La caffeina è uno degli alcaloidi* più noti insieme ad atropina, morfina, nicotina e stricnina. Si tratta di una sostanza presente in quantità considerevoli nelle foglie, nei semi e nei frutti di diverse piante, in particolare in quelle di cacao, caffè, cola, guaranà, mate e tè e nelle bevande che da tali piante si ottengono dopo le opportune lavorazioni. Sono sinonimi di caffeina i termini guaranina e teina.
La caffeina viene consumata dall’uomo soprattutto sotto forma di infuso o percolato a pressione, ovvero come tè o caffè, bevande ottenute dai semi e dalle foglie delle omonime piante; la si ritrova anche in altri alimenti quali il cacao e il cioccolato o in bevande come la celeberrima Coca-Cola o la notissima Red Bull.
Forse non tutti sanno che le foglie di tè contengono un quantitativo maggiore di caffeina rispetto a quello relativo ai semi di caffè; purtuttavia, i diversi metodi estrattivi (infusione per il tè e percolazione per il caffè) fanno sì che l’infuso contenga quattro volte meno caffeina del percolato.
A differenza di quanto accade con altre sostanze stupefacenti, il consumo di caffeina è legale (e diffusissimo) in tutti i Paesi del mondo ed è anche accettato o comunque tollerato dalle principali religioni.
Oltre all’uso alimentare, la caffeina viene usata anche in ambito farmaceutico; sono diversi, infatti, i medicinali che la contengono in combinazione con altri principi attivi (quali, per esempio, l’acido acetilsalicilico, l’alluminio idrossido, l’ergotamina, l’aminofenazone, l’indometacina, la proclorperazina, il paracetamolo, la clorfenamina maleato, l’isopropamide ioduro, il propifenazone, il butalbital ecc).
Fra i farmaci più noti contenenti caffeina si ricordano Viamal, Cafergot, Virdex, Difmetre, Antireumina, Neocibalgina, Neonisidina, Neonevral, Influmed, Tachicaf, Raffreddoremed, Neoptalidon, Saridon e Optalidon.
Le indicazioni terapeutiche di questi farmaci sono diverse, ma nella gran parte dei casi le condizioni patologiche trattate sono il mal di testa e le nevralgie.
Effetti sull’organismo umano
Una volta assunta per via orale, la caffeina viene assorbita piuttosto rapidamente; livelli ematici significativi si raggiungono dopo circa 40-45 minuti; il completo assorbimento si verifica nel corso dei successivi 90 minuti.
Come tutti gli alcaloidi, anche la caffeina ha parecchi effetti sull’organismo umano (alcuni positivi, altri negativi).
Diversi effetti sono molto conosciuti: leggero aumento della pressione arteriosa, eccitabilità, insonnia, tachicardia, aumentata secrezione gastrica (la si deve quindi evitare in caso di ulcera o gastrite), aumento della diuresi, aumento del metabolismo basale (500 mg di caffeina possono aumentare il metabolismo basale del 10 e talora del 25% con un massimo fra la prima e la terza ora dall’assunzione).
Da segnalare la ricerca di Thelle (1983) e collaboratori che prese in considerazione 7.213 donne e 7.368 uomini fra i 20 ed i 58 anni e dal quale risultò una stretta connessione tra il consumo di caffè e l’aumento del tasso di colesterolo totale. Lo studio fu confermato anche da una ricerca di Arsen (1984). Nel 1990 Bak quantificò l’aumento medio di colesterolo totale in 0,08 mmol/l per ogni tazza di caffè (100 mg di caffeina). Non esistono prove concrete di correlazione fra caffeina e cancro (molte ricerche che affermavano la correlazione per tipi di tumore sono state poi smentite da altre successive).
Dal momento che la caffeina viene trasmessa con il latte materno, durante l’allattamento è consigliabile evitare di consumarla. Alle donne in gravidanza è infatti generalmente sconsigliato l’abuso di caffè, tè o altre bevande contenenti la sostanza in questione.
Effetti positivi
Fra gli effetti positivi va segnalato il ruolo protettivo nel morbo di Parkinson (Neurology, 2002 58:1154-1160, una tazza di caffè americano al giorno).
La caffeina è anche in grado di ridurre il senso di fatica, di aumentare la vigilanza e stimolare la motilità intestinale.
Effetti negativi
Gli effetti negativi sono stati già in parte citati nel paragrafo relativo agli effetti sull’organismo; un consumo eccessivo può essere causa di incremento della pressione arteriosa, tachicardia, aritmia, stato ansioso, tremori, eccitabilità, insonnia ecc.
Va anche precisato che gli effetti negativi del caffè vengono amplificati da altri fattori contemporanei come lo stress, il fumo e gli alcolici, in sostanza dallo stile di vita sbagliato. Si potrebbe cioè sostenere che, in molti casi, negli individui in cui il caffè fa male si deve correggere lo stile di vita non smettere di bere caffè!
Lo Scottish Health Study di Brown e collaboratori ha preso in esame 10.359 bevitori di caffè di ambo i sessi fra i 40 e i 59 anni, concludendo che non esiste relazione fra assunzione di caffè e patologie coronariche. Non ha influito nemmeno il consumo di quattro o più tazze di caffè americano al giorno.
Interazioni farmacologiche
La caffeina è protagonista di diverse interazioni di carattere farmacologico.
Per quanto concerne il ferro presente nell’organismo, alcune sostanze contenute nel tè e nel caffè possono interferire con l’assorbimento di questo elemento, specialmente se si assumono bevande con caffeina durante i pasti. Teoricamente potrebbe esserci il rischio di sviluppare un quadro di anemia sideropenica (anemia da carenza di ferro).
Caffè e caffeina non provocano osteoporosi, ma le donne che consumano forti quantità di caffè, tè e bevande con caffeina invece del latte possono avere un livello di rischio più elevato nei riguardi di questa patologia (la caffeina riduce l’assorbimento di calcio). Perciò è opportuno accertarsi di consumare la quantità quotidiana consigliata di calcio senza preoccuparsi comunque se si bevono un paio di caffè al giorno.
La caffeina rilassa la valvola che si trova fra la parte bassa dell’esofago e la parte alta dello stomaco. Quando questa valvola si apre i liquidi contenuti nello stomaco possono passare nella gola, provocando bruciori. Inoltre, caffè, tè e bevande con caffeina possono aggravare eventuali ulcere gastriche provocando un aumento delle secrezioni acide nello stomaco (benché sia stato dimostrato che anche il caffè decaffeinato causa lo stesso problema). Se soffrite di bruciori di stomaco o ulcere e non intendete smettere di bere caffè o tè, cercate almeno di evitarli in associazione ad altri alimenti che possono aggravare la situazione, come gli alcolici, la menta, le arance, i pomodori ecc. (aggiungere latte al caffè non migliora la situazione; anche i derivati del latte stimolano la secrezione degli acidi).
Poiché la caffeina incrementa il flusso sanguigno nei reni, agisce anche come un diuretico, favorendo la minzione. In ogni caso diversi studi hanno dimostrato che il consumo di caffeina prima di una corsa non provoca un eccesso di minzione né disidratazione, anche se i ricercatori non sono certi delle cause; può darsi che l’adrenalina o altre sostanze prodotte con lo sforzo agonistico precludano l’effetto abituale della caffeina sui reni.
Per quanto riguarda le interazioni con i farmaci, da un punto di vista teorico esse sono numerose, in particolar modo quelle con i medicinali attivi sul sistema nervoso centrale; va comunque rilevato che, al momento non vi sono particolari evidenze di rilevanza clinica dell’interazione fatta eccezione per consumi di caffeina molto elevati. Va però ricordato che esiste un’interazione molto pericolosa, ed è quella con l’efedra e i suoi derivati (efedrina e pseudoefedrina).
Caffeina per dimagrire?
Chi si rivolge ai dimagranti da banco per dimagrire in genere ottiene ben poco. Uno degli effetti che i dimagranti propongono è l’innalzamento del metabolismo basale. In realtà, non c’è nulla di meglio che la caffeina per innalzare il metabolismo basale senza avere forti controindicazioni. Non a caso il tè verde è spesso citato come dimagrante. Il problema sono le dosi corrette per avere questo effetto. Non è sperabile avere risultati bevendo uno o due caffè al giorno. La ricerca dimostra che una dose di 500 mg di caffeina innalza il metabolismo basale dal 10 al 25 %. Come dire che una persona sovrappeso con metabolismo basale di 1.900 kcal (per esempio un quarantenne di 85 kg con il 20% di massa grassa) può risparmiare da 190 a 475 kcal al giorno, una quantità superiore a quella risparmiata con i comuni costosi dimagranti. L’importante è come assumere questa quantità (o una inferiore, ma comunque significativa; una dose interessante può essere 400 mg al giorno); i dettagli nell’articolo sul caffè americano.
Caffeina e sport
La caffeina può essere usata realmente per migliorare la prestazione, ma non con le finalità con cui è usata dalla maggior parte degli atleti. Molti infatti ritengono che essa possa migliorare le prestazioni perché sveglia o perché sostiene il cuore. In realtà non esistono prove che la caffeina sia valida per aumentare la potenza o la reattività dell’atleta, al di là dell’effetto psicologico di un buon caffè. Per ulteriori informazioni consultate l’articolo Caffeina e prestazione sportiva.
Quanta caffeina in un caffè?
Per quanto riguarda il consumo giornaliero, molti autori ritengono che un’assunzione di 300 mg al giorno rappresenti il limite massimo che possa essere considerato come ragionevole; altri si spingono fino a 400 mg; a tale proposito può essere utile ricordare i dati medi del contenuto di caffeina nel caffè sono i seguenti:
- Espresso: 60-120 mg
- Caffè fatto con Moka (35-50 ml): 60-120 mg
- Caffè americano (100 ml): 95-125 mg.
* Gli alcaloidi sono un gruppo di composti assai variabili; derivano dagli aminoacidi o dall’acido mevalonico tramite diverse vie biosintetiche; sono molto diffusi nelle piante
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