Prima di definire cosa s’intenda per sciamano, facciamo un passo indietro nel nostro passato scolastico.
Ricordate la poetica del fanciullino di Giovanni Pascoli? In ognuno di noi ci sarebbe un fanciullino che conserva la sensibilità dell’infanzia e tale sensibilità si esprime tramite il poeta che rifiuta la ragione e guarda il mondo con gli occhi della fantasia, ricavandone un atteggiamento stupito di chi si trova di fronte a una novità.
Purtroppo il ricordo scolastico non è il punto di partenza della mia riflessione, ma solo uno spunto per introdurre un altro personaggio, ben più negativo, che credo alberghi nel nostro spirito, sicuramente con la stessa probabilità di esserci realmente che ha il fanciullino pascoliano: lo sciamano.
Chi è lo sciamano? Lo sciamano era (dovrei dire è perché purtroppo nel terzo millennio e nella nostra civiltà c’è ancora gente che crede di essere uno sciamano) un individuo con poteri particolari, donatigli dagli spiriti, che usava per migliorare la sua vita e quella di chi gli stava attorno. Ebbene
nella coscienza dei soggetti più poveri di spirito critico si forma la convinzione che debba esserci qualcuno che possa aiutarli nei momenti di difficoltà.
Questo sciamano interiore gli impedisce di offendere o ignorare gli spiriti, cioè, modernamente, Dio.
Lo sciamano è dunque il personaggio immaginario che domina le nostre coscienze, facendo rispettare tutto ciò che è correlato al divino, la Chiesa (in questo articolo Chiesa è scritta con la maiuscola per distinguerla dall’edificio) in particolare, anche quando non siamo affatto convinti che tale rispetto sia motivato. È colui che
- fa scrivere al non credente papa con la p maiuscola (mentre scriverebbe “i sette re di Roma”, con re minuscolo);
- fa fare il segno della croce a un agnostico quando entra in chiesa;
- spinge chi non crede a ricevere comunque con ossequio il parroco per la benedizione della propria casa;
- impedisce, a chi ritiene comunque naturale giudicare ciò che accade attorno a lui, di giudicare con parole dure comportamenti dubbi della Chiesa;
- spinge a sposarsi in chiesa senza magari averci messo piede da tempo;
- fa mandare i figli al catechismo, anche se il genitore non va mai a messa ecc.
È evidente che chi non riesce a far tacere il suo sciamano può essere definito un neofariseo, una persona che è un falso credente, un credente di comodo. Attenzione, non si parla di cattivi credenti, persone che cedono alle lusinghe del male e non riescono a essere buoni cattolici (ovviamente lo stesso discorso vale, pari pari, per le altre religioni), ma di chi
consapevolmente è contrario a qualche principio fondamentale di una Chiesa, ma, quando serve o quando lo sciamano si fa sentire, si dichiara aderente a tale Chiesa,
il massimo dell’incoerenza e della falsità morale.
Da un tweet di Mary: “sono cristiana a modo mio”, la frase più usata da chi ha capito che la religione non regge, ma non ha il coraggio di andare fino in fondo.
Se una persona coscientemente (è importante la volontà di aderire a una scelta) ritiene che un insegnamento di una Chiesa sia sbagliato, non è un vero credente di quella Chiesa, banale…
È inutile entrare in discussioni teologiche, qui non si vuole colpire chi crede profondamente e coerentemente, si vuole solo “smascherare” il neofariseo che non crede, ma al quale fa comodo che si creda che crede.
Applichiamo il concetto alla Chiesa cattolica, analizzando i seguenti temi:
- aborto
- divorzio
- rapporti sessuali extraconiugali
- contraccezione
- omosessualità
- pratica della propria religiosità.
Sull’aborto probabilmente molte posizioni di neofarisei e cattolici sono allineate, ma già sul divorzio il neofariseo si mostra in tutta la sua luce: chi è divorziato o è favorevole al divorzio, non è cattolico. Considerando che già nel 1970 i divorzisti hanno vinto il referendum…
Ma c’è di più. La Chiesa non ammette rapporti sessuali al di fuori del matrimonio. Per cui chi li ritiene ammissibili non è cattolico.
Chi usa, anche all’interno del matrimonio, metodi contraccettivi come la pillola o il preservativo, non è cattolico, essendo tali metodi non consentiti dalla Chiesa.
Pensiamo poi che per essere cattolici occorra ritenere come peccati l’omosessualità o il non andare a messa nei giorni comandati.
Alla fine non più del 10-15% della popolazione può definirsi cattolica, eppure lo sciamano continua a fare in modo che molti vogliano apparirlo.
Perché non dare loro il modo di liberarsi e poter vivere con dignità l’insieme delle loro idee, giuste o sbagliate che siano?
Cosa vuol dire quindi liberarsi dallo sciamano? Vuol dire fare tabula rasa dell’educazione ricevuta cioè
l’uomo deve avere la dignità di affrontare il suo destino da solo, senza creare Dio.
Solo questo atteggiamento può permettere di discutere sull’esistenza di Dio in modo oggettivo (ovvio che se l’uomo ha già creato Dio conclude che esiste!).
Il percorso verso la laicizzazione
Dai paragrafi precedenti sembrerebbe che il giudizio sull’azione dello sciamano sui neofarisei sia del tutto negativo. In alcuni casi però può non esserlo. Il percorso verso la laicizzazione di una società è il seguente:
credente integralista -> credente -> neofariseo -> non praticante -> non credente.
Per esempio, nei secoli bui del cristianesimo in cui si bruciavano gli eretici è ovvio che prevalessero i credenti integralisti, un po’ come oggi in alcuni Paesi prevale l’islam fondamentalista (non si parla di terrorismo, ma di quei Paesi in cui la legge è espressione della religione con pene assurde per chi commette adulterio o beve alcolici).
Come si vede dal percorso verso la completa laicizzazione della società (dove la religione sia un fatto puramente personale e ciò può esserlo solo se la maggioranza della popolazione è non credente e quindi i credenti non possono orientare la società verso i dettami della loro religione perché, anche organizzandosi in Chiese, queste avrebbero poco potere decisionale in campo politico) il neofariseismo è una tappa obbligata. Diventa negativo quando (come nell’Italia attuale) ci si sofferma troppo su questa tappa, di solito perché la Chiesa che controlla la religione di Stato è ancora troppo forte. Nei Paesi dove è ancora forte la prima tappa del percorso il neofariseismo è invece utile per evitare che tutto si inceppi.
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