Pochi sanno che il Natale non è una festa cristiana e che le origini del Natale sono precedenti alla nascita di Gesù. Nel solstizio d’inverno (21 o 22 dicembre) il sole raggiunge il punto più basso nel cielo, poi inverte la rotta e torna a salire, rinasce. Logico che tale fenomeno non passasse inosservato agli antichi e, in modo molto primitivo, gli venisse attribuito un significato religioso con relativo culto.
Il culto del Sol Invictus (locuzione latina che sta per “Sole invitto”) nacque in Oriente. Per esempio, in Siria e in Egitto le celebrazioni del rito della nascita del sole prevedevano che i celebranti uscissero dai santuari in cui si erano ritirati a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato come un neonato.
A Roma il culto del sole comparve per la prima volta con l’imperatore Eliogabalo che tentò prematuramente di imporre il culto di Elagabalus Sol Invictus; con la morte violenta dell’imperatore (222 d.C.) il culto cessò, anche se il Sol Invictus rimase come divinità subordinata associata al culto di Mitra (si veda per approfondimenti Cristianesimo e miti preesistenti).
Si deve attendere il 274 d.C. quando Aureliano adottò il sole (Sol Invictus) come dio supremo dell’impero romano. Pochi decenni più tardi Costantino ebbe la famosa visione del sole sovrapposto al famoso monogramma di Cristo (la lettera greca chi, Χ, sovrapposta alla lettera rho, Ρ), il cristianesimo divenne la religione dell’impero e le feste pagane furono assorbite dalla festività cristiana.
Le origini del Natale: il Natale cristiano
Già verso il 200 nelle comunità cristiane dell’oriente greco si celebrava la nascita di Gesù il 6 gennaio, ma successivamente si passò al 25 dicembre.
La prima menzione certa del Natale cristiano con la data del 25 dicembre risale al 336 (Chronographus, di Furio Dionisio Filocalo). Probabilmente la data fu fissata al 25 dicembre per sostituire la festa del Natalis Solis Invicti (espressione la cui traduzione è “giorno di nascita del Sole invitto”) con la celebrazione della nascita di Cristo (che Malachia definì come nuovo “sole di Giustizia”).
Il Natale costituisce probabilmente il caso più significativo dell’assorbimento da parte del cristianesimo di un concetto temporale con forti associazioni con la religione romana del tempo.

Il monogramma di Cristo
Il Natale per un non credente
Oggi, quando gli uomini di culto ci mettono in guardia dal celebrare il Natale in modo troppo consumistico (il consumismo è comunque sempre da criticare), occorre ricordare loro che il Natale non è una festa esclusivamente cristiana, ma che è praticamente certo che i cristiani non abbiano fatto altro che divinizzare la precedente festa pagana.
Per un non credente il Natale è solo l’inizio di un periodo di feste in cui si ha maggiore libertà di stare con persone a cui si vuole bene. Si ha più tempo per riflettere; non a caso questo sito ha indetto la giornata dell’onestà la domenica prima del Natale.