, Pleuronectidae e Psettodes); fra le varie specie, la più nota è quella dell’halibut atlantico (Hippoglossus hippoglossus); altre specie abbastanza diffuse sono l’halibut pacifico, quello nano e quello della Groenlandia. Può raggiungere dimensioni notevoli (fra i vari tipi di pesce piatto è quello più grande e sono comunissimi gli esemplari che superano i 100 kg).
L’halibut è un pesce dal colore bruno sulla parte superiore e bianco su quella inferiore; la pelle è interamente ricoperta di piccolissime squame. È un pesce predatore, molto aggressivo; inizialmente si nutre di crostacei e altri organismi acquatici; da adulto, invece, caccia aringhe, merluzzi, paguri, polpi, salmoni, passere, altri halibut ecc. A sua volta viene cacciato da orche, leoni marini e squali salmone. Raggiunge la maturità dopo i 9 anni quando arriva a misurare almeno 60 cm.
La pesca
Come già accennato nella parte iniziale dell’articolo, la pesca dell’halibut ha un notevole impatto positivo sull’economia dei Paesi nordici; le zone che vengono più sfruttata per la cattura di questo pesce sono le acque dell’Alaska, della Groenlandia, della Norvegia e anche quelle del Canada; sono utilizzate varie tecniche fra cui, purtroppo, anche quella con reti a strascico, sistema che contribuisce notevolmente a danneggiare l’ecosistema (in primis perché si annientano varie colonie ittiche e, in secondo luogo, perché questo sistema di pesca danneggia in modo significativo i fondali marini). L’halibut ha rappresentato una fonte alimentare importantissima per i nativi americani e canadesi.
La pesca intensiva ha portato nel corso degli anni a una drastica riduzione della popolazione dell’halibut tant’è che in alcune zone è, di fatto, una specie che rischia la totale estinzione.
Una curiosità: l’halibut non è un pesce molto facile da pescare; è molto irascibile e può rivelarsi anche abbastanza pericoloso; in molti Paesi del Nord, per garantirne un’ampia disponibilità in tutti i periodi dell’anno, si è iniziato ad allevarlo.
Halibut: valori nutrizionali
Dal punto di vista nutrizionale, si tratta di un pesce che ha sicuramente caratteristiche molto interessanti; è un alimento ipocalorico, magro, con un notevole apporto di proteine e privo di carboidrati; per quanto riguarda i valori nutrizionali non tutte le fonti riportano i medesimi valori; la maggioranza di esse gli attribuisce un apporto calorico di 91 kcal/100 g (proteine 18,56 g; 93,31% e lipidi 1,33 g; 6,69%); la quota di colesterolo per 100 g di prodotto è di 49 mg; la quantità di sodio è di 68 mg; quelle di potassio e di fosforo sono rispettivamente di 435 e 236 mg; valori più bassi per quanto riguarda il magnesio (23 mg) e il calcio (appena 7 mg).
Per quanto riguarda i grassi, l’halibut è una discreta fonte di omega-3, anche se altri tipi di pesce, come per esempio, la sardina, l’aringa e lo sgombro ne sono più ricchi.
Per quanto riguarda le vitamine, sono presenti la vitamina A, la vitamina E e diverse vitamine del gruppo B; assente invece la vitamina C.
Halibut: ricette
L’halibut è un pesce tipico delle acque nordiche e, ovviamente, nel nostro Paese lo si trova surgelato o affumicato; negli ultimi anni l’interesse verso questo alimento è cresciuto molto.
Fortunatamente è un pesce che ben sopporta lavorazione e trasporto e quindi la sua carne, dal colore bianco e che si caratterizza per una certa consistenza, non perde troppo delle sue caratteristiche; generalmente è molto gradito anche dai più piccoli. Nei Paesi scandinavi viene spesso servito in occasioni importanti (matrimoni, cene formali, festività natalizie ecc.).
È un pesce adattissimo alle verdure; è ottimo quando viene cucinato insieme a patate e peperoni; è buonissimo anche abbinato ai funghi e accompagnato da salse dal sapore delicato.
Una ricetta molto particolare è quella del filetto di halibut con il miele caramellato e con le erbe aromatiche; il miele, caramellando il pesce, e in associazione alle spezie conferirà al piatto un gusto delicato e saporito al tempo stesso.
L’halibut può essere cucinato anche alla pizzaiola, ovvero con pomodorini, olive nere, origano, aglio e prezzemolo; per la cottura si può optare sia per la padella che per il forno.
Un’altra interessante ricetta è l’halibut croccante; si può realizzare questo piatto passando il pesce in forno con un filo d’olio, una leggera spolverata di pan grattato e un pizzico di peperoncino; la cottura in forno formerà una sottile crosta molto saporita intorno al pesce; la carne cuocerà uniformemente e resterà comunque umida.
Un’altra ricetta piuttosto semplice è l’halibut in padella al prezzemolo e al vino bianco; si fanno sciogliere in una padella antiaderente 10 g di burro e si aggiunge uno spicchio di aglio tagliato a metà; si appoggia il filetto di halibut lavato e ben asciugato con carta assorbente. Si fa cuocere per alcuni minuti e poi si gira il pesce dall’altro lato; passati alcuni minuti si sfuma con il vino bianco a fuoco medio-alto e si aggiunge un cucchiaio di prezzemolo tritato. La cottura dura circa dieci minuti; ogni tanto si gira il pesce fino a quando non sarà ben dorato da entrambe le parti. Si procede poi con una leggera salatura.
Un’altra ricetta gustosa è quella dell’halibut all’arancia; si preriscalda il forno a 190 °C, si passano in un poco di farina due tranci di halibut; in una padella si riscaldano quattro cucchiaini di burro (circa 20 g) e due cucchiai di olio di semi. Si fanno saltare i due tranci per circa un paio di minuti per lato. A questo punto si trasferiscono i due tranci di halibut in una pirofila e vi si spruzza sopra il succo di un’arancia; si taglia poi a rondelle un’altra arancia; si mettono quindi alcune rondelle sui tranci e se ne lasciano a parte alcune per guarnire poi il piatto. Si sala e si mette un pizzico di pepe. Si cuoce il tutto al centro del forno per 12 minuti circa. Dopodiché si potrà servire il pesce nei piatti; si irrora il tutto con i succhi di cottura e si guarniscono i piatti con le rondelle di arancia messe prima da parte.
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