La Sindone è un esempio di reliquia che è veramente ottimistico definire come autentica. Prima di parlarne in dettaglio, inquadriamo però il problema dell’autenticità in un quadro più vasto.
La Sindone di Torino è un telo di lino conservato nel Duomo di Torino; su questo telo è visibile l’immagine di un uomo che la tradizione identifica con Gesù: la Sindone sarebbe il lenzuolo usato per avvolgerne il corpo dopo la morte. Come per altre reliquie, la sua autenticità è oggetto di fortissime controversie.
Nella primavera del 2010 migliaia di persone si sono recate a Torino per l’ostensione della Sindone. La Sindone è una cosa su cui credenti e non credenti sono d’accordo: “è una grande sfida per l’intelligenza”. Purtroppo la frase di Giovanni Paolo II viene interpretata in modo diametralmente opposto dai due schieramenti.
La Sindone è la prova più evidente di come la fede possa essere espressione di totale assenza di spirito critico. Consideriamo le migliaia di persone che hanno partecipato alla sua ostensione: quante di queste credono che la Sindone sia riferibile veramente a Gesù conoscendo i dettagli storici della questione? Probabilmente meno dell’1%, la maggior parte “crede perché le è stato detto”, rivelando un analfabetismo religioso che non supererebbe mai il problema dell’educazione: se fossero nati a Baghdad sarebbero musulmani!

La Sindone
Sindone: la prova del 1988
- non esiste nessuna prova che faccia risalire la Sindone al periodo attorno al 30 d.C. La prova con il carbonio 14 (1988) datò la Sindone in un periodo di tempo fra il 1260 e il 1390. Secondo i sostenitori dell’autenticità del telo, la data è spiegata con il fatto che chi ha prelevato i campioni ha preso parti rammendate dopo l’incendio che ha colpito la Sindone (incendio che però è avvenuto nel 1532!); tale difesa è stata però smentita dagli esperti che hanno effettuato i lavori di ripulitura del 2002 e che hanno escluso la presenza di rammendi o toppe sul telo.
- Anche ammesso che la Sindone sia autentica, non esiste nessuna prova o indizio che il corpo sia quello di Gesù; il semplice calcolo delle probabilità rende la cosa estremamente improbabile. Infatti la Chiesa cattolica non ha avuto il coraggio di esprimersi ufficialmente sull’autenticità, lasciando alla scienza il compito di esaminare le prove a favore e contro; di conseguenza non ne autorizza il culto come reliquia limitandosi a proporla come icona della Passione di Gesù. Di diverso avviso sono le Chiese protestanti che la ritengono una manifestazione di religiosità popolare vicina a esempi classici del paganesimo.
Sapete qual è l’unica prova che i sostenitori accampano (raccolta in un documento del 2005)? Nessuno sarebbe riuscito a riprodurre tutte le caratteristiche del telo. Qualunque persona razionale comprende che questa non è una prova. Perché la Sindone sia autentica occorre l’AND di tre condizioni:
- il telo risale al I sec. d.C.;
- l’immagine è quella di un corpo in essa avvolto (a questo proposito non esistono spiegazioni valide del perché un corpo avvolto in un lenzuolo lasci un’immagine simile, ma, si sa, per i credenti esistono i miracoli);
- il corpo è di Gesù.
Molti dei presenti all’ostensione della Sindone non sanno nemmeno che di Sindoni ne sono state proposte altre.
Quella di Besançon (Lirey) era molto venerata e ritenuta miracolosa; purtroppo andò distrutta durante la rivoluzione francese. Secondo alcuni, sarebbe stata quella di Besançon e non quella di Torino, la Sindone esposta a Costantinopoli fino al 1204; in ogni caso, vi fu sempre un’accesa controversia su quale fosse la vera Sindone.
Il presunto sudario di Gesù è conservato nella cattedrale spagnola di Oviedo. Anche se la datazione con il carbonio 14 lo fa risalire al 680 d.C., i credenti fanno salti mortali per accreditare entrambi i sudari (Oviedo e Torino).
Analisi critica
Le reliquie ancora venerate dai cattolici ai giorni nostri non sono che l’ultimo esempio di come lo sciamano, che vuole a tutti i costi creare Dio, annebbi lo spirito critico dell’uomo. Per dare nuova vita alla fede vacillante, ancora oggi la Chiesa non ha di meglio che sventolare presunte reliquie o miracoli: dalle crociate (con il mito del Santo Graal) fino ai giorni nostri ci sono decine di esempi che fanno storcere il naso ai più dotati di spirito critico.
Che dire di Lourdes dove nacque il culto della Madonna solo perché nel 1858 una pastorella di 14 anni, Bernadette Soubirous, affermò di aver avuto ben 18 apparizioni dell’Immacolata Concezione e riuscì a trovare una sorgente su “indicazioni della Madonna”?
Oggi per la gran parte delle persone tale racconto è simile a quello di chi afferma di aver visto i marziani scendere in un campo di grano, lasciandovi “segni inequivocabili”. Eppure c’è ancora chi crede nei miracoli di Lourdes!
Stesso discorso per Medjugorje dove dal 24 giugno 1981 cinque bambini (allora avevano fra i 10 e i 16 anni) affermano di avere apparizioni mariane. I cattolici sono pronti a credere a cinque sconosciuti, ma nessuno di loro è disposto a credere per un millesimo di secondo a tutti coloro che raccontano di aver visto Elvis Presley ancora vivo!
In realtà, anche quei cattolici che dubitano “danno credito ai cinque”; se interrogati sulla possibilità che Medjugorje sia un falso, rispondono con un diplomatico “non lo so”, di fatto basandosi sul solo racconto dei cinque, mentre se devono commentare i racconti dei tanti avvistamenti di Elvis sono pronti a giurare che “sono tutte panzane!”. Perché la Madonna apparirebbe solo ai bambini poverissimi e in luoghi non certo molto “moderni” (perché non a New York in Central Park)? Perché sono più innocenti? Perché appaiono più credibili? O molto più ragionevolmente perché sono più manipolabili e suggestionabili?