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Non abbiamo bisogno del papa

Non abbiamo bisogno del papa è una locuzione che ho lanciato qualche anno fa come motto per i non credenti (nelle religioni rivelate); da allora nel sito sono state tante le note che criticavano comportamenti papali, in particolare di papa Francesco.

Sicuramente ciò ci ha molto penalizzati perché secondo gli ultimi sondaggi, l’81% degli italiani apprezza il papa (in linea con il fatto che c’è un 20% di non credenti) e anche fra in non credenti c’è chi comunque, pur non apprezzandolo, lo considera “innocuo” dal punto di vista sociale.

Questa nota vuole in modo molto franco e sincero spiegare perché ritengo papa Francesco una persona sgradevole e comunque lesiva degli interessi dell’Italia. Suddividerò il problema in tre punti:

  • Le differenze ideologiche
  • Le contraddizioni
  • La falsità di fondo

Secondo il primo punto il papa sarebbe solo una persona con idee diverse, comunque potenzialmente rispettabile; secondo il secondo, sarebbe una persona tornata nella mediocrità (nel senso che sta nel mezzo della popolazione) e che pertanto non può comunque essere portata come esempio di virtù e moralità; il terzo punto è ciò che lo rende un personaggio negativo. Sul secondo e sul terzo punto dovrebbero riflettere i non credenti e i non praticanti (che di fatto sono cattolici falsi, neofarisei che non hanno il coraggio di dirsi la verità).

Non abbiamo bisogno del papa

Ci sono stati 266 papi, 217 dei quali italiani: come si può pensare che Dio abbia voluto premiare oltre modo una nazione? (vetrata della cattedrale di San Paolo a Tirana che ritrae papa Francesco)

Le differenze ideologiche

Sostanzialmente la Chiesa è un partito di cui il papa è il suo premier. Fin qui nulla di strano. Molto distante da lui come potrei esserlo da altri politici, senza per questo ritenerli eticamente sconvenienti.

Diritti civili – La Chiesa blocca il progresso della società; basta considerare divorzio, aborto, unioni civili. Il nostro Paese è arrivato con 20 anni di ritardo e ci sono persone all’interno della Chiesa che vorrebbero tornare indietro (senza contare che in molti ambienti è per esempio ancora difficile abortire per le pressioni “religiose”).

Misoginia – La donna è vista semplicemente come procreatrice, nonostante ormai sia evidente che un figlio non faccia sempre la felicità (vedasi l’articolo sulla depressione post partum); le viene impedita ogni contraccezione intelligente e l’aborto è sempre visto come un crimine. Sono stanco di essere chiamato “assassino” da cattolici acerebrati cui Francesco ha fatto il lavaggio del cervello sul “valore della vita”, semplicemente perché io sono a favore dell’aborto. Ancora oggi la Chiesa vede il divorzio come una sciagura che colpisce la famiglia. Quante donne, condizionate dalle pressioni familiari, non usano contraccettivi, hanno gravidanze indesiderate ecc.? A differenza delle correnti protestanti, il cattolicesimo è ancora una religione di potere maschilista dove alle donne è negato il sacerdozio.

Contro i giovani – Francesco e la Chiesa sono e saranno sempre dalla parte dei vecchi (Onora il padre e la madre) perché per loro il bravo ragazzo deve rispettare e onorare i genitori finché questi sono in vita. Il genitore conta sempre almeno come il coniuge (se non di più) in una sudditanza che ha qualcosa di medievale. Questa posizione fa sì che nella società il potere dei vecchi sia più forte dei loro effettivi meriti. Dalla famiglia questo potere si trasferisce alla società, nelle scuole e nei posti di lavoro. Del resto, se un figlio accetta il genitore padrone, sarà ben disposto ad accettare un Dio che mette alla prova i suoi figli con il dolore e la morte.

Contro la qualità della vita – Per questo punto si veda Cattolicesimo e qualità della vita.

Contro la cultura scientifica – Non è un mistero che la Chiesa promuova la cultura umanistica e sia piuttosto riluttante a ogni nuova scoperta scientifica che possa mettere in dubbio le fondamenta del pensiero cattolico.

Contro l’economia – Per questo punto si veda Cattolicesimo ed economia.

Contro l’ambiente – L’assurdo plauso alle famiglie numerose, in un momento di sovrappopolazione del pianeta, appare come una ridicola dimenticanza del fatto che l’antropizzazione è la maggiore causa di devastazione della Terra.

Contro gli animali – Oggi che moltissime persone amano un cane esattamente come un figlio, Francesco ridimensiona il ruolo degli animali, perché tutto sommato ininfluenti per la salvezza. Si vedano gli articoli Un cane vale più di un bambino? e Cattolicesimo e animali.

Le contraddizioni

Sono quelle che umanamente rendono il papa un essere piccolo piccolo, mediocre, uno qualunque fra la popolazione che, in mezzo a tante belle parole, a tanti bei propositi, mischia un mucchio di incoerenze.

 

Non so se papa Francesco (che non è certo persona ignorante) si accorge di queste contraddizioni e cerca di nasconderle per mania di potere o mania di santità.

Mania di santità è quella locuzione che si può usare per tutti coloro che ricercano uno scopo nella vita nel plauso altrui per azioni meritorie nel confronto dell’umanità

(un esempio è stata madre Teresa di Calcutta), che quindi usano le disgrazie altrui come punti del supermercato della bontà, non capendo che quel che conta è la qualità della vita, non la vita in sé. Salvare un bambino africano dalla fame, facendolo comunque crescere negli stenti e morire a poco più di 40 anni (vedasi vita media nei “peggiori” Paesi africani) sarà un punto per la propria tessera, ma qualunque persona di buon senso capirebbe che il vero aiuto è la crescita di quei Paesi e di quegli uomini e donne, insegnando loro, fra l’altro, una procreazione responsabile: ve lo immaginate lo spot vaticano che, anziché chiedere di donare 9 euro al mese per salvare i bambini dalla fame, chiede 9 euro al mese per comprare anticoncezionali per il controllo delle nascite, distribuiti dai missionari cui sarà anche affidato il compito di “istruire la popolazione”?

Fra le contraddizioni più evidenti di questa presunta bontà:

  • ama il prossimo tuo come te stesso
  • non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te

Le falsità di fondo

Riguardano l’aspetto teologico, quello di partenza e quindi molte sono comuni alle religioni rivelate. Prima di affrontarle, occorre anche citare tutte le falsità derivanti dall’immane tentativo di salvare la Chiesa dal progresso, ammorbidendo posizioni che la Chiesa aveva sempre condannato. Per esempio, permettere ai sacerdoti di perdonare le persone che, dopo aver abortito (donne) o praticato aborti (medici), si pentono. Peccato che, secondo la Chiesa, Dio non avrebbe mai perdonato l’uomo per il peccato originale, facendo passare il principio assurdo che “le colpe dei padri ricadono sui figli”.

Un altro esempio è cercare di non perdere il pubblico degli omosessuali. Il papa ha sostenuto un candido “chi sono io per giudicare un gay?”. Nessuno che abbia indicato l’inconsistenza della frase. Innanzitutto, perché il papa dimentica che nella Bibbia si dice chiaramente che i sodomiti non entreranno nel regno dei Cieli; in secondo luogo, ancor più grave, perché la forza della Chiesa cattolica è sempre stata quella di volerci insegnare cosa è bene e cosa è male e per farlo i giudizi sono sempre fioccati come macigni. Dopo quella frase come può il papa parlare ancora? Contro la violenza, contro l’aborto, contro il materialismo ecc. Gli si potrebbe dire: “ma chi sei tu per giudicare un violento? Chi sei tu per giudicare una donna che abortisce? Chi sei tu per giudicare chi insegue beni terreni? Chi sei tu per confessare i peccati di un peccatore? La cosa più grave è che nel suo intimo Francesco continua a condannare i gay, lasciandosi per esempio scappare un “per i bimbi gay tante cose da fare con la psichiatria” (agosto 2018), una frase quasi nazista.

Avete presente l’evangelico “porgi l’altra guancia”? Ebbene, durante il volo che lo ha portato nel 2015 nelle Filippine, papa Francesco si è soffermato sulla violenza dei terroristi, i kamikaze e i limiti della libertà di espressione. Di fatto, in parte giustificando l’azione dei terroristi con Charlie Hebdo, ha detto che “se il dottor Gasbarri, mio amico caro, dice una parolaccia contro la mia mamma, si aspetti un pugno. Perché non si può provocare, insultare, ridicolizzare, la fede degli altri”. Inutile girarci intorno, chi “capisce” la violenza altrui, di fatto in parte la giustifica, ammette attenuanti per gesti che andrebbero condannati “senza se e senza ma”. Ciò che né il papa né altri dinosauri della civiltà hanno capito è che, se uno offende con le parole, si risponde con le parole non con le azioni.

Altre volte il pacifista Francesco si è dimostrato violento; come quando affermò di voler gettare in mare chi ruba allo Stato e dona alla Chiesa (novembre 2013): “e questo merita, dice Gesù non lo dico io, che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare”. Francamente, da non credente, non ricordo dove Gesù lo abbia detto, ma si tratta di un’incoerenza pazzesca con la logica cristiana del perdono, della non violenza e del porgere l’altra guancia. Certo, Francesco, capendo la contraddizione, si affrettò a dirci che c’è differenza fra peccatore e corrotto, ma dubito molto che il peccatore, quando ruba, sia impossibilitato a non farlo, quasi fosse un drogato, incolpevole del suo gesto. Del resto, se il corrotto, una volta preso, si pentisse? La distinzione è solo un patetico escamotage con cui si vogliono tranquillizzare i polli (quelli che non ragionano ottenebrati dai loro condizionamenti) sulla coerenza del messaggio cristiano.

Anche la pedofilia non è solo fonte di imbarazzo, ma è anche la prova dell’incapacità di dire chiaramente alla gente che fra i sacerdoti la percentuale di pedofili è decine di volte superiore a quella usuale nella popolazione. Ovvio che un genitore che manda il proprio figlio a una scuola cattolica prenderebbe coscienza del problema se il papa ammettesse: “sì, è vero, fra i sacerdoti la pedofilia è 50 volte più comune che nella popolazione” (vedasi Chiesa e pedofilia).

Le maggiori falsità riguardano come il papa sfrutta la mancanza di razionalità della gente e il loro terrore del dolore e della morte per promettere una vita futura che da un lato cozza violentemente con il fatto che, se Dio esiste, sia buono (vedasi Grazie a Dio) e dall’altro non è granché.

Ritenere la Bibbia la parola di Dio, raccontandola ai fedeli, è un atto di pura irrazionalità, viste le tantissime contraddizioni presenti; come si può parlare di Satana, di esorcismi e altre sciocchezze simili?

Il papa e la Chiesa cattolica non sono mai riusciti a rispondere al banale quesito del paradosso di Buechner, di fatto ignorandolo e sperando che la fede del credente sia molto vicina alla semplice superstizione.

Dall’altro lato, non sono mai stati in grado di spiegare perché uno dovrebbe star meglio in paradiso che su questa terra, soprattutto quando è una persona felice. Il miraggio del paradiso poteva funzionare quando c’erano guerre, carestie, epidemie e la vita poteva essere durissima, ma ora?

La promessa di un improbabile aldilà soffoca le ansie di chi non il coraggio e la dignità di porsi serenamente verso il dolore e la morte, ma dall’altro lo porta a comportamenti che qui sulla terra al più fanno sopravvivere.

 

Indice materie – Religione


IL COMMENTO

Libertà religiosa

Francesco: “No a sposi che preferiscono i cani e i gatti anziché avere i figli“.

Per fortuna era uno che non si permetteva di giudicare (ricordate: Chi sono io per giudicare un gay?), ma poi ogni domenica sforna una serie di giudizi su questo o su quello. Capisco l’aborto, capisco il divorzio, ma ora se la prende anche con chi preferisce avere dei cani (o dei gatti) anziché fare figli (come il sottoscritto).

Certo è una sua opinione, ma non capisco perché i media continuino a riportare i suoi pensieri senza critiche (come fanno per questo o quel politico, facendo sentire anche le voci dell’opposizione), dando anche affidabilità a parole che sono al massimo solo autorevoli, vista la fonte da dove arrivano. Di fatto ledono la libertà religiosa esattamente come chi in tv propone i cliché più maschilisti lede la parità fra i sessi. Fanno una pessima educazione sociale.

Del resto, cosa aspettarsi dagli italiani, brava gente, che stravedono per questo papa mentre all’estero se ne parla il giusto (fate una ricerca su “pape Francois” in francese, lingua parlata non solo in Francia, e vedrete che il numero di pagine web è circa un quarantesimo di quelle italiane per “papa Francesco”)?

Ogni tanto in tv si vede Francesco che ammonisce i fedeli con il dito indice alzato, ma non teso, benevolmente piegato a spiegare la lezioncina: “no, no, questo non si fa”. Scandisce le parole lentamente come se si rivolgesse a bambini troppo inclini a marachelle con un atteggiamento che, da adulto, solo un poveraccio privo di personalità potrebbe sopportare. Poi zoomata sulla faccia del vaticanista, poi su quelle dei fedeli a bocca aperta davanti alle sempliciotte parole.

Probabilmente i miei follower su Twitter sarebbero il doppio se non parlassi del papa. Non è che mi importi granché, ma è significativo vedere come dei 10-15 che guadagno in una settimana, poi, zac, appena esce un tweet sul papa (e solo in questo caso) ne perdo le metà. Mi segue anche molta gente che ha idee politiche, salutistiche, sociali diverse dalle mie, mi seguono addirittura vegetariani e vegani anche se sanno che sono cacciatore, ma sul papa non si discute: “Ah, pensavo che Albanesi fosse intelligente, invece critica il mio idolo, Vade retro!”.

Per la maggioranza degli italiani chi non è credente è ancora un cattivo soggetto esattamente come gli omosessuali sono malati o dissoluti.

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